Lavorare 4 giorni a settimana. Al resto ci pensa l’AI.
Settimana breve, intelligenza artificiale, human resource e altro ancora. A tu per tu con Lapo Conti, HR Manager di 25hours Hotel Firenze.
Con l’intelligenza artificiale in grado di compiere in una frazione di secondo tantissime operazioni, perché le aziende dovrebbero continuare a farsi carico del costo dei dipendenti? Alla luce delle ultime impressionanti applicazioni dell’AI, in questo orizzonte da Matrix, viene voglia di leggere o rileggere Marx. Viene voglia di ripensare al concetto di lavoro, fino a ora considerato non solo fondamento di sopravvivenza, ma anche di dignità per l’uomo oltre che pilastro su cui si basa la Repubblica. Viene voglia di farsi qualche domanda.
L’intelligenza artificiale trasfigurerà lavoro e società? Due cose che già di per sé sono sempre in evoluzione. Di fatto, se ci pensiamo bene, da anni siamo di fronte a un cambiamento antropologico, velocizzato dalla pandemia, che sta portando a una rivoluzione del lavoro. Il lavoro non è più al centro della vita di molte persone. Per utilizzare il paradosso come forma di riflessione potremmo dire che l’intelligenza artificiale ha sempre più voglia di lavorare, mentre l’intelligenza umana sempre meno. Le aziende sono portate a pensare quanto del lavoro dei loro dipendenti possa essere svolto da sistemi artificiali. Risparmiando così tempo e denaro. Se a questo aggiungiamo che sono i lavoratori stessi a chiedere più flessibilità in termini di orari, turni di lavoro, lavoro da remoto, capiamo di essere di fronte a una grande opportunità. Quante domande. E dove le troviamo le risposte? Nell’arena Welevel Academy, all’evento Hospitality Day, recentemente conclusosi a Rimini, ho voluto porre questi interrogativi a Lapo Conti, Human Resource Manager di 25hours Hotel Firenze
Irriverente, smart e sempre con un design avvincente: la catena 25hours Hotels ha debuttato in Italia con un hotel di oltre 170 camere nel quartiere di Santa Maria Novella, nel cuore di Firenze. La progettazione dell’interior, affidata a Paola Navone, è ispirata alla Divina Commedia di Dante ed è ricca di allusioni a quest’opera: elementi tratti dai gironi infernali o dai cieli del Paradiso immergono nell’universo dantesco, tra vizi e virtù.
Durante l’intervista nell’arena Welevel Academy di Hospitality Day con Lapo abbiamo parlato di settimana lavorativa breve, tutela dell’ambiente e intelligenza artificiale.
we. Lapo, raccontaci di 25hours e del ruolo che occupi ?
Sono HR Manager da qualche anno. Sono arrivato a ricoprire questo ruolo grazie a due percorsi: un’esperienza lavorativa nell’ambito della ristorazione e una laurea in psicologia. 25hours è un brand che fa parte del gruppo Ennismore, della galassia Accor, nato circa 5 anni fa in Germania e cresciuto molto in nord Europa. La catena ha aperto il suo primo hotel in Italia due anni fa, come 13esimo hotel del gruppo. È stata la prima apertura post Covid e anche la prima apertura in una città d’arte, nel cuore di Firenze appunto, con una clientela totalmente leisure. Lo stile 25hours si può descrivere come un’ospitalità informale, autentica, svuotata dagli standard, leggera in termini di servizi a parità di valore della struttura. Un tipo di accoglienza priva di standard di catena o di gruppo. Altra peculiarità di 25hours è il fatto di aver messo al centro dell’offerta i servizi food&beverage. Al centro in tutti i sensi. Quando entri in un hotel 25hours ti sembra di entrare in un bar o in un ristorante. Attenzione, non fraintendetemi: ti trovi immerso in un ristorante in un hotel, non in un ristorante di hotel. Oppure in un bar in un hotel, non in un bar d’hotel.
Questo è il modo attraverso cui apriamo le porte dell’hotel anche alla città e cerchiamo di rompere la barriera per cui un local non va in hotel per un incontro di lavoro o per farsi un drink. Noi vogliamo invece che lo faccia
Da noi può venire chiunque: dalla persona in sandali alla persona in giacca e cravatta.
we. Veniamo al tema della ricerca di personale. Sul vostro sito, nella pagina “lavora con noi” appare scritto in caratteri cubitali il motto “Come as you are”. Cosa significa?
