“Il 2020 sarà un anno di crescita, di viaggi e spostamenti”, così Paolo Fox parlava a fine 2019, fallendo malamente i suoi pronostici. Effettivamente, è stato un anno difficile da prevedere e completamente diverso dai precedenti. L1 gennaio 2021 ci sveglieremo con tante aspettative e molta voglia di lasciarci alla spalle questo anno terribile, in primis per il settore turistico.

Senza atteggiarsi ad astrologi e indovini, proviamo anche noi a stilare le nostre previsioni su quello che sarà il 2021 per l’industria dei viaggi e per le destinazioni.

Quello che è stato.

È stato un anno difficile per l’industria turistica.

Il 2020 era partito con slancio e ottimismo dopo decenni di espansione del settore a livello mondiale. L’aumento dei livelli di reddito nei mercati emergenti e la riduzione dei costi di trasporto, avevano ampliato il bacino dei potenziali viaggiatori creando un settore prospero e pieno di floride prospettive per il futuro.

La pandemia ha rovinato tutti i piani plasmando uno scenario mai visto prima: l’azzeramento quasi totale dei turisti nel giro di poche settimane, voli a terra, frontiere chiuse, alberghi serrati. Poi, nonostante le paure di tutti, l’estate scorsa ha rappresentato una boccata di ossigeno per molte destinazioni, soprattutto quelle balneari, rurali e di montagna. Dopo di che, di nuovo, un autunno e un inverno di incertezza, chiusure e turismo quasi nullo.

E ora? Che sarà di noi?

Il turismo non tornerà di colpo ai livelli del 2019, purtroppo. Il rilancio sarà lento, graduale, legato ai progressivi allentamenti alle restrizioni. I vaccini potrebbero dettare la velocità di ripresa, ma per vederli diffusi su larga scala ci vorrà del tempo.

Il 2021, quindi, non potrà essere un anno stabile. Continueranno le fluttuazioni nella curva dei contagi e l’incertezza in generale.

Ora però, al contrario di mesi fa, abbiamo più consapevolezza di come potrà andare la domanda e di quali saranno i nuovi comportamenti di acquisto, e possiamo iniziare l’anno con moderato ottimismo e maggior cognizione di causa.

Il virus accelererà molti dei cambiamenti che erano già in atto nel settore e ne creerà di nuovi, ma non bloccherà a lungo il turismo. Agli italiani manca viaggiare e non vedono l’ora di ricominciare a farlo, lo dimostrano i picchi nelle ricerche di voli – presentati da eDreams ODIGEO – nei giorni in cui le aziende farmaceutiche hanno annunciato i positivi risultati dei vaccini.

E quindi, cosa succederà al turismo nel 2021?

Quest’anno abbiamo imparato a conoscere il significato della parola ‘staycation’, un neologismo nato con la crisi economica del decennio scorso, e quindi in realtà già utilizzato in precedenza, che con la pandemia è entrato a pieno diritto nelle parole simbolo del 2020 quando si parla di turismo. Composto da stay (at home) + vacation, significa una vacanza in cui si rimane a casa, concetto esteso alla propria regione o anche alla propria nazione. Un turismo di prossimità in senso allargato, quindi.

Continuerà a prevalere un turismo di prossimità.

L’estate scorsa il fenomeno della staycation è emerso con forza e ha portato gli italiani a riscoprire il proprio paese. Con la drastica riduzione degli arrivi stranieri, il turismo domestico ha salvato la stagione a molte strutture ricettive e destinazioni. Le limitazioni negli spostamenti, il clima di incertezza e gli inferiori budget di spesa hanno portato le presenze di connazionali nelle località di vacanza a percentuali mai viste prima, anche intorno al 90%.

Booking.com ha calcolato che la distanza media percorsa dagli italiani la scorsa estate è diminuita del 60% (427 chilometri per prenotazione) rispetto allo stesso periodo del 2019 (1.071 chilometri).

Il fluttuare dei contagi, la chiusura dei confini e, come stiamo vedendo in questi giorni nel Regno Unito, il rischio di rimanere bloccati dall’altra parte del mondo, porterà anche nel 2021 a una prevalenza del turismo di prossimità e una scarsa presenza degli stranieri.

