Robot negli hotel nei panni dei ruoli di cameriere, concierge e receptionist: no, non è un alternativo concetto futuristico di ospitalità, ma la fotografia di una realtà in evoluzione, anche in Italia.

Sembrava impossibile e invece anche in Italia si iniziano a intravedere nei ristoranti e negli alberghi i cosiddetti robot di servizio, ovvero macchine progettate per coadiuvare il lavoro dei loro colleghi umani. D’altronde molti imprenditori, sempre più schiacciati da inflazione, aumento del costo del lavoro e carenza di manodopera, sono stati costretti a cercare soluzioni diverse per sopperire all’emergenza candidati e dare continuità al servizio.

Il robot Pepper in servizio all’Opera Hotel di Zurigo.

Cosa fanno esattamente i robot di servizio e come vengono impiegati?

Quelli più avanzati possono prendere le ordinazioni, spostarsi in modo autonomo verso la cucina, prelevare le pietanze e consegnarle al tavolo; finita la consumazione, possono caricare piatti, posate e bicchieri sporchi per riportarli al personale incaricato della pulizia.

I robot camerieri sono di vario tipo: possono avere una forma umanoide ed essere dotati di uno schermo o di una interfaccia vocale, integrando un assistente AI. Ovviamente sono equipaggiati con videocamere e sensori IoT che consentono di mappare in tempo reale gli ambienti nei quali si muovono fluidamente e di rilevare eventuali ostacoli, evitando così di urtare oggetti o persone.

ph. Laura Musikanski, Pexels.

Quindi la domanda è: i tempi sono maturi per adottare un robot per il servizio ai tavoli oppure è pura fantascienza?

Partiamo dai vantaggi che offrono: dal punto di vista economico un robot cameriere rispetto al costo della forza lavoro umana è più conveniente: in media oggi l’investimento è di 18.000 euro ma ormai è sempre più frequente il noleggio e il comodato in uso che comprende anche la manutenzione.
Inoltre assicura una maggiore efficienza poiché è in grado di trasportare più carico in un solo viaggio e non è soggetto a stress, affaticamento o malattia.

Al tempo stesso libera il personale umano da incombenze meno importanti, così da dare la possibilità di dedicarsi a un numero maggiore di tavoli e clienti, aumentando la gratificazione e il volume di affari dell’azienda.

La sperimentazione di Hilton Worldwide con Connie, un robot concierge.

Tra gli svantaggi più evidenti invece, troviamo una certa reticenza da parte dei lavoratori, specialmente nelle categorie meno qualificate, che vedono i robot come temibili concorrenti più che come un supporto utile ai loro doveri quotidiani.

Lato cliente poi, l’interazione non sempre è positiva, specie quando la macchina – se non è ben impostata o programmata – porta a errori ed eventuali inefficienze operative.
Certo è che da questo punto di vista il cameriere umano resta ancora insostituibile. La comunicazione infatti è ad appannaggio degli esseri umani, capaci di comprendere l’extra verbale e le sfumature emotive.

Non dimentichiamo che flessibilità, empatia e capacità di interpretazione sono necessari per ottenere un servizio di qualità.

Concludendo possiamo dire che i robot fanno ormai parte di un processo di trasformazione più ampio del contesto lavorativo generale, caratterizzato dal progresso dell’automazione e della tecnologia AI. Un fenomeno globale, inarrestabile e a quanto pare inevitabile.

ph. Alex Knight, Pexels.

Se indubbiamente i robot camerieri costituiscono una innovazione in grado incrementare la produttività e aumentare l’efficienza delle attività, le aziende devono comunque ricordare che nell’ospitalità tutto deve essere impostato per soddisfare clienti e collaboratori.

Coscienti che oggi non si va più in un hotel “per dormire” o al ristorante “per mangiare” ma per trascorrere un momento speciale o un’esperienza memorabile, umani e robot possono convivere serenamente a patto di rispettare questi importanti criteri.

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In apertura, ph. Pavel Danilyuk, Pexels.