Radisson Collection Hotel Santa Sofia a Milano.
Lo stile massimalista delle aree comuni progettate da Alessandro Cesario e AtelierP. Atmosfere British e un rooftop tra Giappone e Sud America.
Ne avevamo già parlato in questo articolo nel quale avevamo presentato il Radisson Collection Hotel Santa Sofia progettato da SMP, in particolare le camere e le suite.
Continuiamo il racconto portandovi alla scoperta delle parti comuni e del rooftop dell’hotel su progetto di Alessandro Mario Cesario e Studio AtelierP. Spazi prismatici, con molteplici prospettivi e suggestioni.
AtelierP è uno studio milanese nato nel 2010, protagonisti Luca Piccinno e Mattia Pareschi, al quale si è successivamente unito Alessandro Mario Cesario, “appassionato collezionista di modernariato che permette di unire le due anime dei fondatori in accostamenti azzardati, stravaganti ma mai stranianti.”
Attenzione per i dettagli , anche curiosi, e unicità sono le parole chiave del progetto, come di altri che portano la loro firma – come The Doping Club nell’accogliente ed elegante hotel The Yard sempre a Milano, Dirty Office a Barcellona, il boutique hotel Palazzo Presta a Gallipoli.
Al Santa Sofia l’atmosfera è quella discreta e intima dell’hospitality anglosassone ma vivacizzata da un mix di elementi eclettici che suggeriscono esperienze, memorie, passaggi da una parte all’altra del globo.
I progettisti scelgono il verde come strada per collegare le emozioni, una guida cromatica che lega reception e prosegue fino al Sofia Kitchen & Bar, dove il carattere austero dell’edificio, ex sede Allianz, si smorza nelle forme avvolgenti delle sedute e nella forte dimensione tattile impressa a tutte le aree comuni. Dalla traccia creativa emerge un senso dell’abitare quasi privato, enfatizzato anche dalle luci come le abat jour anni Trenta sul bancone del bar e i grandi lampadari realizzati su disegno da AtelierP.
Concreta, interior contractor specializzato nella realizzazione, produzione forniture di arredamento customizzato per strutture ricettive, ha realizzato su progetto dello studio tutti gli arredi su misura degli spazi comuni, fornendo un servizio chiavi in mano.
Lo stile massimalista, un antidoto all’eccessivo formalismo, riesce a creare una serie di micro universi differenti eppur legati tra loro, come per esempio la sala privata, sempre al piano terra, con privacy garantita da un separè in tessuto che ricorda le porte a soffietto di Gio Ponti e raccolta nei motivi floreali della tappezzeria a parete.
Lampadari in vetro con passamaneria di Rothschildbicker calano sul tavolo lungo e lineare di Taula Interior disegnato da AtelierP.
Sempre al piano terra, una libreria vintage che arriva fino a soffitto separa dall’area co-working la lobby: un ambiente caldo e avvolgente affacciato su Corso Italia e Santa Sofia.
Con gli ascensori, incorniciati da una scaffalatura ricca di volumi, fotografie e oggettistica varia si arriva all’ultimo piano, all’Issei Rooftop, ristorante e cocktail bar che sposa sapori giapponesi e sudamericani. La rotta multietnica detta le linee guida del concept, con elementi di continuità tra dettagli architettonici oltre che con la tavola.
La carta da parati a righe si congiunge alla trama del soffitto, a righe anche quella, e detta la palette cromatica: qui dominano i toni caldi della terra cruda, i colori esotici che si accendono nei contrasti con il nero e l’arancio. Il mood strizza l’occhio agli anni Venti, riporta in voga un bancone in mogano, lampadari e piantane con cappello.
Una sosta al quarto piano, porta alla piscina, su pedana in legno. Una inaspettata delizia regalata agli ospiti dell’hotel.
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