Bologna Welcome, il servizio di informazione e accoglienza turistica della città di Bologna, rappresenta certamente uno dei casi di maggior successo di promozione del territorio e organizzazione del soggiorno del turista. Ne parliamo con il managing director Patrik Romano.

Come promuovere al meglio la destinazione e far vivere al turista la migliore e più variegata esperienza possibile durante il soggiorno? Comunicando organizzazione e sicurezza e conoscendo i turisti. Ma, soprattutto, con l’accoglienza. Parola del managing director di Bologna Welcome Patrik Romano, che il prossimo 2 dicembre sarà tra gli speaker di Hicon – Hospitality Innovation Conference al Dumbo Space di Bologna. 

we: Signor Romano, ci può raccontare l’esperienza della ripartenza a Bologna?

Le persone hanno voglia di viaggiare più di prima e il ritorno alla cosiddetta normalità non si è fatto attendere. A Bologna semplicemente non ci siamo mai fermati, proseguendo il lavoro di valorizzazione di mercati ed esperienze già presenti nella nostra strategia ma che le circostanze hanno reso prioritari, come ad esempio le proposte outdoor. La ripartenza c’è stata e ci sarebbe stata a prescindere da tutto

we: Come è cambiato il target rispetto al periodo precedente la pandemia?

Chiaramente sono venuti a mancare alcuni tra i nostri mercati principali come USA e UK in favore di un turismo di prossimità, come avvenuto per la maggior parte delle destinazioni. Tanti italiani hanno riscoperto il piacere di scoprire e conoscere meglio le città d’arte e le tante esperienze da poter vivere in luoghi non lontani da casa propria. Il turismo outdoor ha avuto la meglio e noi abbiamo cercato di potenziare questa offerta. Il turista – ma questa non è che una tendenza che era già in essere e che la pandemia ha soltanto accelerato – cerca sempre di più proposte legate al contatto con la natura e alla vita all’aria aperta.

we: Quanto ha inciso l’analisi predittiva dei dati nell’intercettazione di un target diverso a quello cui la città era abituata?

L’analisi e l’interpretazione dei dati per noi è fondamentale in ogni fase della strategia. La domanda latente insita nelle tendenze di ricerca ci indica la strada da seguire, così come la comparazione dei dati riferiti agli eventi e ai periodi dell’anno. I nostri dati vengono estrapolati, interpretati e aggregati in dashboard riassuntive molto dettagliate. È facendo riferimento a questi dati che siamo stati in grado di riorganizzare piani operativi sulle esigenze del mercato al momento della riapertura. Dall’internazionale al nazionale, per esempio. E potenziando l’offerta slow, active, outdoor. Perché è questo che oggi ci chiedono i turisti. Conoscerli e saper anticipare i loro bisogni è il nostro lavoro.

we: Che tipo di comunicazione avete scelto di adottare e perché?

L’unico modo efficace per comunicare sicurezza è comunicare organizzazione. Quando una destinazione viene percepita come ben organizzata, il turista si sente automaticamente sicuro anche in un periodo di incertezza generalizzata. Quello che abbiamo fatto è stato aumentare la quantità e la fruibilità di informazioni a disposizione e agevolato i pagamenti online. Abbiamo così stabilito un rapporto di fiducia con i nostri turisti, e questo è fondamentale sia a livello di promozione che di brand reputation.

we: In quale modo Bologna Welcome è di supporto al turista?

Trattandosi soprattutto di short stay, tendiamo a concentrarci sul periodo del soggiorno. Attraverso la nostra app i turisti ricevono suggerimenti in base alle loro preferenze e abitudini. In questo modo siamo in grado di orientare le scelte dei visitatori promuovendo al meglio tutte le esperienze che la città mette a disposizione e, allo stesso tempo, agevolando e soddisfacendo al meglio il turista che si troverà, in sostanza, con una sorta di tour già organizzando secondo le proprie esigenze.

we: Che ruolo ha la tecnologia nel concetto di accoglienza di Bologna Welcome?

Un ruolo cruciale. Innanzitutto grazie alla diffusione della nostra app i turisti vengono, come detto, orientati e agevolati durante le visite alla città. Inoltre stiamo perfezionando un sistema di CRM che consente di personalizzare ulteriormente le esperienze dei visitatori e di sorprenderli con proposte perfettamente in linea con i propri gusti e le proprie aspettative di viaggio. Conoscere, nella nostra filosofia di ospitalità, è già accogliere.

we: Per una DMO non è sempre semplice coinvolgere e ottenere la massima collaborazione da esercenti e operatori turistici…

Questa è una delle sfide più grandi. Ma è anche tra i compiti principali di una DMO. Se non si riesce, si fallisce. Occorre comunicare senso di appartenenza, farsi portavoce delle varie categorie. Senza questa autorevolezza non è possibile mettere in atto strategie di alcun tipo. I nostri operatori sono molto partecipi perché si sentono rappresentati e vedono in Bologna Welcome un punto di riferimento. E ne hanno dato grande dimostrazione proprio durante il lockdown, quando a centinaia hanno seguito attivamente i nostri webinar e partecipato alle attività in maniera proattiva e con una grande energia e voglia di ripartire e di migliorarsi.

we: Cosa si aspetta o prevede per il futuro delle destinazioni italiane?

Ritengo indispensabile che ci si concentri maggiormente sul concetto di accoglienza, ancor prima che su promozione e marketing.