What’s Nest? La storia di una giovane donna innamorata del suo Bel Paese.
Più di dieci anni all’estero, esperienze lavorative nel settore hotellerie con i più prestigiosi brand nazionali e internazionali, torna a casa e fonda Nest, una startup che promuove l’Italian life style. Storia di una giovane donna innamorata delle eccellenze e del suo Bel Paese.
“Come find your nest”, questo il payoff di Nest (in italiano nido), startup fondata da Maria Elena Fabbrini con l’obiettivo di diventare il punto di riferimento dell’ospitalità italiana per esperienze uniche puramente made in Italy.
Dopo aver vissuto per più di 10 anni all’estero, con una laurea in Svizzera a Les Roches in Business Administration e Hotel & Restaurant Management ed esperienze lavorative per Four Seasons, Mandarin Oriental, Rocco Forte e Cipriani, Maria Elena Fabbrini ha deciso di tornare in Italia per realizzare un sogno. Diventare imprenditrice e creare una piattaforma per promuovere il nostro Paese. Oggi è nella classifica delle 100 donne italiane di successo per Forbes Italia 2022.
Ho intervistato Maria Elena Fabbrini nel ciclo di interviste “Faccia a faccia con i manager” di Welevel Academy. Alla sua terza edizione, quest’anno “Faccia a faccia con i manager” ha visto la collaborazione di Welevel Academy con le scuole di alta formazione Glion e Les Roches. Tutti i manager intervistati sono infatti ex alunni di queste scuole.
we. Maria Elena, cos’è Nest?
“Nest” significa nido. Ognuno di noi cerca costantemente nidi di cui circondarsi: il nido della famiglia, del lavoro, dell’amore. Nest è il nido dell’ospitalità Made in Italy: un’attenta selezione di ville e hotel adatte a essere un nido per la vacanza in Italia. Nest è una azienda che promuove l’Italia a 360°, a livello internazionale, con uno stile, un brand e un tono di voce adatto ai turisti stranieri.
Abbiamo un ufficio prenotazioni e un servizio di concierge di viaggio che coordina l’arrivo, la permanenza e la partenza degli ospiti. Creiamo esperienze per i turisti che visitano il nostro Paese. Ogni esperienza è estremamente particolare: esperienze fuori dall’ordinario e dai cliché. Per cliché intendo tutti quegli stereotipi del made in Italy come la pizza, la pasta o la Vespa.
we. Un esempio di esperienze?
Per esempio la ricerca del tartufo in un bosco o un tour del barolo in mongolfiera. O un “pic-nido” sulla riva di un lago. Oppure una passeggiata in un vigneto accompagnata da una degustazione di vino. O una Tavolata in un trabocco.
we. A proposito di Tavolata. Ci spieghi come funziona?
Tavolata è un “social table”. Uniamo persone che non si conoscono attorno allo stesso tavolo. Una tavolata dove si mangiano prodotti made in Italy, mentre ci si conosce e si socializza. L’idea è far sentire le persone parte di qualcosa, di una community, dove socializzare, conoscersi, stare bene insieme.
Attorno al tavolo siedono al massimo 12 persone, perché riteniamo fondamentale che tutti riescano a parlare con tutti.
we. Dove si svolge la Tavolata?
La location della tavolata è sempre diversa e sempre molto particolare e ricercata, come per esempio gallerie d’arte, case private, un campo di grano o in un vigneto nella campagna Toscana. Lo stesso vale per i prodotti che vengono serviti. Gli ospiti hanno la possibilità di conoscere lo Chef, assorbire la cultura e l’atmosfera del territorio locale.
we. Come è nata l’idea di Nest?
Un momento assurdo per tutti come è stato quello del Covid19, per me è stato un momento di rinascita. Già da un po’ di tempo mi guardavo allo specchio e pensavo: non mi fa stare bene lavorare per altri. Sentivo il mio potenziale soffocato. Come un vulcano in eruzione, ma sotto terra.
Poco prima dell’inizio del lockdown mia madre mi ha chiesto di tornare a casa. Ero a Londra, dove vivevo per lavoro. Lei non voleva che restassi sola durante l’isolamento. In quel periodo stavo già elaborando l’idea di Nest. Tenevo un foglio sempre a portata di mano per buttare giù le idee che mi venivano in mente. Sono rimasta in Italia due mesi in lockdown e ho definito un progetto di business, mettendoci tutto quello che per me era importante: il nido, il rifugio, le cose genuine. Così è nata Nest.
we. Quali strutture ricettive possono fare parte di Nest?
Nella scelta delle strutture ricettive siamo estremamente selettivi e posso dichiarare con certezza che questa è stata la chiave del nostro successo. Le strutture ricevono un invito a entrare in Nest oppure possono fare richiesta tramite la compilazione di un form. La nostra preferenza è quella di adesione su invito: puntiamo a una selezione di strutture che sappiamo essere un must in portfolio.
Io e il mio team leggiamo ogni recensione di tutte le strutture ricettive che si candidano e facciamo una site visit per testare in prima persona se queste strutture hanno determinati requisiti. In primis il requisito della qualità e del rispetto degli standard di servizio. Fra le cose che valutiamo c’è anche il punteggio che la struttura ha su Booking.com
we. Quanti sono i vostri affiliati oggi?
Abbiamo da poco raggiunto i 250 affiliati. Si tratta di ville, hotel, chalet e appartamenti.
we. Qual è il vostro modello di business?
Siamo un canale per aderire al quale gli affiliati pagano una fee. Pubblicizziamo i nostri affiliati e generiamo per loro prenotazioni.
we. Come vedi il futuro di Nest?
Ho tanti progetti per Nest e spero di realizzarli tutti. Sento che abbiamo appena iniziato.
Per esempio vorrei entrare nel mondo del real estate. Su questo fronte c’è già qualcosa in via di sviluppo, ma ancora non posso ufficializzare niente. Posso solo dire che avremo alcune nostre strutture ricettive e si chiameranno Nest house. Saranno situate sia in Italia che all’estero e il comune denominatore sarà promuovere, all’interno di queste proprietà, il made in Italy.
we. Sei stata inserita fra le 100 donne di successo da Forbes nel 2022. Che consiglio daresti alle giovani donne, studentesse e professioniste, che lavorano nel settore dell’ospitalità?
Scegliete un’azienda che vi faccia sentire parte di qualcosa. E soprattutto un’azienda dove vi sentite rispettate.
Nessuno ci obbliga a stare in situazioni che sono spiacevoli, svilenti, offensive.
Né nell’ambiente lavorativo, né nell’ambiente privato. Dobbiamo sottrarci da situazioni che non ci fanno stare bene. Il mio consiglio è di cercare una realtà dove possiate essere voi stesse. Credo sia questa la chiave del benessere e anche del successo.
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Scopri le altre interviste della serie “Faccia a faccia con i manager”.
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