Un prospetto vibrante che muta a secondo del mood dell’ospite, la reception in un cratere, un camminamento nell’acqua che si trasforma in una experience, una loggia anticonvenzionale. Questo e altro nel progetto del luxury hotel sul lago di Como firmato Dante O. Benini e Vito Ruscio.

Un po’ Scarpa, un po’ Wright, e Luis Khan – perché, come dice Dante, i geni copiano e i mediocri imitano -, un po’ un omaggio anche a sé stesso [Breath building in Piazza Duomo a Milano], l’hotel che vedrà luce a Laglio, arrampicato sul lato della montagna, è una piccola perla nella ricca produzione architettonica di DOB, Dante Oscar Benini, un maestro dell’architettura. Sia che faccia headquarter di aziende farmaceutiche, sia che faccia palazzi residenziali a Mosca o imbarcazioni di lusso, il gesto creativo di DOB lascia sempre il segno.

Citazioni scarpiane nella bretella di collegamento tra i due edifici.

In questo progetto Dante O. Benini è accompagnato da Vito Ruscio, local architect, che spiega: “A Laglio si deve l’interesse che il Lago di Como ha suscitato nel mondo, dopo l’acquisto della villa da parte di George Clooney. Ma Laglio è l’unico paese, su questa sponda del lago, a non avere un hotel di alto livello. Ed ecco il perché del nostro progetto, di prossima realizzazione voluto da IGS, società milanese di sviluppo immobiliare. Ma lo spazio qui non c’era e quindi ce lo siamo inventato, arrampicandoci e scavando la roccia”.

Il progetto dell’hotel interessa due immobili dislocati in prossimità sul fianco della montagna, tra via Regina Vecchia e via Regina Nuova, che saranno collegati da una passerella rivestita in pietra locale: “Un suggerimento di Vito”, ci tiene a precisare l’architetto Benini.

L’hotel nasce come una sfida di equilibri tra ambiente e architettura: “Ci troviamo in un contesto vincolato dalla Sovrintendenza”, e da un grande dibattito iniziale: “Gli edifici sono due ma non volevamo creare un edificio di serie A e uno di serie B, ma due ambienti di pari livello. Quindi in un blocco abbiamo posizionato le suite da 80 metri quadri con butler a disposizione e personale dedicato, dall’altra le camere, il ristorante, il rooftop con la piscina infinity a sbalzo, la Spa. E tutte le camere, 46 comprese le suite, hanno affaccio sul lago”.

Ma per non creare interferenza tra chi fa il check in, chi va al ristorante e chi in piscina, il guizzo creativo di DOB ha inventato uno spazio reception in un cratere profondo 3 piani, un ambiente riservato, intimo, dove ci si ritrova dopo una discesa in ascensore e con la macchina già posizionata nei garage. Un momento inaspettato ed estremamente suggestivo, un po’ ancestrale, in questo pozzo di luce nascosto alla vista. E poi si sale per rampe che ricordano gli spazi espositivi del Guggenheim di New York, per riemergere in superficie forse ancora un po’ meravigliati dopo questo viaggio al centro della terra.

La bretella vista dall’alto con il camminamento sull’acqua e nell’acqua.

Ma le sorprese non finiscono qui. I due edifici sono collegati tra di loro da una bretella “dove avvengono cose”, come dicono i due progettisti: una libreria, uno spazio relax, o un angolo per un drink. E il passaggio da un edificio all’altro può avvenire anche en plein air, sul tetto della bretella, camminando in un percorso d’acqua che, oltre a creare un effetto wow, contribuisce all’isolamento termico estivo degli ambienti sottostanti.

I prospetti dinamici.

E poi i prospetti, mai uguali a sé stessi grazie a persiane a ginocchio, movibili, che ci fanno paragonare le facciate ad ali di farfalla. “L’ingegnerizzazione è stata già testata nell’edificio in piazza Duomo”, sorride Benini. “È una facciata ritmica, dinamica, lasciata all’iniziativa dell’ospite che può manovrare gli oscuranti. È la quarta dimensione dell’architettura: la dinamicità dello spazio”.

Schizzi iniziali di progetto.

E il dinamismo continua anche al piano del ristorante sviluppato a bowindow vetrati che, una volta aperti, ti fanno pensare di cenare in terrazza.

Splendida l’idea delle logge, con panche fisse rivestite con cuscini per outdoor dalle tonalità verde laguna, per evitare mimetismi con i colori del lago, rientrate rispetto ai parapetti vetrati con ciottoli in marmo di Carrara.

Caro Dante, non vediamo l’ora di vederlo finito.

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Vuoi conoscere Dante O. Benini? Vieni a Luxury Hospitality Conference il 26 settembre 2024 all’Hotel Melià in via Masaccio a Milano.