Sui Navigli, al numero 7 di via Ascanio Sforza, nasce un nuovo punto di riferimento per i townster e gli ospiti internazionali ideato da Alessandro e Mauro Benetton. Un’ospitalità ibrida con l’impronta italian lifestyle, dove il managing director si trasforma in un nomade digitale. Ed è proprio lui, Nicola Accurso, a raccontarcelo.

“Se qualche anno fa mi avessero detto che mi sarei trasformato in un nomade digitale non ci avrei creduto”, ride Nicola Accurso, managing director di 21 House of stories, l’innovativo progetto di ospitalità ibrida ideato da Alessandro e Mauro Benetton, arrivato oggi alla sua seconda esperienza milanese dopo quella in Città Studi.

“Provengo da un tipo di ospitalità tradizionale ed ero abituato ad avere un mio ufficio privato. Ma qui, io e il mio staff abbiamo deciso di non avere una postazione fissa ma di lavorare nelle aree co-working delle nostre strutture. Dobbiamo essere i primi a usufruire dei nostri spazi come clienti, per capire cosa funziona e cosa c’è da migliorare. E devo dire che preferisco così”.

we. Ma come nasce questo secondo progetto di ospitalità a Milano?

“Nasce dalla curiosità di esplorare quello che già esiste, ci guardiamo in giro, ci ispiriamo agli esempi eccellenti sia italiani che internazionali, per esempio il 25Hours di Berlino e di Firenze, elaboriamo le esperienze interpretandole a modo nostro. Quello che secondo me ci renderà speciali è avere saputo interpretare l’ospitalità ibrida con un accento tipicamente italiano”.

I Mirador. Terrazza con piscina al settimo piano dell’hotel. ph. Michele Nastasi.

we. Quanto di Alessandro e Mauro Benetton c’è nel progetto e quanto di Nicola Accurso?

Di Alessandro e Mauro c’è tutto l’imprinting iniziale, il mood esperienziale, la volontà di lavorare con e per i giovani. Poi nel progetto c’è tantissimo della mia squadra. È stato un lavoro svolto in team. Dalla scelta delle carte da parati ai vinilici utilizzati per i pavimenti delle camere. Ho la fortuna di avere una squadra molto affiatata che si muove all’unisono. RGAstudio ha coordinato tutti gli attori e ha progettato I Mirador, due splendide terrazze affacciate su Milano al settimo e ottavo piano dell’hotel. [è proprio qui, con una vista a 360° sulla città, che si svolge l’intervista – ndr]. Grande spazio è stato dato anche alle aree comuni open air, più di mille metri quadri all’aperto con il verde progettato da P’arcnuveau.

La corte interna.

we. Qual è il filo rosso che unisce le due strutture, quella di Città Studi e questa sui Navigli?

Innanzitutto i servizi che offriamo. Entrambi sono spazi ibridi, con aree co-working, aree food e per eventi privati. E poi abbiamo utilizzato alcuni elementi architettonici e di design comuni, come la tribuna, la boiseire, l’uso della carta da parati.

La tribuna all’ingresso.

Il progetto.

Affacciata sul Naviglio Pavese (via Ascanio Sforza) a 100 metri dalla Darsena, la House of Stories mette in contatto il cosmopolitismo con il quartiere, in cui è fortemente radicata in chiave di rigenerazione urbana. Grande attenzione è infatti dedicata agli spazi comuni open air, di oltre 1000 metri quadrati. La corte interna, per esempio, richiama l’atmosfera da Vecchia Milano, ma la attualizza con un mood conviviale e informale.

Il palco con vista sul naviglio.

Al piano rialzato della struttura alcune delle anime del progetto si alternano e si compenetrano in maniera fluida.  Il coworking occupa un grande spazio in cui gioca un ruolo importante il verde. Un grande palco visibile dall’esterno anticipa la vocazione agli eventi dell’hotel tra cui anche concerti con l’obiettivo di prendere il testimone dei molti locali storici dove si faceva musica a Milano, sui Navigli, e ora purtroppo chiusi per sempre.

Food&beverage.