Secondo Maria Elena Rossi, direttore marketing e promozione di ENIT – intervistata in occasione di Hicon – i turisti internazionali, e soprattutto extraeuropei, non torneranno prima del 2022. Le destinazioni a corto raggio prevarranno su quelle più lontane e, a volte, gli italiani rimarranno tra i confini della propria regione o della propria città. A riprova di questo anche l’aumento delle ricerche locali eseguite con la query “vicino a me” in Google Trends.

Il turismo sarà green e sostenibile.

Il rigido lockdown della scorsa primavera, con il divieto di frequentare parchi e di fare passeggiate, ci ha fatto riscoprire l’esigenza di stare nel verde e in mezzo alla natura.

Su Booking.com i consigli relativi a escursioni, natura e relax sono aumentati, dall’inizio della pandemia, rispettivamente del 94%, 44% e 33%.

Anche nel 2021 i viaggiatori saranno più inclini a prenotare vacanze all’aria aperta.

A braccetto con il green, sentiremo sempre più parlare di turismo sostenibile. I viaggi sostenibili – viaggi che rispettano i luoghi, proteggono l’ambiente e supportano le comunità locali – troveranno nuovo vigore dopo la pandemia. Il desiderio di viaggiare in modo più responsabile e ridurre il nostro impatto ambientale ha preso gradualmente ritmo negli anni, ma il lockdown ha accelerato il cambiamento, con gli operatori del settore che riferiscono che la sostenibilità sta diventando uno dei fattore più richiesti dal mercato.

Per rispondere alle esigenze di questi turisti sensibili al proprio impatto sul pianeta, è nato il primo network italiano di strutture eco e bio specializzato nei viaggi sostenibili, Ospitalità Natura.

Il turismo sarà lento e autentico.

Il 2020 ha costretto tutti a rallentare i propri ritmi, a rivedere le proprie priorità e a apprezzare la bellezza delle piccole cose. Non è un caso che fenomeni come l’undertourism (la ricerca di mete poco conosciute, inesplorate, poco affollate) e lo slowtourism (il turismo lento, fatto a piedi, in bicicletta, a cavallo, a contatto e nel rispetto della natura) stiano diventando forme di turismo sempre più apprezzate dagli italiani che vogliono tornare a viaggiare.

Già la scorsa estate in molti hanno cercato questo approccio più lento e autentico al viaggio. Abituati a ricercare il distanziamento sociale, gli italiani hanno privilegiato le vacanze lontane dalla folla, scegliendo destinazioni spesso solo sfiorate dai classici itinerari turistici o immerse nella natura. E la tendenza continuerà anche nel 2021 con la valorizzazione dei borghi, delle località di lago e della montagna.

Sarà la fine dell’overtourism? È probabile che nel tempo il sovraffollamento turistico tornerà in molte parti del mondo, ma sono sempre di più i turisti alla ricerca di luoghi alternativi da visitare. Destinazioni un tempo piene di gente diventeranno forse un ricordo del passato.

Si lavorerà stando in vacanza.

Altro neologismo del 2020 è il termine workation. Nato dall’unione di work + vacation, significa lavorare stando in vacanza. Ora che milioni di persone in tutto il mondo non hanno più il vincolo della presenza in ufficio, che meeting aziendali e riunioni di persona sono una cosa del passato, i lavoratori, gli smart worker, possono allontanarsi dalla propria città e scegliere dove impostare il proprio ufficio, ovunque nel mondo.

Molte destinazioni si sono prontamente organizzate creando degli speciali visti a lungo termine perché questi lavoratori possano rimanere per 6 mesi o anche 1 anno presso di loro.

Il turismo business faticherà a ripartire.

La tipologia di turismo che quest’anno ha sofferto di più è sicuramente quello business.

Il ritorno alla normalità in questo segmento sarà senz’altro ritardato rispetto alle tempistiche dei viaggi leisure. Attività che sembravano necessarie si sono dimostrate non indispensabili, basti pensare alle riunioni in presenza e al lavoro in ufficio.

