Boutique hotel Pieve Aldina nel Chianti.
Conservare il fascino della storia, riscoprendo l’anima di un luogo speciale. Recupero e riuso di un ex convento vescovile del XII secolo firmato Pierattelli Architetture.
Nata otto anni fa, Les Domaines de Fontenille è una collezione di 11 hotel che propongono un concetto di ospitalità in grado di fondere la cultura, la gastronomia e il savoir-vivre francese con la semplicità di luoghi straordinari come Minorca, il Luberon, le Calanques di Marsiglia.
La prima struttura italiana del brand fondato da Frédéric Biousse e Guillaume Foucher si trova in un sito dall’allure speciale scovato dopo una perlustrazione di 600 km tra la Val d’Elsa e il Chianti. Il luogo prescelto è un complesso vescovile del XII secolo di tre edifici costruito attorno alla pieve di Santa Maria Novella a Radda in Chianti, lungo la Chiantigiana, la strada del vino che collega Firenze a Siena.
Quella che fu la casa estiva del vescovo di Siena e successivamente l’abitazione di campagna di un importante storico dell’arte, è ora un boutique hotel parte della collezione Relais & Châteaux. L’attento progetto di recupero in chiave contemporanea è stato firmato dallo studio Pierattelli Architetture, di cui avevamo raccontato l’ostello YellowSquare, a Firenze.
L’intervento dello studio con base a Firenze e Milano valorizza e conserva le strutture originali e i caratteri propri di un contesto antico, quasi immutato nei secoli, immerso in 40 ettari di colline, uliveti e vigneti: un luogo di quiete che nel 1043 il conte di Piancaldoli offrì in dono alla moglie Aldina Ubaldini, da cui oggi l’hotel prende il nome.
Facciate irregolari in pietraforte, muri spessi, robuste intelaiature in legno, coperture in coppi e tegole, portici e cortili interni, soffitti alti nei piani inferiori che diventano più bassi e spioventi al livello superiore: le tre residenze rispecchiano gli elementi tipici del casolare toscano tradizionale.
Una porzione di edifici è stata vincolata dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, mentre la piccola chiesa parrocchiale del X secolo a cui si appoggia, la pieve di Santa Maria Novella che non fa parte della proprietà dell’hotel, è un esempio di architettura romanica restaurato 10 anni fa dalla diocesi di Fiesole.
Attraverso il lavoro sartoriale di sintesi che traduce e celebra il patrimonio chiantigiano con un lessico minimal e contemporaneo sono state ricavate 22 camere, dai 40 ai 90 mq ispirate ai paesaggi rurali che circondano l’hotel o ai colori della calce naturale locale, il verde salvia, il malva pallido e il beige morbido delle pareti, sulle quali spiccano le stampe su lastre di marmo di Carrara dell’artista parigina Dune Varela e gli erbari di Stéphanie Montaigu che incolla immagini di fiori e sculture antiche sulle pagine ingiallite di vecchi libri.
Nelle suite della casa padronale, denominata La Pieve, sono state restaurate e messe in risalto le decorazioni murarie interne originali che adornano le pareti.
In tutti gli interni prevale la scelta di arredi sobri e dalle linee pulite, con una predilezione per i colori della terra, come il verde salvia, oltre a variazioni di beige, bianco e marrone, e con materiali propri del territorio – l’intonaco di calce per le pareti, il legno per gli infissi e i battiscopa dipinti e così come nei pavimenti in terracotta di Manetti Gusmano & Figli, realizzati ad hoc in color tabacco o in una più chiara tonalità biscotto.
Tinte polverose e toni neutri si ritrovano anche nella scelta dei tendaggi naturali di Moncini e degli imbottiti firmati Gervasoni. Gli arredi sono un tributo all’artigianato italiano, dalle armadiature su misura realizzate da Lema, all’illuminazione di Flos e Platek, dalle testiere progettate da artigiani toscani fino alle ceramiche di Marazzi.
Come la Pieve, anche gli altri due edifici – Studiolo e Conventino – sono arricchiti da suggestivi soffitti in legno e finestre che incorniciano il verde della campagna circostante.
Nei magazzini, dove un tempo venivano depositati gli attrezzi agricoli e lasciate le olive prima della spremitura, è stata ricavato il ristorante Le Rondini: uno spazio di 100 mq caratterizzato dal soffitto a voltine in ferro e terracotta, materiale della tradizione utilizzato anche a pavimento nei toni del beige.
All’esterno, valorizzando i terrazzamenti preesistenti, è stata realizzata una piscina circondata da rose rampicanti e limoni, muretti a secco, siepi di bosso e grandi vasi settecenteschi in terracotta decorati. Non sono state realizzate recinzioni di confine, proprio come è di prassi in Toscana, per offrire quel senso di libertà che possa far sentire gli ospiti parte del paesaggio.
Poco distante si trova la più antica cantina del Chianti Classico: in attività del 1043, la Premiata Fattoria di Castelvecchi offre la possibilità di degustazioni in vigna in uno scenario suggestivo.
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ph. Iuri Niccolai e Sylvie Becquet.
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