Città, architettura e paesaggio nel nuovo Shiroiya di Sou Fujimoto. L’hotel pieno di sorprese con Jasper Morrison, Michele De Lucchi e Leandro Erlich.

A Maebashi, nella prefettura di Gunma, nel cuore del Giappone e a due ore da Tokyo, lo storico Shiroiya Inn, chiuso nel 2008 dopo oltre 300 anni di attività, ha riaperto con un aspetto del tutto rinnovato. Se si supera il prospetto su strada, quasi mimetico se non fosse per l’inaspettato lavoro dell’artista americano Lawrence Weiner, l’albergo si presenta come una fortezza su una ripida collina verde, incastrata nel tessuto cittadino. L’interno è invece labirintico, con una commistione di travi e pilastri di cemento che si incontrano con piante, opere d’arte e materiali pregiati. L’artefice del progetto è Sou Fujimoto, chiamato a rilanciare l’albergo ristrutturando la Heritage Tower risalente agli anni Settanta e costruendo la Green Tower, un nuovo edificio ispirato alla riva del fiume Tonegawa.

Come racconta Sou Fujimoto “Il progetto è iniziato quando Jin Tanaka, presidente della JINS Eyewear Company, originario di Maebashi, ha acquistato la struttura abbandonata con la speranza di utilizzarla per rivitalizzare l’intero centro vuoto di Maebashi. Abbiamo sentito che era necessario qualcosa di drastico per far emergere le potenzialità nascoste nell’edificio pre-esistente, molto ordinario. All’inizio del processo di progettazione abbiamo deciso di smantellare i muri e i pavimenti di tutti e quattro i piani per creare un gigantesco atrio centrale. Questa idea iniziale ha ispirato poi il resto della progettazione”.

E così lo spazio lounge al piano terra funge da “salotto della città”. È continuo con la strada all’esterno, invitando le persone del posto a entrare. L’enorme cavità, con le sue colonne di cemento e le travi a vista, è riempita dai raggi naturali dei lucernari del livello superiore e da opere d’arte, piante, mobili, tende e scale. Alle travi in cemento si intreccia il sistema di illuminazione Lighting Pipes realizzato dall’artista concettuale argentino Leandro Erlich.

Secondo Erlich il risultato della progettazione “è uno scavo dinamico che evidenzia il potere dello spazio vuoto e dell’aria. Mi sono sentito, per un momento, come se fossi all’interno delle Città invisibili di Calvino. Uno di questi racconti descrive un edificio invisibile all’occhio, ma di cui si possono vedere i tubi e le condutture elettriche. Ho immaginato questo dettaglio architettonico come le vene di creature invisibili. Questa è stata l’ispirazione per i Lighting Pipes che corrono in tutto l’edificio. L’architettura è una manifestazione dell’immaginazione umana e anche un trampolino per la creatività del presente e del potere dell’arte di interfacciarsi con la vita quotidiana”.

A sbucare con le loro finestre dalla Green Tower sono le stanze per i clienti dell’albergo, realizzate da alcuni dei più noti maestri del design internazionale. Quasi fosse un direttore d’orchestra, infatti, Fujimoto ha radunato per l’occasione alcune firme di spicco dell’architettura, dell’arte e del design, per rendere unica l’esperienza all’interno del Shiroiya Hotel.

L’albergo vanta infatti quattro camere esclusive progettate da Sou Fujimoto, che ha realizzato una stanza-salotto nei toni del bianco e del grigio, dal designer britannico Jasper Morrison, da Michele De Lucchi e da Leandro Erlich in cui le tubature diventano una scultura e un sistema di illuminazione in cima al letto e sulle pareti.

La stanza salotto di Sou Fujimoto.

Nella stanza progettata da Jasper Morrison regnano forme semplici e richiami orientali. Spiega il designer: “Volevo che la stanza fosse calda e protettiva. Ho iniziato a pensare a pannelli di legno per le pareti e questo mi ha portato all’idea che la stanza fosse una scatola di legno. C’è una grande finestra che si affaccia sul foyer dell’hotel, così si può godere dell’atmosfera dello spazio pubblico. Tuttavia, se si vuole essere più tranquilli, si possono chiudere le persiane di legno della finestra e la stanza diventa una specie di cassa da imballaggio come quelle fatte per trasportare l’arte, e il contenuto prezioso sei tu!”

Jasper Morrison e la stanza con le pareti complanari in legno.

Michele De Lucchi ha pensato a una stanza-installazione artistica dall’effetto materico, che favorisce un senso di calma e tranquillità.

Utilizzando 2725 scandole, piccole tavole di legno comunemente usate nella costruzione dei tetti delle case tradizionali giapponesi, ha giocato sui chiaro-scuri e sulle ombre. Spiega De Lucchi: “L’uso delle scandole permette di progettare forme curve, sferiche e ondulate. Fanno sembrare morbide le superfici rigide. Aggiungendo spazi vuoti tra le scandole, l’architetto può giocare con lo spazio e le distanze”.

Michele de Lucchi ha progettato la room utilizzando 2725 scandole in legno.
Erlich. Le tubature diventano una scultura.

Le restanti camere – in totale 25 (17 nell’Heritage Tower e 8 nella Green Tower) – sono state progettate per permettere agli ospiti di godere di colori delicati e di una sottile attenzione ai materiali e ai dettagli. Le camere della Green Tower includono un balcone da cui gli ospiti possono sentire un senso di unità con il verde che circonda la torre.

Tende e tessuti sono stati disegnati dalla designer tessile Yoko Ando, e i mobili e gli accessori sono stati selezionati dalla stylist Tomomi Nagayama.

Come in un museo, ogni stanza di entrambe le torri espone opere di artisti tra cui Hiroshi Sugimoto e Tatsuo Miyajima.

L’hotel ha tre spazi per la ristorazione, the RestaurantT, un ristorante di cucina Joshu (il nome precedentemente usato per la vasta area della prefettura di Gunma) supervisionato dallo chef 2 stelle Michelin Hiroyasu Kawate, il più informale the Lounge aperto tutto il giorno e la pasticceria the Patisserie gestita da Miya Enmeiji.

L’hotel si sta connotando come hub di rivitalizzazione e trasformazione dell’intera Maebashi in una piccola capitale della creatività. Per i prossimi cinque anni sono già stati messi in cantiere diversi altri interventi di grande respiro, con contributi da parte dei progettisti Akihisa Hirata, Junya Ishigami, Makoto Tanijiri per lo sviluppo del tessuto urbano, con nuovi negozi, ristoranti e uffici.

ph. Daici Ano + Tomoyuki Kusunose, Katsumasa Tanaka, Shinya Kigure.