Kristina Zanic. Una nomade creativa si racconta.
L’importanza dell’ascolto alla base di una progettazione timeless. Un desiderio: l’Italia.
Appassionata di viaggi, di design e dei suoi clienti, Kristina Zanic, designer australiana di origine croata integra stili, colori, materiali, realizzando, assieme al suo team di Dubai e in collaborazione con numerose aziende di spicco, progetti unici che raccontano storie. Ha ricevuto molti premi internazionali e regionali e recentemente è stata votata come Leader of the Year ai premi Index Dubai e selezionata come uno dei primi quattro designer più influenti in Medio Oriente da Commercial Interior Design magazine, assieme a Paul Bishop, Pallavi Dean e Emma Stinson+Nicola Fahy.
Il segreto del mio successo? Le relazioni interpersonali con il cliente.
L’abbiamo intervistata per conoscere i segreti della sua affascinante esperienza.
we. Il forte desiderio di viaggiare, di conoscere culture straniere è da sempre la tua fonte di ispirazione. Come hai affrontato i mesi precedenti?
Il viaggio è sempre stato fonte di ispirazione non solo per me, ma fa parte del DNA della nostra azienda. Il mio team ama viaggiare per trarre ispirazione ed esplorare diversi approcci al design. Per quanto mi riguarda, trovo che cambiare ambiente aiuti a cambiare punto di vista: solitamente torno da un viaggio arricchita da nuove idee, non solo per i nostri progetti, ma anche per il nostro gruppo di lavoro.
Ho vissuto in 5 Stati durante la mia vita; abbiamo circa 25 nazionalità all’interno dello staff; abbiamo realizzato progetti in oltre 20 Paesi. Ci reputiamo senza dubbio uno studio internazionale di interior design. Crediamo nell’uso delle differenze e nell’ispirazione proveniente dall’esplorazione per la creazione di qualcosa di unico in ogni progetto. Fondamentalmente ci consideriamo dei nomadi creativi!
Con l’arrivo della pandemia, per il nostro team all’inizio è stato un po’ difficile adattarsi, non solo per il nostro amore per il viaggio, ma anche perché ha ostacolato l’incontro con i clienti e i sopralluoghi. Tuttavia, siamo stati in grado di fare una graduale transizione, lavorando da casa. Ma, al termine del lockdown, siamo tornati a lavorare assieme apprezzando ancora di più l’importanza del contatto personale e della collaborazione creativa.
Certamente l’utilizzo della tecnologia facilita molti aspetti del nostro lavoro ma credo ancora nel potere di costruire relazioni con i clienti e interagire faccia a faccia aiuta davvero a creare connessioni personali. Il cuore del nostro lavoro è il design ma in realtà gran parte del successo dipende proprio dalle relazioni e dal legame con le persone.
Il segreto del mio successo? Le relazioni interpersonali con il cliente.
we. I tuoi lavori sono particolarmente apprezzati dai clienti, in quanto in grado di sintetizzare ciò che è attraente e desiderabile con ciò che è fattibile e funzionale. Come si è adattato il tuo stile alle nuove esigenze?
Considero sempre ogni progetto come qualcosa di unico, che richiede ogni volta un nuovo approccio. Siamo creativi prima di ogni cosa, un modo standard di pensare non ci appartiene.
Il nostro credo progettuale è “prima la funzionalità, poi l’estetica”, che non vuol dire mettere in secondo piano l’aspetto visivo ma renderlo parte integrante: entrambi devono lavorare di pari passo. Si parte quindi da un concetto con idee insolite e creative ma subito dopo si guarda a come inglobare queste idee nella realtà e tradurle in pratica.
Non realizziamo bei progetti per farli pubblicare su riviste o su Instagram ma per creare ambienti che si adattino bene al modo di vita delle persone. Osserviamo come lo spazio verrà utilizzato e miriamo a creare la migliore esperienza possibile per i suoi utenti.
Il successo di un progetto si misura non solo sulla prima impressione ma su come funziona nel tempo.
Penso che questo sia uno dei nostri punti di forza. Abbiamo un fantastico team senior con anni di esperienza e questo aiuta, durante il processo di progettazione, per evitare problemi e trovare un buon equilibrio tra funzionalità e design.
we. Qual è la fase più delicata e impegnativa di un progetto?
