A volo di drone su Milano per individuare le aperture culinarie più cool. 4 proposte effervescenti per il mix di soluzioni progettuali o per la scelta della location che proiettano [ancora] Milano come centro propulsivo di nuove tendenze.

Alla Milano da bere si affianca quella da mangiare. Negli ultimi anni infatti sono sempre di più i locali che amalgamo sala ristorante e cocktail bar, mix che ormai ha preso piede su tutto il territorio nazionale. Nuova è invece la proposta che unisce alla ristorazione l’intrattenimento post cena. Il capoluogo meneghino fa ancora una volta da apripista puntando sull’effetto wow, a base di colore, incursioni animalier e psichedeliche e cucina fusion. Con risultati sempre diversi per un target decisamente giovane o giovanile.

Bun Burgers, via Dell’Orso, ph. Gregory Abbate.

Basho Eclectic House.

Già il nome mette in luce la molteplicità di ispirazioni, riferimenti e di contaminazioni che contraddistingue il locale di via Valtellina Basho Eclectic House, parte della catena di cucina italiana, giapponese e brasiliana fondata dal calabrese Michele Giglio.

Basho Eclectic House, via Valtellina 4, ph. Simone Furiosi.

Il nome Basho, che deriva dallo pseudonimo di Matsuo Munefusa, grande poeta giapponese del XVII secolo, viene declinato su tutti i sette ristoranti del gruppo. Il progetto di Nick Maltese e Federico Pagetti di Nick Maltese Studio punta a rispecchiare le scenografiche ambientazioni interne nelle vetrine simili a tableaux vivants dove i commensali diventano protagonisti.

Vuoi incontrare Nick Maltese e Federico Pagetti? Vieni a Hospitality Design Conference l’8 maggio a Milano. Guarda qui il programma.

La sequenza di suggestive ambientazioni dall’ingresso total blu Klein, con decori optical luminescenti e un gigantesco gorilla in PLA, si propaga alla Living Room fra divani, poltroncine e musiche d’ambiente. In stretta connessione è posizionato il bar e la postazione dei sushimen con evidenti richiami alle collezioni di Memphis di Ettore Sottsass e Alchimia di Alessandro Mendini.

Dalla sobria Dining Room in blu, ocra, rosso terra e ruggine oppure color del vino per il grès effetto marmo, si accede all’effervescente Play Room con colori estremi, fotogrammi di cartoon e immagini di fumetti pantografate su teli retroilluminati con pavimenti a pois blu. Il passaggio all’ironia è assicurato dalla cosiddetta Laundry Room, un club privé con cromie notturne e un’illuminazione densa e soffusa, adatto a piccoli spettacoli, rivestito con le carte da parati di LondonArt e una sequenza di oblò di lavatrici sulla quale campeggia, ironicamente, la scritta “wash your dirty habits”.

Matanē.

Ancora cultura giapponese e più precisamente quella dei manga per Matanē, locale di street food con piccolo dehor in piazza Wagner. Protagonista è l’onigirazu, un panino di riso racchiuso da un’alga nori e farcito con ripieni diversi, nato negli anni Ottanta dalla cultura manga.

Matanē, piazza Wagner, ph. Andrea Fongo.

Lo studio Vudafieri-Saverino Partners ricrea, in meno di cento metri quadrati, le atmosfere di Tokyo ricche di luci, insegne, locali street food e sovrapposizioni cromatiche attraverso carte da parati, lampade multicolor in silicone e leggere librerie a parete su disegno che richiamano la tradizione dei pannelli e delle porte scorrevoli delle abitazioni del Sol Levante. Il colore ha un ruolo di spicco nella definizione dello spazio e guida tutte le scelte di interior design, dalle luci agli arredi fino alle grafiche sui muri.

Il rosso, simbolo di buon auspicio e felicità, è utilizzato nelle diverse sfumature per tavoli, sedute, panche e imbotti, accoppiati a cuscini e paraventi in tessuto jeans, che in Giappone vanta una produzione d’eccellenza. L’entrata è dominata dal bancone in legno con pannelli a rete in rame e dalla bottigliera a parete. Nei bagni ritornano le atmosfere urbane con le decorazioni a strisce bianche degli incroci pedonali, il semaforo e le immagini proiettate in loop su uno schermo.

Vuoi incontrare lo studio Vudafieri Saverino? Vieni a Hospitality Design Conference l’8 maggio a Milano. Guarda qui il programma.

Bun Burgers.

Sono stati sufficienti quattro colori tenui – giallo canarino, pesca, lilla e verde chiaro -, per creare l’atmosfera sofisticata di Bun Burgers. Lo studio spagnolo Masquespacio, a differenza degli altri due locali milanesi della stessa catena italiana di hamburger, utilizza una palette un po’ meno sgargiante in linea con il contesto storico del quartiere Brera.

La nuova sede di Bun Burgers progettata da Masquespacio, ph. Gregory Abbate.

Spazio che diventa di forte attrattività grazie agli effetti a specchio lungo le pareti e il soffitto che ricreano la sensazione di essere circondati dalle onde come all’interno di una piscina piastrellata di bianco.

Sebbene all’interno vengono riproposti altri elementi della catena, come le alcove ad arco che accolgono le panche, i mobili e l’illuminazione, qui sono i contenitori con piante stabilizzate a fare la differenza rendendo l’atmosfera meno rarefatta. Non sono da meno i dettagli color oro di tavolini e sgabelli che riportano i commensali con i piedi per terra.

Piperita.

Come il gusto menta delle caramelle che spopolava negli anni Settanta e Ottanta o ancora dal nome del mitico Piper Club di Roma: Piperita del Gruppo Tavola è uno dei locali più pop di Milano.

Oltre al ristorante e al cocktail bar, il locale propone musica live, karaoke e cabaret in pieno centro città, in una via laterale di via Torino. Lo spazio è pop per l’offerta culinaria ma soprattutto per l’atmosfera disco con i colori fucsia, giallo, blu elettrico e la classica sfera stroboscopica d’argento a soffitto.

Allegria e creatività sprizzano nelle illustrazioni a parete dell’artista Andrea Casagrande e nella giraffa che attraversa due piani: la testa sbuca dal pavimento del secondo piano del ristorante, mentre le gambe sono al centro di un banco per la consumazione del piano inferiore.

L’effetto sorpresa aumenta con il bancone bar The Flight con pezzi di un vecchio aereo accordati al barman in divisa da pilota, con l’albero fiorito al centro del divanetto rotondo all’ingresso, con le luci al neon a forma di fiore, con i colori forti che elettrizzano pareti e soffitti e con le pavimentazioni a scacchiera bianco/nero oppure rosso fuoco. Un locale che vive di contrasti ben amalgamati, come un ossimoro ben riuscito.

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In apertura, Basho Eclectic House, ph. Simone Furiosi.