Zýmē. Architetture in fermento.
Continua il nostro tour alla scoperta di destination legate al turismo enogastronomico. Oggi vi portiamo in Valpolicella, nella cantina Zýmē.
Cos’è la contemporaneità? Una delle possibili risposte è questa: avere così tanto rispetto per il passato, conoscerlo a tal punto da poterlo reinterpretare in una chiave completamente nuova. La cantina e i vini Zýmē rappresentano tutto questo dove è ben visibile la mano determinata e ribelle di Celestino Gaspari, enologo e proprietario.
La sede, progettata dall’architetto Moreno Zurlo dello studio AcMe di Verona sotto lo sguardo attento di Gaspari, è nel cuore di una delle regioni vitivinicole italiane più importanti a pochi chilometri da Verona e destination tra le più ambite: la Valpolicella, un susseguirsi di colline e vallate ricche di storia e di borghi dove si producono da secoli grandi vini rossi rinomati in tutto il mondo come l’Amarone e il Recioto della Valpolicella.
In greco zýmē significa lievito, ossia ciò che permette agli zuccheri dell’uva di essere trasformati in alcol e quindi in vino.
Come il logo aziendale anche la planimetria della cantina ricorda un pentagono, forma geometrica dai molteplici simbolismi sin dagli antichi Greci. La cantina è un progetto dialettico, fatto di continui confronti a caccia di nuove soluzioni affinché convivano armoniosamente antico e nuovo, esterno e interno, l’uomo e il suo ambiente. La scelta del nome è programmatica: in greco zýmē significa lievito, ossia ciò che permette agli zuccheri dell’uva di essere trasformati in alcol e quindi in vino e porta con sè l’idea stessa di mutazione e continuo rinnovamento.
Il nuovo edificio è stato integrato a un nucleo preesistente, una ex cava risalente al XV secolo, spazio storico e celato dentro il paesaggio, contrariamente al nuovo edificio scultoreo ben riconoscibile dalla strada.
Il basamento al piano terra si presenta come una solida fortezza rivestita in pietra estratta in fase di scavo dalla calda tonalità ocra: sulle superfici verticali sono state ritagliate delle aperture irregolari in vetro con inserti in acciaio corten e il portone di accesso. In contrapposizione alla compattezza del piano terra, il piano primo è rivestito da una lastra di corten lavorata come le nervature di una foglia di vite, liberandola dal suo peso. Essa permette all’anfiteatro naturale circostante di entrare negli spazi interni della sala di degustazione, della sala conferenze e degli uffici, facendoli vivere di luce e bellezza naturale. Ai lati si trovano le terrazze esterne con orti, giardini pensili e i tetti verdi che collaborano nel ridurre l’uso degli impianti di climatizzazione dell’edificio. La copertura è invece realizzata con un manto di celle fotovoltaiche per la produzione pressoché autonoma di energia elettrica.
La superficie totale interna è di circa 3000 metri quadri con una interessante selezione di materiali che rende gli interni particolarmente affascinanti come la contrapposizione materica tra il calore del rovere chiaro, i pavimenti in resina grigia, l’uso del vetro e le scure finiture delle parti metalliche assieme a una sapiente illuminazione che ne esalta gli spazi.
Dal piccolo wineshop all’ingresso, la cantina entra nel terreno per altri due livelli, grazie a una grande scala a chiocciola avvolta a un avveniristico ascensore centrale in vetro. Nel primo piano interrato è situata la scenografica barricaia, lo spazio dove i vini invecchiano e si affinano. Durante gli scavi è stata scoperta una cava carsica visibile dall’alto grazie a un foro sulla pavimentazione, dove ancora confluiscono le acque meteoriche e naturali del terreno regalando un suono continuo e piacevole.
A lato del nuovo scavo si trova l’antica cava che ospita numerose barriques e tini: ricca di labirinti e di prospettive inusuali è rimasta intatta con la pietra calcarea a vista nella sua particolare stratigrafia. La sapiente illuminazione scenica rende questo spazio unico ed è la sola concessione alla contemporaneità. In un piccolo spazio adiacente è stata ricavata una cucina sempre in pietra di Vicenza per ospitare momenti gourmet di degustazione e condivisione.
ph. Alvise Barsanti, Stefano Gasparato (esterni), Chiara Bellamoli.
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