Certamente la realizzazione, quando il progetto diventa realtà. Questo è un momento critico per garantire che la qualità della lavorazione sia all’altezza degli standard e che materiali e finiture siano corrispondenti al progetto. Mi piace molto l’intero processo costruttivo, dal cantiere al processo produttivo dei singoli pezzi di arredo, in quanto vedi il tuo progetto prendere vita. C’è sempre molto da imparare: Nuove tecnologie e nuovi macchinari produttivi in grado di fare qualsiasi cosa, che allo stesso tempo ci permettono maggiore libertà progettuale.
we. Cosa secondo te rende un progetto un prodotto di successo?
Un progetto di interior è di successo quando lascia una bella-prima impressione nel corso degli anni, offrendo, allo stesso tempo, un’esperienza positiva ai suoi utenti. Deve essere comprensibile e riflettere chiaramente i valori o lo stile proprio del committente o del marchio; pratico e facile da gestire e mantenere.
Non progettiamo mai secondo le mode. Possiamo inserire qualche elemento di tendenza, che poi può essere facilmente aggiornato nel corso del tempo, ma l’essenza del design deve essere il più possibile timeless. Puoi sempre creare un forte elemento caratterizzante ma che deve comunque garantire una durata nel tempo.
Quello che cerchiamo di fare è raccontare storie e con queste essere in grado di garantire soluzioni uniche e su misura, specifiche in quel contesto.
Sapere ascoltare i clienti è un’abilità sottovalutata ma essenziale per comprendere e interpretare i loro bisogni. Trattare le persone con rispetto e offrire un buon lavoro è la chiave per guadagnare fiducia e aumentare notevolmente la qualità del processo lavorativo e dei risultati.
La maggior parte dei progetti che ci vengono assegnati provengono infatti da precedenti clienti o tramite passaparola. Questa è una grande testimonianza della qualità e della longevità del lavoro svolto dal nostro team di progettazione.
we. Che cosa è per te il lusso?
È difficile definire il lusso. Varia da persona a persona, in base alla location e cambia nel tempo. Quindi non esiste una definizione o una formula già impostata per crearlo.
Per alcuni è topulenza; per altri, si tratta di semplicità e minimalismo Zen. Non abbiamo una risposta standard per la creazione di un interior di lusso – varia a seconda del cliente e noi prendiamo spunto da loro.
Il nostro design per un mini-appartamento di lusso immerso nella natura in Kenia è ben diverso dal modo in cui progettiamo mega-resort sulla costa del Mar Rosso o dal lusso richiesto per una residenza urbana vip. Devi considerare quello che rappresenta il lusso per l’utente e nell’ambiente.
Per me il lusso è fortemente legato allo spazio e alla sua autenticità. Non deve essere urlato.
Si tratta di creare ambienti belli e organizzati, con materiali di qualità, che offrano confort e life style.
Deve essere un’esperienza nel complesso.
Il vero senso del lusso può essere raggiunto solo se tutti i dettagli sono in sintonia.
In un albergo puoi usare la carta da parati più costosa ma se i cuscini sono bassi o i materassi troppo duri o se sbatti la testa contro uno scaffale mal posizionato, l’esperienza per l’ospite non sarà percepita come un soggiorno di lusso. È proprio qui che il design di lusso spesso fallisce: i dettagli vengono trascurati.
Il lusso è una questione di dettagli.
we. Puoi anticiparci qualcosa dei tuoi prossimi lavori?
Abbiamo davanti un anno esaltante, con molti progetti in fase di completamento in diversi Paesi, e collaborazioni con i migliori architetti internazionali, di cui siamo entusiasti! Abbiamo aperto anche un ufficio in Arabia Saudita, che è al momento in piena espansione con sviluppi interessanti. Stiamo anche lavorando su progetti di design certificato e sostenibile ma vorremmo fare ancora di più.
La lista dei desideri lo scorso anno prevedeva progettare qualcosa su un’isola e, essendo riusciti a sviluppare tre progetti, direi che il desiderio si è avverato.
Il nostro obiettivo quest’anno prevede l’ampliamento del nostro raggio di azione in nuovi mercati. Lavoriamo già in varie parti dell’Asia e dell’Africa ma vorremmo esplorare nuovi territori. Abbiamo già progetti nell’area balcanica ma in generale vediamo molto più potenziale nel Sud Europa, in Italia, così internazionale e ricca di storia. Non vediamo l’ora di essere più presenti e costruire nuove partnership.
Vieni a conoscere Kristina Zanic a Guest Lab, l’evento dedicato al contract, al design e all’hospitality – mercoledì 4 maggio 2022, al Palazzo delle Stelline di Milano.
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