Secondo un sondaggio del Conference Board e della European Round Table, le grandi aziende europee e americane prevedono di ridurre oltre il 50% dei viaggi aerei a causa del crescente utilizzo delle videochiamate.

Si viaggerà in gruppo ma all’interno di ‘bolle’.

Una nuova tendenza che potrebbe avere il 2021 è quella dei pod travel, termine che si potrebbe tradurre in viaggi in bolla. Si tratta di un modo per viaggiare in gruppo riducendo i rischi di contagio. L’isolamento imposto quest’anno porterà le persone a ricercare compagni durante le proprie vacanza, pur volendo rimanere all’interno dei protocolli di sicurezza anti-Covid.

Due tipi principali di pod travel stanno diventando popolari. Nel primo un gruppo di familiari e amici fanno un viaggio insieme e condividono un’avventura. Possono scegliere di affittare una villa, prenotare per sé un piccolo hotel o noleggiare una barca per ridurre al minimo le possibilità di entrare in contatto con altre persone. Nel secondo tipo di pod travel, il gruppo è composto da estranei che si uniscono per fare un viaggio organizzato e visitare una nuova destinazione insieme. In questo caso i tour operator organizzatori imporranno il tampone a tutti prima di partire e il rispetto di protocolli in materia di salute e sicurezza. Rimanendo con lo stesso gruppo durante tutto il viaggio, i membri non si mescolano con altre persone, riducendo così il rischio di esposizione al virus.

Si prenoterà last minute, con flessibilità e tenendo d’occhio il prezzo.

In un periodo di repentini cambiamenti delle disposizioni sugli spostamenti, prenotare con largo anticipo è quasi un azzardo. È logico pensare che il last minute continuerà a dominare. I viaggiatori approfitteranno delle revoche alle limitazioni e prenoteranno rapidamente, anche per partire il giorno successivo.

Volagratis.com ha registrato nel 2020 che le prenotazioni degli italiani dal suo sito sono state di 12 giorni più vicine alla partenza rispetto al 2019.

Per chi prenoterà con più largo anticipo, termini flessibili di prenotazione della vacanza saranno indispensabili per la scelta dell’acquisto. La possibilità di avere facilmente rimborsi o politiche di cancellazione elastiche sono ora, a volte, più importanti del prezzo. Le grandi OTA l’hanno subito capito e si sono rapidamente adeguate, finendo per imporlo a tutto il mercato.

Altro ostacolo alla prenotazione di un viaggio nel 2021 sarà la difficoltà di natura economica. Con mesi di cassa integrazione, attività chiuse e diminuzione del lavoro, il potere d’acquisto di molti italiani è diminuito. Alcune agevolazioni e benefici di quest’anno, poi, non è detto che verranno confermati anche il prossimo.

I turisti saranno più attenti al prezzo nella ricerca e nell’organizzazione di un viaggio e cercheranno con più probabilità offerte e possibilità di risparmiare.

Si viaggerà solo in sicurezza.

Ci siamo abituati a evitare assembramenti, a cercare il distanziamento sociale a non condividere spazi e oggetti. È la nuova normalità. Le misure di prevenzione da contagio resteranno per tutto il 2021 fattori chiave per instillare fiducia nei potenziali clienti, misure che dovranno essere adottate e promosse in tutti i servizi della destinazione (ricettività, ristorazione, attività ricreative). Così, protocolli sanitari, utilizzo della mascherina, servizi contactless, ecc., tutte le misure che faranno sentire il turista tutelato, saranno le benvenute.

La Slovenia già da inizio pandemia ha implementato il label Green&Safe per tutti i fornitori di servizi turistici sloveni che rispettano determinati standard e protocolli di igiene superiori e seguono criteri di sostenibilità.

Anche Singapore ha creato un marchio di qualità, SG Clean, che garantisce gli alti livelli di igiene e sicurezza delle strutture certificate (hotel, ristoranti, attrazioni, negozi, ecc.).

Di una cosa siamo certi: il mondo continuerà a viaggiare, non c’è dubbio. Prepariamoci alla ripartenza!