Protagonisti del panorama progettuale nel settore hospitality, Chiara Caberlon ed Ermanno Caroppi si raccontano a we:ll.

we. CaberlonCaroppi, uno studio internazionale con all’attivo più di 180 hotel in 12 anni. Raccontateci il segreto del vostro successo.

In circa 12 anni di studio abbiamo realizzato più di 180 hotel, è una bella conferma. Il nostro “successo”, se così si può dire, a nostro avviso proviene dal fatto che abbiamo realmente cercato di specializzarci in un settore, quello dell’hotellerie, approfondendo tutti gli aspetti, facendo ricerca e continuando a tenerci aggiornati. In questo modo siamo diventati autorevoli e credibili. Abbiamo creato partnership con fornitori e clienti e le abbiamo consolidate e ci siamo sempre adeguati al cambiamento adattandoci. Cresciuto il lavoro siamo cresciuti anche noi.

Il segreto del nostro successo? La specializzazione.

we. Come nasce la vostra collaborazione?

Alla base della nostra collaborazione c’è innanzi tutto una comunanza di valori e obiettivi che risalgono ai tempi dell’università, che abbiamo frequentato assieme. Abbiamo creato lo studio per unire le nostre forze e completarci e questo ci ha premiato. Un’amicizia che è diventata naturalmente una partnership che ci ha permesso di avere sempre doppia visione sui progetti e coprire tutto il territorio nazionale, Caberlon a Milano e Caroppi a Fermo, nel centro Italia.

we. Due menti, due persone. Come nasce un progetto e come lo sviluppate?

Il lavoro che facciamo e il metodo di approccio al progetto è lo stesso, alla base c’è un brainstorming comune e poi, molto semplicemente, cerchiamo di dividerci le commesse in base al territorio in cui deve avvenire l’intervento. Non è una regola ma più o meno va così. Siamo molto diversi ma allo stesso tempo accomunati dalle stesse visioni che interpretiamo in base alla nostra sensibilità. Siamo intercambiabili? Crediamo di sì ma non per questo perdiamo il nostro segno distintivo. Detto questo, progettare per l’hotellerie significa molto ascoltare le esigenze del cliente, osservare il luogo e capirne l’indole. Abbiamo uno staff affiatato, eclettico ed eterogeneo con competenze differenti che attiviamo in base alle esigenze del progetto.

Sheraton Milano San Siro. ph. Roberto Pastrovicchio.

we. Dal punto di vista lavorativo, cosa piace maggiormente a Chiara e cosa preferisce fare Ermanno? O, meglio, cosa è più congeniale a uno e all’altra?

Ermanno ha una passione per la tecnologia e quindi parte del suo tempo è dedicata a trovare soluzioni innovative integrabili che rendano i nostri progetti efficienti ed efficaci,  mentre Chiara ha una spiccata dote verso la progettazione di prodotto che l’ha portata negli ultimi anni a dirigere i progetti speciali come la collezione DOT inclusa nella corale collezione Eterea per Zambaiti Parati, o la linea di lampade TOL per TOOY.

we. Quali sono gli ingredienti irrinunciabili nei vostri progetti?

L’ingrediente che muove tutti i nostri progetti è il Genius Loci, ossia la volontà di rispettare al massimo il territorio che ospita il progetto. Prima di intervenire siamo soliti costruire una narrativa, un moodboard che faccia visualizzare immediatamente l’anima del luogo. Genius loci non si limita all’osservazione del territorio ma per noi vuol dire provare a trasportare all’interno della struttura il territorio, le sue tradizioni, i suoi artigiani e fare vivere al pubblico al massimo l’esperienza del viaggio.

we. Con quale cliente preferite interfacciarvi? Grandi catene, albergatore singolo. E quali i pro e i contro di uno e dell’altro?

Ogni progetto è unico e speciale. Solitamente le piccole strutture ci permettono un po’ più di libertà dal punto di vista progettuale e di design, perché non dobbiamo confrontarci con guidelines e parametri imposti come nelle catene e questo, ovviamente, per noi che siamo creativi è un valore aggiunto.

Detto questo la creatività riusciamo aesprimerla anche nei progetti per grandi gruppi.

Per noi essere creativi non si limita a firmare un progetto di interior design o di prodotto, significa avere un approccio aperto verso le nuove tendenze, la ricerca di soluzioni tecnologiche ed ecosostenibili, significa immaginare come rendere migliore qualcosa che magari già esiste e questo avviene sia che si parli di grandi strutture che di progetti tailor made più piccoli.

Essere creativi significa essere aperti a nuove tendenze

we. Colori, materiali, luce, elementi che si intrecciano nella definizione di un progetto. Ci sono palette colori e materiali che preferite?

In realtà quando progetti uno spazio, ultimamente stiamo lavorando sul lusso, si tende a creare ambienti armonici con palette tenui alternate a rivestimenti murari importanti come carte da parati cariche di colori e disegni che riscaldano e creano ambienti donando carattere e personalità.

Ci viene in mente il Molino Stucky dove la palette è tutta sui toni del beige ma rafforzata da carte da parati e murales che richiamano la vecchia area del Molino o Il palazzo Steil a Roma, un 5 stelle lusso che vede alternati legni pregiati e screzi dorati a ottani importanti e carte da parati figurative. La luce e la disposizione della stessa è fondamentale sia dal punto di vista funzionale che per la scenografia globale. Ultimamente ci siamo occupati di molte aree esterne che ci hanno permesso di venire in contatto con aziende che utilizzano materiali riciclati che, oltre a essere molto belli, rispettano l’ambiente. Molti dei nostri progetti lavorano sulla personalizzazione e non è inusuale trovarsi a disegnare anche decori che vengono ripresi sui rivestimenti murari e sui tessuti di arredo.

Modica Boutique Hotel.

we. Anticipiamo qualche trend nel settore hotellerie. Secondo voi cosa è cambiato rispetto al passato ma anche solo a due anni fa?
I trend dell’hotellerie hanno principalmente a che fare con la ridefinizione delle aree comuni che diventano spazi fluidi e multifunzionali e che si allontanano sempre di più dalla mera funzionalità di check in e accoglienza. Questo comporta un lavoro molto importante sia dal punto di vista della progettazione degli spazi sia dal punto di vista della personalizzazione degli ambienti. Seguendo il mood board e il racconto che prepariamo prima di procedere, gli ambienti vengono studiati e arredati proprio con la funzione di creare immediatamente quell’effetto immersivo di esperienza che avrà il visitatore all’arrivo.

Ristorante El Patio del Gaucho.

Per Sheraton San Siro abbiamo curato anche il progetto del ristorante El Patio del Gaucho che ci ha permesso di ricreare un ambiente ricercato ispirato alla tradizione argentina. Per Demo Hotel, di cui ci siamo occupati proprio delle aree comuni, ci siamo ispirati al concetto di hostel nordeuropeo orientato a un pubblico giovane ed eclettico, per Hotel Touring la lobby è diventata un vero e proprio locale per la movida milanese.

La lobby di DEMO Hotel a Rimini.

In apertura Hilton Molino Stucky. ph. Andrea Sarti.