Atmosfera amazzonica e cucina colombiana in un solo locale. Da Mitù a Milano solo sensazioni forti e autentiche in un ristorante dove tutto è hand made con effetto naturale.

La tendenza che vede gli ex giocatori di calcio diventare imprenditori nel mondo della ristorazione è ormai una realtà consolidata in Italia. In questo i campioni sudamericani dell’Inter sono stati i primi almeno a Milano. Dopo Javier Zanetti con i suoi tre ristoranti argentini adesso è la volta di Ivan Cordoba che insieme a quattro soci (fra cui il fratello architetto che ha anche progettato El Gaucho di Zanetti) ha aperto Mitù, avamposto della cucina colombiana non solo nel capoluogo meneghino.

Alvaro Clavijo, Ivan Cordoba, Luca Monica, Jose Narbona Rodriguez, Andreas Cordoba.

Il progetto di ristrutturazione che ha portato alla trasformazione di un ex magazzino di duecentocinquanta metri quadri in zona Porta Venezia in una mèta gourmet è opera proprio di Andreas Cordoba dello studio MA2A. “Aprire un ristorante colombiano a Milano è sempre stato il nostro desiderio grazie all’esperienza in questo settore a Medellin al fatto che vi abitiamo da oltre vent’anni e che la città si è aperta moltissimo alla cucina di altri paesi”.

Mitù, capitale del dipartimento del Vaupè al confine con il Brasile amazzonico, è il luogo di elezione del giaguaro scelto per il logo del ristorante. La foresta amazzonica è un mondo fantastico che qui diventa parte integrante dell’ambientazione del locale a cominciare dall’affresco della zona d’ingresso con cucina a vista. 

Da qui inizia un viaggio alla scoperta dei sapori e dei profumi colombiani dal bancone bar per i cocktails al patio con giardino verticale di piante del sottobosco e alla sala privé dove vengono serviti i piatti preparati da Alvaro Clavijo del El Chato di Bogotà insieme a Jose Narbona Rodriguez. “Fin da subito avevamo ben chiaro che per rendere autentico il nostro ristorante dovevamo riportare oltre ai sapori, i colori, le immagini originali di una vera architettura coloniale con patio. Da qui la ricerca di una struttura che anche nella metratura potesse rispettare tali caratteristiche. Parimenti è avvenuto per materiali e arredi originali tutti importati ed eseguiti da artigiani che già avevano lavorato per i nostri locali colombiani”.

Le tonalità di giallo, marrone, arancione che avvolgono lo spazio sono quelle dei fiori, degli animali, della terra ovvero della prorompente natura sudamericana. Le pareti sono tappezzate con le maschere tipiche dei carnevali locali, le ceste utilizzate per portare i frutti raccolti, le ceramiche dipinte a mano del dipartimento di Antioquia. 

Anche gli arredi in legno di mogano e altri materiali tradizionali sono di produzione artigianale colombiana così come le leggere lampade in paglia che diffondono una luce tenue come quella filtrata della foresta amazzonica. La natura con le sue forme sempre diverse e sorprendenti e i suoi materiali diventa protagonista di questo locale lussureggiante. La natura che vive nelle piante in grandi vasi e in cache pot è trasformata in ceramica o in parquet a grandi doghe per il pavimento, diventa boiserie, tavolo di grandi e piccole dimensioni, sedia, madia o è riprodotta sulla carta da parti.

La grande sala è il cuore pulsante del locale anche per la ricchezza di elementi che riproducono l’atmosfera di un patio: le pareti in mattoni pieni a vista, i tralicci in metallo per appendere i vasi di piante, il controsoffitto in doghe di legno da cui scendono in modo asimmetrico i sistemi d’illuminazione in paglia. Tutto invita a stare bene in questo spazio che rende di casa le tradizioni, i costumi, la cucina di un paese non più così lontano.

ph. Mattia Ozbot.