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Dai Baby Beta ai New You, dal turismo for your self al family bonding; ecco i trend alberghieri per i prossimi 10 anni. Un racconto affascinante di Nicola Delvecchio, avvallato da Mauro Vinci di Radisson Group che ci svela le prossime iniziative di catena.

Si parla di trend alberghieri sulle Terrazze Salvioni a Milano, al terzo incontro del format Progettare l’outdoor per l’hotellerie, un ciclo di 6 appuntamenti dedicati all’esplorazione delle nuove frontiere dell’ospitalità e della progettazione di spazi outdoor, organizzato da we:ll magazine, Teamwork Hospitality, insieme a UNOPIU’, partner dell’evento. 

Ospiti del salotto dell’architetto Laura Verdi, direttore di we:ll magazine, un parterre di elezione: Mauro Vinci Managing Director & Vice President Business Development Italy presso Radisson Hotel Group, Beniamino Garofalo CEO UNOPIU’, Mauro Santinato, Founder & CEO Teamwork Hospitality e Nicola Delvecchio, Senior Consultant Teamwork Hospitality.

La serata si apre con un’analisi di Nicola Delvecchio sul mercato attuale dell’hotellerie, che per la prima volta, quest’anno, vedrà 7 generazioni di viaggiatori in contemporanea. Si tratta dei Baby Beta, i nati nel 2025, per i quali l’I.A. sarà una realtà con la quale confrontarsi giornalmente e non la novità o la nuova frontiera, come per le generazioni precedenti.

Impossibile immaginare, quindi, una sola formula per incontrare le esigenze di tutti. Si rende necessaria una stretta personalizzazione e caratterizzazione delle strutture dedicate all’ospitalità.

Questo è ciò che ha pensato di fare a Cervia l’hotel The Match, primo games hotel in Italia che ha indirizzato i propri sforzi ad accompagnare il nostalgico ritorno ai videogame della Generazione Z, o l’Aviva Single hotel in Austria, che accoglie unicamente viaggiatori single o gruppi di amici, per intercettare il nuovo trend dei SOLO travellers, che rivendicano il diritto ad appropriarsi del viaggio in solitaria, not by yourself but for yourself. Ma anche al target dei Baby Boomers vengono dedicati progetti, come il Casa Barbara a Nizza in Francia [vedi il nostro articolo su Hospitality Design Conference ]. Una struttura per vacanze short&long stay con proposte rivolte agli over 60 che abbiano voglia di divertirsi e di vivere attivamente. Vi è un trend però che accomuna tutte le generazioni: il New You o il nuovo sé.

Hotel Albatros (progetto Rizoma Architetture), un esempio di family bonding.

Una rinnovata attenzione per tutto quanto attiene la trasformazione personale, che sia fitness, mindfulness, wellness o – l’ultima moda -la riconnessione familiare: il family bonding.

Diverse sono le strutture che seguono questo business model, accogliendo persone che abbiano desiderio di riscoprire un nuovo sé dedicandosi un retreat che aiuti a realizzare aspirazioni, desideri o anche solo cambiare alcuni aspetti dell’approccio alla vita.

Si tratta, a volte, di piccoli boutique hotel come l’Hoy a Parigi, che offre uno stile di vita salutare e rispettoso dei ritmi naturali con la possibilità di praticare yoga ed essere seguiti da un osteopata durante il proprio soggiorno, o di strutture che consentono di approcciarsi a nuove dimensioni culturali e geografiche. Parliamo per esempio di progetti in stretta connessione con le abitudini e le tradizioni locali. Qui il desiderio è quello di proporre un modello di soggiorno “like a hyper local”, con grande attenzione alla comunità locale e il preciso intento di restituzione al territorio [ndr la catena The Hoxton ha fatto proprio questo concept riproponendo in giro per il mondo hotel iper connessi ai quartieri delle città in cui nascono].

Al di là di queste specificità, legate alle generazioni o ai trend attuali, alcune best practice possono essere senz’altro rintracciate tra le caratteristiche comuni a chi progetta nuove strutture per l’ospitalità.

Prima fra tutte l’efficientamento degli spazi interni all’hotel. L’introduzione di nuove tecnologie per la gestione dei processi interni degli hotel ha ridotto le operazioni quotidiane da svolgere manualmente. Questo ha comportato un recupero delle aree precedentemente dedicate al back office. Sempre più di frequente le aree comuni degli alberghi diventano zone multifunzione, le roomless lounge.

Area self check in a Demo Hotel a Rimini.

Anche il momento dell’accoglienza alla reception, primo fondamentale contatto del cliente con la struttura ,viene coinvolto in questa rivoluzione, passando spesso da una gestione frontale a una gestione relazionale. La filosofia sottesa a tutto questo è una sola, rendere ogni spazio in albergo una possibile fonte di reddito.

