La domanda di hospitality è oggi caotica e nebulosa, ma il forecast all’anno 2040 è davvero sorprendente e positivo. Il nostro Paese sarà pronto?

In quale situazione si trova il mondo dell’ospitalità alberghiera nel nostro Paese? Dovessimo arditamente provare a rispondere a questo interrogativo, premetteremmo che di lunga (ma non tediosa) risposta necessiteremmo, e pertanto ricorriamo agli highlights che hanno il pregio della sintesi.

Tre porcellini.

Nulla di abominevole, per carità; tra l’altro perché mai i porcellini dovrebbero essere abominevoli?! Semplicemente con l’allegra immagine dei tre porcellini definiamo la situazione attuale. Due porcellini sono le due tipologie di alberghi: le catene, in gran parte multinazionali, e gli alberghi cosiddetti familiari, “non” facenti parte di catene.
E il terzo porcellino? Eccolo lì beffardo che se la ride! Astuto, gran lavoratore, lungimirante, cinico quanto basta ad avere approfittato della lentezza del secondo porcellino per sfilargli una fetta considerevole di revenue, eccolo qui il terzo porcellino, il suo nome è Booking.
Sia ben chiaro, il terzo porcellino erode margini anche alle catene ma codeste, avendo avuto la prontezza di intercettare la tendenza, hanno abilmente innescato le giuste contromisure e, tra taratura di pricing ed efficienza di piattaforme proprietarie di reservation, hanno neutralizzato i danni.

La terrazza con vista del Bulgari Hotel Roma.

I tre porcellini dell’offerta. E la domanda?

In principio… così comincia la Genesi. Ecco, siamo in situazione analoga, non perché siamo al principio bensì perché la domanda è caotica e nebulosa. Innanzitutto, è domanda worldwide, e nel suo essere worldwide ha le infinite sfaccettature sagomate inizialmente da luogo di provenienza e fascia di età, e secondo non trascurabile aspetto è fluida per definizione. Basti riflettere su quanto affermano gli analisti di settore: “Nei prossimi anni il numero di spostamenti internazionali salirà vertiginosamente, raggiungendo quasi i 2,4 miliardi. Vedremo nuovi Paesi posizionarsi in cima alle classifiche dei mercati di origine e osserveremo nuove mete conquistare i turisti”. Insomma, stiamo parlando di un incremento del 60% dei viaggiatori internazionali entro i prossimi tre lustri.

Guili Hotel in Cina, Paese che registra il ritmo di crescita più rapido.

Cina (310 milioni), India (145 milioni) e USA (260 milioni) saranno i mercati con il ritmo di crescita più rapido; a seguire Germania (140 milioni) e UK (145 milioni). Il nostro Bel Paese si colloca al settimo posto con una previsione di 40 milioni di partenze entro l’anno 2040.

Abbiamo visto le origini del viaggio. E le destinazioni?

Il forecast all’anno 2040 è davvero sorprendente. La Spagna (110 milioni) supererà la Francia (105 milioni), imponendosi come il Paese più visitato al mondo; il Messico (90 milioni) entrerà nella classifica delle cinque destinazioni più popolari. Terzo e quarto posto rispettivamente USA e Cina. In tutto ciò, sorta di picco anomalo, la facile previsione di grande affluenza nell’anno 2030 a Riyad e l’Arabia in occasione di Expo 2030. E l’Italia? Il nostro Paese sarà scalzato dall’attuale quinto posto per retrocedere al sesto. Roba da piangere!? Un po’ sì e un po’ no.

Posada Terra Santa di Rockwell Group a Palma di Maiorca, ph. Manolo Yllera.

E qui sta la chiave di tutto. Retrocedere non piace. Retrocedere significa che non sappiamo stare al passo con i tempi. Retrocedere significa non aver saputo analizzare gli scenari che evolvono.
Proviamo, senza mestizia, a sorridere. Ciò ci è reso possibile se dal ranking passiamo ai valori assoluti. La lettura diviene: nell’anno 2022 sono stati circa 65 milioni gli arrivi; il forecast 2040 ci predice che gli arrivi saranno 90 milioni. Ovvero un incremento nei prossimi tre lustri di 25 milioni. Siamo pronti? Saremo pronti?

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In apertura, Casa TO, un boutique hotel di nove camere a Puerto Escondido, in Messico, che nel 2040 sarà una delle cinque destinazioni più popolari.