Muraless Art Hotel.
In provincia di Verona, il primo hotel al mondo dedicato alla Street Art. Artisti di fama internazionale ed emergenti alle prese con le eccellenze italiane. E il primo murales in Italia di Mr. Brainwash.
Prima di avere visto Muraless pensavo di non capire la street art poi ho capito, durante un recentissimo press tour presso la struttura, che non c’è niente da capire o, meglio, c’è da capire se piace o non piace. E ho capito che mi piace. Soprattutto se spiegata da uno degli artisti che ha partecipato al progetto, Andrea Zamengo in arte Chill Surrealism, e dalla curatrice dello stesso, Chiara Canali, critica d’arte, giornalista e curatrice indipendente, oltre che dall’appassionato racconto di Luigi Leardini, art advisor ed ex general manager di Byblos Art Hotel Villa Amistà e Crowne Plaza Verona.
Il progetto nasce da un sogno di Gianmaria Villa, imprenditore veronese, di volere ridare vita all’ex Hotel Cristallo, a Castel D’Azzano a pochi chilometri da Verona. Grazie all’amicizia con Luigi Leardini, è stato intrapreso un percorso che ha portato allo studio e allo sviluppo di un progetto legato alla Street Art. L’evento è stato interamente coordinato dalla project manager Laura Sancassani, mentre la parte relativa alla personalizzazione delle camere è stata affidata a Chiara Canali – in collaborazione con la Galleria d’Arte di Milano Deodato – coadiuvata nel coordinamento dei 50 artisti che hanno partecipato al progetto da Chill Surrealism, autore di 2 delle 94 camere dell’hotel.
L’experience incomincia dall’esterno, con la sorprendete facciata realizzata da uno degli street artist più famosi del momento Thierry Guetta in arte Mr. Brainwash. “Questa gigantesca opera murale, di circa 1000 metri quadri, rappresenta in assoluto la prima opera a murales dell’artista americano di origine francese in Italia ed è stata realizzata grazie alla collaborazione con la Galleria d’arte Deodato Arte di Milano”, spiega Chiara Canali.
Per chi non lo conoscesse, Mr. Brainwash è assurto a successo planetario dopo la partecipazione al film documentario “Exit Through the Gift Shop” di Banksy dove ha seguito, con la telecamera, le avventure dei più famosi street artist al mondo.
“I suoi lavori sono intrisi di riferimenti alla Pop Art, alla storia dell’arte e anche alle opere di altri artisti. Se l’ispirazione più diretta è l’arte del collega Banksy, non mancano riferimenti ad Andy Warhol e Keith Haring, ai supereroi dei fumetti, ai classici della Disney e alle icone della storia classica e moderna. La Monna Lisa, Marilyn Monroe, Albert Einstein che regge un cartello con la scritta Love is the Answer, Mickey Mouse e Minnie che si abbracciano sono i simboli eterni di amore e rispetto reciproco che compaiono anche nell’intervento di Mr. Brainwash sulla facciata del Muraless Art Hotel”, continua Chiara Canali.
“Muraless Art Hotel è un vero e proprio tempio della Street Art, un Museo dedicato all’Arte Urbana e ai suoi principali protagonisti italiani. Sono stati chiamati le storiche firme del writing italiano: Joys, Etnik, Wubik, Frode, Gatto, Mister Thoms, MrFijodor; i nomi affermati della Street Art e del Muralismo: Neve, Cheone, Vesod, Seacreative, Refreshink, Casciu, Luca Font, Ufo5, Ale Puro, Federico Unia; per arrivare ad alcuni esponenti delle nuove generazioni come Chill Surrealism, Luogocomune, Rise, Soler. Non mancano le protagoniste femminili del calibro di Coquelicot Mafille, Nais, Senso, Octofly.”
Oltrepassato l’ingresso, si cammina sul pavimento della hall che è un’esplosione di colori firmata da Agron Hoti, artista visuale contemporaneo di fama internazionale per poi salire nelle camere, 94, una diversa dall’altra e realizzate secondo nove tematiche dedicate alle eccellenze italiane: vino, musica lirica, cinema, motori, arte, architettura, design, storia e scienza.
Ogni stanza racconta un tema, un episodio, un soggetto, un personaggio tra i più iconici della cultura italiana. Passando da una stanza all’altra si contemplano i classici dell’arte italiana, Botticelli, Leonardo da Vinci, Michelangelo, Tiziano, Caravaggio, Tiepolo, Canova, Modigliani, De Chirico e Depero; si passa all’opera lirica con le atmosfere della Turandot, della Traviata, del Rigoletto, del Barbiere di Siviglia e di Madama Butterfly; si può fare un tuffo nella storia della Roma dei Papi oppure si possono scoprire i grandi navigatori e, ancora, commemorare episodi di vita dantesca; si possono conoscere le invenzioni di alcuni celebri scienziati italiani come Guglielmo Marconi (radio), Alessandro Volta (pila), Antonio Meucci (telefono); Margherita Hack.
E non manca il cinema con le stanze dedicate a Monica Vitti, Anna Magnani, Massimo Troisi, Sergio Leone, Federico Fellini e Pier Paolo Pasolini. E ancora moda, motori, design ed enogastronomia, con le avvolgenti stanze dedicate ad alcuni prodotti tipici italiani come la pizza, il gelato, il caffè, il tortellino e il Pandoro di Verona.
Ma quale difficoltà si è trovata a gestire la curatrice del progetto?
“Sicuramente una difficoltà iniziale è stata quella di rispondere alle esigenze del committente, cercando al tempo stesso di mantenere fede alle scelte tematiche degli autori”; spiega Canali. “Ed è stato fondamentale comunicare agli artisti la necessità di creare ambienti piacevoli e coinvolgenti i cui messaggi fossero facilmente interpretabili e decifrabili da tutti.”
E come diceva Gio Ponti: “Non è il cemento, non è il legno, non è la pietra, non è l’acciaio, non è il vetro l’elemento più resistente. Il materiale più resistente nell’edilizia è l’arte.” E che arte sia.
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