Cantina Pacherhof in Alto Adige.

Come creare una destination con il turismo enogastronomico.

Passato, presente e futuro allo specchio: lo studio Bergmeisterwolf Architekten (Gerd Bergmeister e Michaela Wolf) ha realizzato l’ampliamento della storica cantina Pacherhof sui pendii assolati sopra Bressanone, zona di grandi vini bianchi.

Il segno continuo tra tradizione e contemporaneità ha trovato un punto di incontro nella nuova estensione della Cantina Pacherhof di proprietà di Andreas Huber, storico viticoltore della Valle Isarco, o Eisacktal, come dicono da queste parti.

Tre sono i tratti del progetto: la relazione tra la parte storica e quella di nuova costruzione, tra gli edifici fuori terra e quelli ipogei e il dialogo con il territorio circostante, così importante in queste zone dove l’idea di contesto e di paesaggio vengono profondamente sentiti.

Il nuovo progetto si pone in dialogo con l’antico: adiacente le mura dell’antico maso Pacherhof, sede della cantina e uno dei tre citati nella documentazione storica antecedente la fondazione dell’abbazia di Novacella del 1142, è stata costruita la nuova area di produzione e imbottigliamento collegate all’edificio storico da un tunnel sotterraneo e una rampa esterna. L’ampliamento, circa 600 mq a forma trapezioidale, sotterraneo per motivi tecnici ma anche rispettosi del paesaggio, riaffiora dal terreno con una torre posta nel luogo più in alto dell’area.

Mentre la torre rappresenta l’inizio del percorso di produzione dei vini dell’azienda, con il vano alla sua base dove vengono conferite le uve appena vendemmiate, l’edificio storico ne costituisce la fine con la presenza delle grandi botti in castagno, la zona di etichettatura e affinamento delle bottiglie, e la sala da degustazione per gli ospiti. In mezzo vi è il cuore della produzione, la sala ipogea con la pressa dove le uve vengono pigiate, i serbatoi di acciaio per la fermentazione e l’area di imbottigliamento.

La nuova torre, rivestita da pannelli di bronzo, è una forma pura e concreta in dialogo con le montagne circostanti, ma anche un oggetto architettonico che si insinua nel paesaggio diventando un privilegiato punto di vedetta dall’ufficio posto al primo piano. All’interno, in un continuo dialogo con l’antico, le originali volte che si rincorrono, le arcate di collegamento, le botti in legno di castagno, la pietra a vista e l’intonaco a grana ruvida delle pareti vengono fatti dialogare con il legno naturale e materiali contemporanei come l’acciaio dei tini e i dettagli metallici di scale e serramenti.

La tenuta Pacherhof è anche un hotel a 4 stelle, gestito sempre dalla famiglia Huber, e fa parte dell’associazione altoatesina di proprietari di hotel e produttori di vino Vinumhotels, destinazioni  dove poter vivere una completa esperienza sul vino, dalla produzione alla degustazione. 

ph. Gustav Willeit