“Come as you are” è un messaggio di inclusione. Come vi dicevo prima, vogliamo aprire le porte dell’hotel a tutti, purché portino qualcosa. Vogliamo togliere il curriculum vitae dalla cima della lista delle cose che valutiamo e guardare in primis cosa portano le persone, in termini di passione per il lavoro. Questo riguarda anche i nostri ospiti: da noi può venire chiunque, dalla persona in giacca e cravatta alla persona in sandali. Non abbiamo standard né per gli ospiti né per i dipendenti.
Vogliamo togliere il cv dalla cima della lista di ciò che valutiamo.
we. Cosa cercano le persone che si candidano per i vostri annunci di lavoro?
La maggior parte delle persone cerca prospettive di crescita, crescita economica e di livello lavorativo. Un altro elemento a cui le persone sono sensibili è l’equilibrio fra vita privata e vita lavorativa: sempre di più si cerca un ambiente lavorativo che non richieda il sacrificio della propria vita privata. C’è chi desidera avere tempo per dedicarsi alla famiglia o al proprio hobby.
we. Settimana lavorativa breve. Al desk della reception del vostro hotel a Berlino ho trovato un volantino che promuoveva la settimana lavorativa di 4 giorni. È un modello che state già adottando?
Sì, in alcuni Paesi è già realtà. L’idea è nata nel 2021 in Germania. Durante la pandemia abbiamo avuto grosse difficoltà a trovare personale, i bar di alcuni hotel rimasero chiusi perché non avevamo personale a sufficienza. Il primo progetto pilota è partito nel 2021 ad Amburgo. Abbiamo iniziato a proporre la settimana lavorativa di 4 giorni, 9 ore di lavoro al giorno, per un totale di 36 ore settimanali.
Il contratto di lavoro è rimasto di 40 ore: le 4 ore in esubero vengono utilizzate come banca ore per le emergenze che, a fine anno, se non utilizzate, vengono annullate. Successivamente la proposta è stata allargata a tutti gli hotel di lingua tedesca, in Austria e Svizzera. A oggi i risultati sono ottimi in termini di employer branding e recruiting. Vi do qualche dato. Dal secondo quadrimestre del 2022 al primo del 2023 le candidature sono aumentate del 50%. Abbiamo mantenuto lo stesso livello di produttività, laddove è possibile calcolarlo, come per esempio negli uffici. Abbiamo migliorato il benessere aziendale, sono calate per esempio le assenze per malattia. Stiamo aspettando i risultati di un questionario che abbiamo preparato per i dipendenti, ma siamo convinti che siano contenti.
we. E In Italia? Credi che gli albergatori siano pronti a un tale cambiamento?
Purtroppo in Italia non ci è ancora possibile adottare la settimana lavorativa di 4 giorni. Nel settore bancario ci sono alcuni esperimenti in corso. Si tratta per prima cosa di cambiare paradigma, di cambiare mentalità. Il mondo del lavoro ha già subito importanti rivoluzioni prima d’ora. Pensiamo per esempio quando siamo passati da 6 giorni lavorativi a 5. In Italia siamo ancora un po’ indietro, anche io all’inizio non ero convinto del modello dei 3 giorni off. Poi ne abbiamo discusso tanto con Amburgo e mi sono convinto anche io. È ormai evidente che le persone hanno bisogno di investire meno tempo sul lavoro, per diversi motivi.
we. Intelligenza artificiale. Si dice che cambierà il mondo del lavoro. Nel settore dell’hotellerie quali figure professionali potrebbero essere affiancate o addirittura sostituite dall’AI?
In hotel possiamo senza dubbio delegare all’intelligenza artificiale gli aspetti legati ai numeri, come il Revenue Management, la distribuzione, che sono i settori in cui già si usa l’intelligenza artificiale da tempo. Per quello che mi riguarda, spero che al front office non vengano mai a mancare le persone. Non vorrei mai un pc alla reception al posto di un essere umano. Nell’ambito della ricerca e della selezione del personale, l’intelligenza artificiale verrà usata per lo screening dei curricula vitae. Ma la conoscenza delle persone passerà sempre tramite la relazione. All’intelligenza artificiale lasceremo elaborare i numeri e farci risparmiare tempo.
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Per ascoltare l’intervista completa, registrati su Welevel Academy e accedi alla registrazione dell’arena Welevel a Hospitality Day.
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