In Messico, cinque suite offrono un’esperienza flessibile e inusuale, dove outdoor e indoor si mescolano senza confini in stile brutalista.

Immerso nella costa fiancheggiata dalla giungla di Sayulita, poco a nord di Puerto Vallarta, in Messico, si trova NICO, una micro esperienza di ospitalità con suite, spazi comuni all’aperto e comfort in stile boutique hotel.

Il rifugio tropicale è stato realizzato da Hybrid – società di Seattle, formata da un team eterogeneo di architetti, costruttori e sviluppatori immobiliari che assicurano che i progetti siano belli, realizzabili, a budget e di valore duraturo per la comunità – in collaborazione con lo studio emergente Palma con sedi a Città del Messico e Sayulita. 

Adottando un approccio innovativo al design degli hotel, pur aderendo al tipico linguaggio messicano tra indoor e outdoor, Hybrid e Palma hanno creato un’esperienza di ospitalità coinvolgente e flessibile

L’edificio in stile brutalista è stato studiato come una griglia in cemento su più piani composta di spazi privati e comuni. Come un’esplorazione della soglia, attraverso un gradiente vario di privacy e apertura, le travi di cemento incorniciano il paesaggio come un dipinto richiamando gli edifici modernisti tropicali.

Le cinque suite possono essere utilizzate e affittate in diverse configurazioni, modificando costantemente il modo in cui è vissuto l’edificio.

NICO combina l’autonomia di una casa vacanza con gli spazi comuni di un boutique hotel. Infatti l’intero complesso può essere affittato da una famiglia allargata o da un gruppo di amici oppure le suite possono essere occupate singolarmente, in modo più usuale, da ospiti individuali o coppie.

Questa stessa flessibilità si riflette nella logica strutturale alla base del progetto. La struttura a griglia consente infatti una possibile mutazione programmatica, se e quando sarà necessaria.

Spazi chiusi, semiaperti e aperti sono disposti su più livelli che si estendono verso il basso, seguendo la pendenza naturale del sito. Il tutto è riunito attraverso il veicolo di una generosa griglia di cemento che abbraccia l’intero progetto e incornicia tutti gli spazi.

L’edificio si legge come una struttura a due livelli sulla strada. Dopo aver attraversato il ponte sulla piscina principale gli ospiti scoprono il resto della struttura scendendo letteralmente nella giungla.

Una volta all’interno, gli ambienti regalano prospettive inaspettate ed emozionanti sul paesaggio e sull’oceano. Le viste sono ariose e aperte sul tetto, dirette sulle lussureggianti cime degli alberi al livello intermedio e, infine, scendono a un livello più ‘ terrestre’ dove si trova la Jungle suite, una stanza circondata da fogliame nativo corredata di una vasca da bagno in cemento per un’esperienza da spa.

Le stanze sono concepite come rifugi tranquilli che abbracciano una connessione profonda con l’esterno attraverso finestre a tutta altezza e spazi all’aperto. La tavolozza neutra di cemento, acciaio e legno di ispirazione brutalista rafforza questo senso di rifugio. L’interazione di questi materiali duri con il dolce sfondo degli alberi circostanti crea una tensione particolare tra il costruito e il naturale. 

Per gli spazi comuni, è stato adottato un approccio diverso, più colorato, vivace e giocoso per stimolare i sensi e creare un’esperienza memorabile.

La principale area comune al primo livello è costituita da una piscina con terrazza e zona cucina-pranzo all’aperto. Una seconda area sociale si trova al livello del tetto: è costituita da un’ulteriore piscina – ma con acqua fredda – con spettacolare vista sull’oceano.

La collaborazione tra Hybrid e Palma si è tradotta quindi in un’espressione architettonica fresca, moderna e del tutto originale rafforzata dal design unico e personalizzato dei mobili.

Gli arredi su misura sono stati infatti progettati da designer messicani emergenti come Roberto Michelsen contribuendo a dare agli spazi un caratteristico tocco ‘local’ fatto di materialità, colore e inventiva.

Infine, il paesaggio intorno all’hotel è stato progettato da Paola López Carrillo e Carlos Ríos Limón di PAAR – Taller; l’identità grafica dallo studio messicano Trama.

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ph. Luis Díaz Díaz, Alex Herbig