“Il progetto Up Hotel: tra incoscienza, collage di viaggi e amore per la Romagna”.
Al via la nuova rubrica La voce dell’albergatore, che racconterà storie di innovazione, visione e rinnovamento in hotel. Storie di successo, di differenziazione e di coraggio. Cominciamo parlando con Fabrizio Fabbri dell’Up Hotel di Rimini.
UP Hotel è più di un hotel. Up Hotel non è il classico hotel di Rimini. Up Hotel è un micro universo per viaggiatori contemporanei, crea(t)tivi iperconnessi, new families, cacciatori di ispirazioni, intenditori di cose buone, digital gourmand, curiosi professionisti, amanti del cambiamento. UP è per te: una Unique Person che ama inebriarsi di esperienze che fanno la differenza.
Questo è l’incipit di presentazione dell’Up Hotel di Rimini. Quattro righe che esprimono un vero e proprio concept. Un nuovo modo di fare ospitalità. Sicuramente rivoluzionario rispetto alla tipica ospitalità della Riviera Romagnola. Un progetto che nasce qualche anno fa da un hotel di Rivazzurra che fino a quel momento era stato sempre gestito in maniera tradizionale. Oggi l’Up Hotel è un piccolo gioiello di innovazione non soltanto strutturale, ma anche e soprattutto di attenzione verso il cliente, che tiene conto delle esigenze dei nuovi turismi grazie a un approccio internazionale.
Ne parliamo con il titolare Fabrizio Fabbri, che ci racconta la prima storia di successo de La voce dell’albergatore.
we. Come è nato il progetto di rinnovamento della struttura?
Dopo tanti anni in cui l’hotel era stato gestito – prima dalla mia famiglia e successivamente da gestioni esterne – più o meno nella stessa maniera, ho pensato che avrei voluto una struttura simile a quelle che cerco quando vado in giro per il mondo. Prima di tutto una camera comodissima, massimo confort e insonorizzazione. Poi una colazione super e, in generale, un ambiente più smart. Così ho messo insieme le mie idee, mi sono confrontato con i miei collaboratori e ho deciso di affidarmi a professionisti che fossero in grado di aiutarmi a dare vita al progetto nella maniera ottimale. E così è nato l’Up!
we. Hai accennato alla colazione. La colazione dell’Up è molto citata nelle recensioni e pare che sia apprezzatissima dai vostri ospiti. Quali sono le caratteristiche di un breakfast di successo?
Innanzitutto abbiamo reso gli orari più flessibili. L’ospite quando è in vacanza non ha voglia di rispettare regole troppo rigide e vuole riposarsi senza che gli venga messa fretta. Abbiamo poi migliorato la qualità e le modalità di fruizione del breakfast rendendola più simile a un servizio bar piuttosto che alla tipica colazione da albergo, ampliando la scelta e la qualità dei prodotti, tutti ricercati e rigorosamente artigianali, oltre a puntare maggiormente sulle monoporzioni e sulla formula dell’honesty bar, sempre nell’ottica di una maggiore personalizzazione dell’offerta.
we. Questo, oltre che sulla soddisfazione degli ospiti, ha influito anche a livello di ricavi?
Direi che non è immediatamente percepibile il ritorno economico. Certamente la grande soddisfazione degli ospiti ha una ricaduta molto positiva sulla reputazione della struttura, con tutto quello che ne consegue. Per esempio, questo innalzamento della qualità e questa differenziazione rispetto alle altre strutture del territorio ci ha consentito di accogliere anche la richiesta di clienti esterni che vengono a fare colazione da noi. Abitanti del luogo, ma anche ospiti di altri hotel.
we. A proposito di territorio, quanto ha influito nelle vostre scelte la possibilità di intervenire, anche in parte, in una idea di riqualificazione della vostra location?
Notevolmente. Dietro il progetto dell’Up c’è sicuramente la voglia di comunicare la bellezza di Rimini, terra dove siamo nati e che amiamo moltissimo. Amandola e conoscendola a fondo, per noi è importante condividere tutte le opportunità che offre – anche aldilà dell’aspetto balneare – con i nostri ospiti. Dopo aver viaggiato per tutto il mondo, ho pensato di dedicare il resto della mia vita professionale a questo progetto che è strettamente interconnesso con l’esperienza local che noi cerchiamo di promuovere e a cui cerchiamo di portare il nostro contributo.
we. Com’è la vita di un hotel aperto tutto l’anno in una location popolata perlopiù da strutture stagionali? Chi sono i clienti che prenotano nei periodi di bassa stagione in assenza di eventi e fiere?
Ospiti che vengono in estate e tornano per un weekend di relax fuori stagione. Ospiti business in viaggio che cercano un pernottamento intermedio o che devono incontrarsi per incontri di lavoro. In questo senso, abbiamo cercato di creare un ambiente il più possibile piacevole e mettiamo a disposizione spazi per piccoli meeting.
we. A proposito di clientela, come sono cambiati gli ospiti dopo il rinnovamento totale della struttura?
L’hotel è cambiato, la filosofia di ospitalità è cambiata, i prezzi sono cambiati. E anche gli ospiti sono cambiati, completamente. E devo dire che rispondono perfettamente agli obiettivi che ci eravamo prefissati. Un ospite abituato a viaggiare, curioso e dinamico, in grado di apprezzare le proposte del territorio. Questo è l’ospite dell’Up.
we. L’Up punta molto sulla tecnologia da tutti i punti vista. Secondo te questo rischia di spersonalizzare la relazione con il cliente o, al contrario, la agevola?
I nostri ospiti apprezzano molto la tecnologia sia in dotazione che le attività che ci consentono di velocizzare e snellire le procedure. Meno tempo per la burocrazia, più tempo da dedicare all’ospite. Questo è il nostro modo di lavorare, sempre comunque orientato alla massima personalizzazione del soggiorno e all’accoglienza.
we. Cosa suggeriresti a un tuo collega che voglia apportare rinnovamenti alla propria struttura?
Di viaggiare il più possibile. Di aggiornarsi. Di rivolgersi a professionisti seri. Di essere un po’ incoscienti.
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