Cloud kitchen, Dark kitchen e big data
Cloud kitchen e Dark kitchen. Potrebbe sembrare una nuova serie di Netflix oppure un nuovissimo format televisivo di cucina, invece si tratta di un vero e proprio business che in Italia, abbinato al food delivery, genera fatturato per ben 600 milioni e nel mondo sfiora i 35 miliardi di dollari e la proiezione al 2030 (fonte Ubs) parla di 365 miliardi con un incremento del 20% su base anno su anno.
Come tutte le migliori idee anche le cloud e le dark kitchen nascono da un’esigenza, dovuta in primo luogo alla grande richiesta di cibo a domicilio ma anche dal fattore di sostenibilità economica.
Ma come funzionano veramente queste nuove realtà di cui sentiamo sempre più parlare?
Tutto gira intorno a quelli che chiamiamo Big Data, ossia quei dati importanti per capire le tendenze, l’orientamento e le preferenze delle persone che abitualmente ordinano cibo a domicilio.
DARK KITCHEN: COSA SONO E COME FUNZIONANO
Fino a pochissimo tempo fa eravamo forse abituati a sentirle con un altro nome, Ghost Restaurant o Ghost Kitchen, cucine fantasma, ovvero quei ristoranti che rinunciano ad avere avventori che si siedono ai loro tavoli spinti dal costo eccessivo di un affitto di un ristorante, per dedicarsi unicamente al cibo da portare a casa, con l’aiuto di fattorini o con l’ausilio delle tante piattaforme esistenti che effettuano consegne su commissioni.
Il concetto di dark kitchen sostituisce in pieno il concetto di ristorante classico. Svolgono sì le stesse funzioni, entrambi hanno un menu e dei cuochi che preparano le pietanze, ma la differenza sta nel fatto che la dark kitchen offre la possibilità ai ristoranti di portare la loro cucina in posti che prima non riuscivano a coprire con il semplice delivery e a spingersi oltre il loro raggio d’azione senza la necessità di gestire un ristorante.
Le dark kitchen mettono insieme più cuochi e più menu per offrire una scelta più ampia al consumatore finale e la scelta delle pietanza è orientata sulla base di dati che indicano le preferenze dei clienti. Esattamente dei ristoranti riuniti in un unico ambiente cucina già attrezzato, senza avventori e camerieri ma solo con chef di diversi ristoranti e fattorini propri o di aggregatori.
CLOUD KITCHEN: COSA SONO E COME FUNZIONANO
Letteralmente “cucine nuvola” o semplicemente cucine in co-working che offrono un servizio delivery.
Come per la dark kitchen anche la cloud kitchen si contraddistingue per la sua forza di riuscire a offrire un servizio di ristorazione senza la necessità di avere una sala ristorante. La differenza sostanziale è una sola. Mentre la dark kitchen offre la possibilità ai ristoranti di proporre la propria cucina come un distaccamento da quella di origine, la cloud kitchen offre la possibilità ai giovani imprenditori e non, che non hanno la capacità di poter investire in un vero e proprio ristorante, di avere una cucina di 15 metri quadri circa a disposizione dove sviluppare il loro concept di ristorazione.
In pratica si tratta di avere a disposizione una cucina smart già allestita e pronta, a noleggio per un periodo variabile da 6 mesi a 1-2 o più anni, accanto ad altre cucine smart con un servizio di lavaggio e pulizia in comune. E i vantaggi sono tanti se si pensa alle spese da affrontare per aprire un ristorante, per non parlare delle autorizzazioni, le licenze, gli affitti da anticipare, i dipendenti e tanto altro. La forza delle cloud kitchen è proprio quella di avere la possibilità di avere uno spazio a noleggio dove poter esprimere la propria arte a costi ridotti e di offrire un servizio al consumatore che va oltre il sedersi al tavolo del ristorante e da la possibilità in un unico ordine di poter assaggiare e accontentare i gusti di tutti con un unica consegna.
MA QUESTI BIG DATA PERCHÉ SONO COSÌ IMPORTANTI?
Senza i dati dei tuoi clienti non è possibile programmare alcuna strategia. Non esistono più i clienti che piovono dall’alto e ti riempiono il ristorante!
Tradotto sarebbe “grandi dati” ma non è proprio la definizione corretta o lo è in parte, se è vero che con le nuove tecnologie, carte di credito, sim telefoniche e social network i nostri dati sono alla mercé di chiunque, è altrettanto vero che non tutti sono in grado di utilizzarli nel modo corretto .
La rivoluzione Big Data e, in generale, il termine Big Data si riferisce proprio a cosa si può fare con tutta questa quantità di informazioni, ossia agli algoritmi capaci di trattare così tante variabili in poco tempo e con poche risorse computazionali. Riportando quanto appena detto al nostro settore e in parole povere, questi dati servono a capire come si comportano le persone, cosa scelgono, perché lo scelgono e con che cadenza e incidenza.
Tutto questo ci porta a orientarci nella giusta direzione e dare la sensazione di offrire al cliente sempre quello di cui ha bisogno.
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