A Innsbruck, nei vicoli antichi del centro della città vecchia, c’è un hotel che ha le sue radici nella storia. È il Weisses Kreuz, recentemente ampliato e ristrutturato da noa * network of architecture.

Con i suoi muri obliqui, una camera diversa dall’altra, un impianto planimetrico frutto di sovrapposizioni negli anni, per noa* network of architecture la ristrutturazione e l’ampliamento del Weisses Kreuz a Innsbruck è stato un incarico insolito quanto stimolante.

Il Blau Brigitte con il tavolo in ottone lungo tredici metri.

L’ edificio originario risale al XV secolo, si inserisce nel contesto storico cittadino ed è il risultato delle innovazioni architettoniche che hanno contraddistinto i secoli.

Meta popolare di personaggi che hanno fatto la storia, come Mozart che vi soggiornò a tredici anni nel 1769, l’edificio è stretto e allungato verso l’interno del tessuto urbano con un ingresso sotto un porticato.

L’ ospite, per raggiungere la reception che si trova al sesto piano, deve percorrere un lungo corridoio trasformato da noa* in un percorso esperienziale fatto di specchi che dilatano lo spazio e dissolvono l’architettura: una soglia che segna l’accesso in una nuova dimensione temporale. L’ascensore porta all’ultimo piano, un attico aggiunto, in parte vetrato, con una splendida vista sul Pulverturm, sul trampolino del Bergisel e sulla catena montuosa Nordkette, costruito nel pieno rispetto del contesto in cui è stato inserito.

Il corridoio che porta all’ascensore rivestito da specchi.

Al centro dell’attico, un tavolo di tredici metri svolge più funzioni, dall’accoglienza clienti alla colazione a buffet, per trasformarsi in bar aperto al pubblico la sera. È realizzato su misura in ottone con decor barocchi, su un pavimento in rovere affumicato, in un ambiente sui toni del blu, colore da cui trae spunto il nome del locale, Blau Brigitte, in onore dell’omonima padrona di casa. Il mood è particolare, vivace, eclettico, un omaggio al pay off del progetto: Chic shock baroque, con sedute dal design esagerato,  accenti rosa e giallo ocra.

Le camere non sono da meno. Monocromatiche: rosse, grigie, azzurre, blu, verdi – ogni dettaglio è studiato sulla tonalità che determina lo stile e le caratteristiche della camera. Più grandi le rosse, con balcone le azzurre, doppie le grigie,  con patio quelle verdi per arrivare alla Superpatio, una camera allestita con effetto giungla che ricrea una piccola oasi. E per le camere senza affaccio è stato creato un pozzo di luce e piccole terrazze arredate con verde.

La Superpatio.

E non manca un omaggio a Mozart, con una camera a lui dedicata: rossa, opulenta e con un tavolo da biliardo al centro per ricordare il carattere giocoso del musicista.

La Mozart Suite.

C’ è anche una Besen Kammer, il ripostiglio, la più piccola, volutamente non contraddistinta da alcuno stile e ancora con l’intonaco grezzo in alcuni punti. L’ unica particolarità una racchetta da tennis firmata da un noto giocatore di Wimbledon.

La Besen Kammer.

Ma in tutto l’edificio lo stile barocco predomina, in particolari discreti o in maniera urlata. Anche attraverso fotografie ambientate nell’ hotel che riproducono immagini di modelle riccamente agghindate in stile.

ph. del servizio Alex Filz.