Il bistrot Domenica, sempre al piano terra, si ispira alle atmosfere della domenica italiana. Il concept food si traduce in una proposta di piatti dei due giovani chef Alessio Roberto Albiero e Diego Pioli, con la consulenza di Arco srl, società fondata da Andrea Ribaldone. In tavola, i sapori italiani e la genuinità degli ingredienti sono reinterpretati con creatività dalle competenze di Pioli e Albiero maturate nelle cucine stellate. La grande cucina a vista si affaccia sulla sala che mixa elementi casalinghi a oggetti di design, il tutto accompagnato dall’accoglienza attenta e informale tipica di 21 House of Stories. Lo spirito di Domenica è presente anche nella proposta drink, dall’aperitivo all’after dinner: curata da Franco Ponti, che vanta importanti esperienze a New York e Los Angeles, oltre numerose collaborazioni con chef stellati e rinomati locali milanesi.

Al settimo e all’ottavo piano sorgono I Mirador, due piazze sospese sulla città, con accesso indipendente da via Bettinelli.  Ispirati dal termine spagnolo mirador. RGAstudio ha disegnato uno spazio dove le persone possano godere di una vista unica su Milano. La terrazza al settimo piano ospita una piscina, un plus molto importante che fa la differenza nell’ospitalità milanese, una zona lounge, un cocktail bar, dedicato alla mixology curata da Ponti, e un lungo tavolo panoramico. L’acqua, enfatizzata dalle superfici riflettenti del bancone bar e della piscina, la combinazione di ceramiche decorate a mano, le grafiche dai toni di blu e la vegetazione conferiscono un’atmosfera mediterranea al progetto.

Cocktail bar al settimo piano dedicato alla mixology. La ceramica “liquida” richiama i riflessi dell’acqua della piscina.

Il rooftop all’ottavo piano accoglie il wine bar e il ristorante panoramico con vista a 360° sullo skyline. I tavoli e le sedute sono disposti intorno al grande banco semicircolare al centro dello spazio. Il rivestimento di tessere circolari di pietra compattata con diverse nuance rendono il banco tridimensionale e materico.

Junior Suite Hero.

Le camere e le suite.

Le 104 camere sono progettate e suddivise per tipologia in base all’esperienza che offrono. Si parte dalla categoria Creator, poi le Wizard, tutte affacciate sul Naviglio, caratterizzate da una presenza importante di boiserie. Le Outlaw si sviluppano su due livelli, con un letto soppalcato. In queste camere, la parete attrezzata in legno e metallo diventa l’elemento architettonico che integra la scala di accesso alla zona notte e una postazione work dotata di uno schermo, mentre la zona fitness è concepita con un sistema a scomparsa che consente di convertire la camera in una palestra privata.

Suite Superhero.

Le junior suite Hero hanno dimensioni più generose e una zona relax separata dalla notte. In alcuni casi, il letto a scomparsa consente di trasformare la camera in location per eventi privati. Completa l’offerta la Superhero, una suite di circa 80 metri quadri interni e più di 100 metri quadri di terrazza con vista panoramica, situata al sesto piano della struttura. Anche in questo caso, la camera è concepita per poter ospitare eventi privati di diversa natura, leisure o business.

“Dopo l’esperienza di successo del primo 21 House of Stories in Città Studi, con un team di giovani che ha fatto della creatività e della voglia di esplorare la propria forza”, spiega Alessandro Benetton, “questa nuova struttura si propone sempre di più come un concept di ospitalità ibrida e innovativa, un cantiere aperto di sperimentazione e contaminazione nell’arte dell’accoglienza italiana. Da un’idea nata quasi per gioco con mio fratello Mauro, abbiamo costruito una realtà che ha aggregato vere e proprie community: dal mondo accademico a quello dei creators e della comunità locale, dal settore della comunicazione alle risorse umane, dall’industria alla musica… Benvenuti perciò in questo nostro crocevia di storie ispirato al design e al lifestyle contemporaneo in cui convivono relax e lavoro, musica e cultura e poter incontrare persone che amano far accadere le cose.”

ph. immagine di apertura Michele Nastasi.