Le stanze velate del K5 Hotel a Tokyo
Claesson Koivisto Rune trasformano un edificio bancario del 1920 nel K5 Tokyo Hotel.
Lo studio svedese Claesson Koivisto Rune ha realizzato un boutique hotel in Tokyo, con ventiquattro nuovi elementi di design. Il K5 Hotel nasce dalla ristrutturazione di un edificio bancario, vicino alla Borsa e poco distante dalla Stazione ferroviaria. Il team dello studio ha realizzato l’hotel in soli quattordici mesi progettando tutti gli elementi di arredo, senza lasciare nulla al caso. “Il risultato è stato un insieme coerente, deliberatamente disparato”, afferma Ola Rune, co-founder dello studio.
Tutto ruota intorno al concetto di aimai, una parola giapponese che descrive una cosa non definita, vaga, misteriosa. L’accezione è positiva. L’idea ha ispirato un concept nel quale arredi, piante, tessuti vengono usati come divisori, flessibili, fluttuanti.
“La struttura in cemento preesistente, le superfici grezze e materiche sono un elemento caratterizzante del progetto”, continua Rune. “Questa struttura è stata lasciata a vista in molti degli ambienti e gioca in forte contrasto con il design interno”.
L’hotel è organizzato su cinque livelli. Il piano terra e il seminterrato ospitano spazi social, di condivisione, ristorazione, per bere un drink. Le stanze sono disposte ai piani superiori. Il design biofilico è preponderante nella Switch Coffee, che diventa un giardino interno.
Sempre al piano terra, il ristorante Caveman e il wine bar, caratterizzato da uno sfondo in pannelli in vetro colorati. Il suggestivo Ao Cocktail e il tea bar ospitano al loro interno una piccola e intima biblioteca, mentre al piano interrato la Brooklyn Brewery è una birreria che miscela influenze scandinave, giapponesi e tedesche.
Gli spazi sono multifunzionale, con una sovrapposizione di attività che si rincorrono nell’arco del giorno, mentre il giorno passa il testimone alla notte.
Diversi mobili sono stati studiati per questi ambienti, tra cui un lungo divano rosso, uno sgabello e un coffee table. Le venti camere presentano un design ancora più personalizzato.
I letti sono racchiusi nella zona centrale della stanza da tendaggi leggeri, con un unico altro elemento di arredo che è rappresentato dalla lampada a sospensione con paralume in carta washi.
Nella zona lounge, un sofà dalle forme morbide, poltrone e divani arredano il living delle suite, con tappeti realizzati come dei tatami.
Sorprendenti i bagni, con i soffitti in legno di cedro, ampi lavabi neri, pavimenti e pareti in piastrelle ceramiche prodotte da Marrakech Design.
Le stesse piastrelle sono utilizzate in diverse combinazioni in altre zone dell’hotel, come la reception e i corridoi. Il disegno è stato realizzato appositamente da Claesson Koivisto Rune e si ispira alle vecchie pavimentazioni in legno scoperte durante la fase di restauro.
La ristrutturazione ha voluto rispettare l’importante preesistenza mantenendo in particolare le pavimentazioni originarie in cemento alternandole con nuove superfici lisciate, continue. Il progetto, inoltre, ha anche voluto giocare con il contesto sfruttando l’affaccio del retro dell’hotel sulla strada e permettendo alle luci delle macchine di entrare attraverso pannellature in vetro colorate, modificando in continuo la percezione degli spazi.
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