Quando parliamo di spazi, non intendiamo solo quelli interni, ma anche quelli esterni, che sono oggi ricercatissimi.

Il Social Hub a Firenze.

Se ieri l’esistenza di una piscina, esterna o interna, era il plus indiscusso degli hotel di una certa categoria, oggi la regina della festa è senza dubbio il rooftop o la terrazza. Le declinazioni e gli utilizzi sono i più diversi; da zona che favorisce l’aggregazione, dotata di giochi di società che uniscono le generazioni, come nel courtyard dell’hotel Zephyr di San Francisco, a zona di scambio social, come lo specchio d’acqua altamente” instagrammato” dell’hotel the Social Hub a Firenze, o anche semplici spazi dove bere una bibita, come nel caso degli honesty bar, strutture in autogestione che consentono di fornire il servizio bar senza l’aggravio dei costi del personale.

L’aspetto comune a tutti questi esempi così diversi è che gli open space, i rooftop, le terrazze sono divenute opportunità di ricavo per l’hotel.

In questo senso anche gli arredi da esterno devono corrispondere alle nuove attese. “Mobili pratici, facili da spostare, facilmente stoccabili, resistenti alle condizioni atmosferiche e di facile manutenzione”, ci conferma Beniamino Garofalo, “ma che abbiano qualità, gusto, comodità, durabilità e un look elegante al pari degli interni. Se prima – continua Garofalo, gli spazi esterni venivano arredati solo se avanzava budget, oggi,dopo la lunga segregazione dovuta alla pandemia, la volontà di stare all’aria aperta si è imposta con forza, e gli arredi interni ed esterni hanno pari dignità all’interno del progetto”.

Rooftop al Radisson Santa Sofia a Milano.

E che questi trend e queste best practice corrispondano alla realtà percepita anche dalle grandi catene alberghiere viene confermato dalle parole di Mauro Vinci, Responsabile Operations e nuove acquisizioni del gruppo Radisson.

“L’importanza di recuperare e progettare degli spazi esterni, da tendenza è ormai divenuta una realtà, sempre più richiesta dal mercato e rappresenta un vero e proprio centro di ricavo fondamentale per l’offerta” spiega Vinci. “Ma è riduttivo pensare alla terrazza solo come a uno spazio finalmente arredato con gusto. Terrazza è l’insieme di arredo, musica, illuminazione, verde, tutti aspetti che vanno attentamente progettati, la cui regia deve essere affidata a chi cura il progetto architettonico”.

Ma non basta. La vera sfida non è solo intuire le tendenze a venire, ma anche saperle realizzare.

Questo è quello che è accaduto a Milano con la riconversione a hotel di due palazzi storici –Radisson Collection Santa Sofia e Palazzo Touring – e a Firenze, quando circa sei anni fa Radisson ha iniziato a pensare a un Urban Family Resort. L’apertura di questa nuovissima struttura, prevista per ottobre prossimo, consentirà di superare la visione bleisure, per approdare a un nuovo concetto di accoglienza.

Il Radisson Blue Business Urban Resort a Firenze sarà caratterizzato da spazi dedicati alle famiglie e al tempo libero, completamente separati ma vicini agli spazi congressuali e destinati alle attività lavorative. Una dimensione dove le famiglie possano trascorrere del tempo e i genitori tuttavia trovare spazi attrezzati per le proprie esigenze lavorative.

“Altro esempio felice di lungimiranza per il nostro gruppo a Napoli è il nuovissimo 5 stelle che sta sorgendo all’interno dell’ex sede storica del quotidiano Il Mattino, in via Chiatamone. Immaginato già 6 anni fa, sta divenendo oggi realtà e, grazie alle soluzioni dell’architetto Boeri che sta seguendo il progetto, diverrà un polmone verde per la città. Questa restituzione al territorio di spazi a verde fruibili dalla cittadinanza è, per noi di Radisson, un fondamentale aspetto di sostenibilità”.

Ma non esistono solo le grandi città o le città d’arte, in Italia c’è spazio anche nelle seconde destinazioni, proprio per la presenza di servizi, di realizzazioni architettoniche o spettacoli della natura. Ecco l’esempio del recupero dell’ex hotel San Gottardo a Como, che sarà pronto a far vivere anche la città come una delle destinazioni sul lago.

In apertura: ristorante Issey Rooftop al Radisson Santa Sofia a Milano.

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I prossimi appuntamenti.

Cosa significa progettare il benessere in alta montagna? Questo è quello che chiederemo il 9 luglio 2025 all’architetto Andreas Profanter partner di NOA architecture and interior design studio e a Matteo Giacomelli, CEO di Lungolivigno, i prossimi ospiti di Progettare l’outdoor.

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