Due bolle trasparenti firmate Fuksas sono il segno architettonico che identifica la distilleria, con il cuore nell’antica osteria e un’ospitalità contemporanea nel nuovo Garage Nardini.

Nata nel 1779, la bassanese Distilleria Nardini è da sette generazioni in mano alla stessa proprietà. La sua è una lunga storia narrata attraverso tre luoghi, differenti per atmosfere e stile di ospitalità: l’antica Osteria al Ponte, le sorprendenti Bolle, opera dell’architetto Massimiliano Fuksas e il Garage Nardini, il bistrot dal gusto retrò e carattere contemporaneo, raccontano il passato, il presente e il futuribile a firma Nardini.

L’Osteria è il cuore della Nardini, un passato che non passa mai di moda. Sin dall’anno di fondazione dell’azienda, aperta sul Ponte di Bassano progettato da Andrea Palladio nel XVI secolo, è la sede storica della grapperia con al piano superiore gli uffici. La suggestiva Osteria al Ponte è rimasta intatta dal 1779 negli interni, negli arredi, nell’atmosfera e talvolta negli avventori: ancora oggi qui viene servito il Mezzoemezzo Nardini, il famoso liquore dalle note di rabarbaro e agrumi, l’aperitivo bassanese che scorre a fiumi nelle vene dei veneti e non solo.

Osteria Nardini.

Scendendo al piano inferiore, le visuali del Ponte dalle finestre sono mozzafiato: attraverso alcuni passaggi segreti e corridoi si passa facilmente da una parte all’altra della testa del Ponte riuscendo così ad avere una visione dal basso del progetto palladiano, quasi a poterlo toccare. Come in un labirinto ricco di storie, attraversando poi la vecchia distilleria, la cantina di famiglia e la taverna, si raggiunge un’ampia sala con terrazza sul fiume, adatta a eventi speciali.

Fortemente voluto dalla proprietà in occasione del 225° anniversario di fondazione dell’azienda, quello dell’architetto Fuksas è un progetto particolare che sorprende perché inaspettato, passandoci accanto in macchina.

Nello spazio esterno di uno degli stabilimenti Nardini, in una via secondaria e periferica di Bassano, circondati dalle ampie chiome degli alberi piantati dal paesaggista Pietro Porcinai negli anni ‘50, improvvisamente, forse appena atterrate, appaiono due grandi “bolle” ellittiche trasparenti, in vetro e acciaio. Sospese ad altezze diverse sopra oblique “gambe di fenicottero” metalliche, immerse in uno specchio d’acqua, pare si stiano per rialzare in aria. La prima misura 22 metri per 12 mentre la seconda 26 metri per 14, con, complessivamente, circa 800 metri quadri di superficie vetrata superiore: un’opera di architettura ma anche di ingegneria. La loro forma si ispira alla distillazione, dal verbo latino destillare che indica stillare un liquido, ossia lasciarlo uscire goccia a goccia. Nella bolla più piccola è organizzato il laboratorio di analisi dei prodotti Nardini mentre nella maggiore vi è un’area lounge per eventi.

È un progetto del 2004, ma potrebbe esser stato realizzato negli anni ’70 da un gruppo di avanguardia, come due astronavi del gusto, oppure oggi, perché il futuribile, già d’antan, resiste all’avanzare delle mode e non diventa mai vecchio. Qui siamo decisamente ben oltre l’istagrammabile. Lo scenario ideale per un film di fantascienza glamour, un servizio fotografico particolare o per eventi con performance originali, teatrali o artistiche.

Accedervi è già un’esperienza di per sé: bisogna camminare su una passerella a filo d’acqua, salire delle scale in vetro asimmetriche o utilizzare un obliquo ascensore trasparente a cremagliera. Si entra così in un mondo lontano dalla geometria euclidea, che offre una prospettiva insolita e curiosa sull’esterno. In lontananza il Monte Grappa sembra parte del gioco scenico. L’ambiente è onirico: il pavimento in resina chiara, il vetro spesso delle pareti che filtra in maniera particolare i raggi solari, i suoni ovattati e gli arredi bianchi creano un’atmosfera fuori da ogni contesto, straniante e particolarmente intrigante.

“Quei che alla vita tiene, beva giusto e beva bene”. (ndr cit. sul bancone dell’osteria)

La vasca d’acqua alla base riflette le forme e le ombre delle due capsule trasparenti in un gioco differente a ogni stagione. Avvolte dalla nebbia di novembre, brillanti alla luce di giugno o illuminate di notte, sono due oggetti architettonici che affascinano e incuriosiscono, diventando dei landmark territoriali.

Riprendendo l’ascensore a cremagliera, dopo aver attraversato il livello della vasca d’acqua, la scena cambia: ci si immerge nel piano sotterraneo fatto di muri di cemento brut e illuminato con fasci luminosi dall’alto che disegnano tagli di ombre sulla grana materica delle pareti. I lucernai diurni diventano punti luce notturni, elementi di collegamento tra “sopra e sotto”, “dentro e fuori”. È presente una cucina attiva, uno spazio lounge e un auditorium per 100 persone creati per eventi, convegni, presentazioni di prodotti e per accogliere i sempre più numerosi viaggiatori del turismo enogastronomico.

Bancone Garage Nardini.

Come modello di accoglienza contemporanea, il Garage Nardini, aperto nel 2017 ristrutturando una vecchia sede produttiva appena fuori le mura di Bassano, è uno spazio fortemente caratterizzato che prosegue nel raccontare ai propri ospiti la Nardini e il mondo mixology. All’interno c’è un elegante shop aziendale e un cocktail bar, con uno stile di miscelazione tradizionale e creativo a base di grappa e liquori Nardini, frequentatissimo dai giovani.

Il bistrot Garage Nardini.

Vi è poi il bistrot fatto da dettagli vintage, arredi retrò, colori pastello ed eleganti ceramiche per la tavola fatte rigorosamente a mano, che ben si abbinano alla proposta di cucina con prodotti dell’entroterra veneto e qualche incursione lagunare, una selezione di vini locali e naturalmente i cocktail, anche a tutto pasto.

Foto di apertura Gabriele Basilico.