Da cantina di vino a 5 stelle esclusivo firmato da uno dei più famosi architetti del mondo. Tra suggestioni e raffinata accoglienza.

Tutto ha origine da una combinazione di elementi esclusivi. Il nuovo hotel appena inaugurato sorge nello storico quartiere Chartrons, il più elegante e caratteristico di Bordeaux. L’edificio in stile neogotico risale al 1871 e fu la sontuosa sede della cantina Hanappier e Calvet. E poi c’è lui, Philippe Starck, l’architetto geniale capace di creare oggetti e progetti dal destino comune, quello di diventare dei trend. A lui la famiglia Pichet ha affidato la ristrutturazione della proprietà, con la richiesta di realizzare un 5 stelle unico.

Tutto parla francese in questo hotel di 97 camere, a partire dai massicci muri in pietra con campate merlate che raccontano con orgoglio la potenza commerciale della Bordeaux di un tempo. Varcato l’ingresso, dominato da un’enorme porta ogivale a vetri, l’aspetto possente e pubblico della facciata lascia il posto ad ambienti dove l’ospitalità è intesa come esperienza allo stesso tempo elegante e intima, cosmopolita e discreta.

Philippe Starck, affiancato da Jean-François Le Gal dello studio di architettura Advento, ha immaginato gli interni come luoghi contemporanei ma fuori dal tempo, con un mood estetico teso a creare atmosfere raffinate e rarefatte.

Il progetto di interior design è frutto di accostamenti, combinazioni, sovrapposizioni di stili e suggestioni che puntano a un’armonica convivenza di diversità: i colori tenui della terra e della pietra locale e la moderna schiettezza del cemento grezzo, le influenze degli ambienti borghesi di Bordeaux e l’impronta giapponese del ristorante Morimoto, regno dello chef Masaharu Morimoto e della sua cucina in equilibrio tra sapori asiatici e francesi.

L’hotel è pervaso da una generale sensazione di calore e raffinatezza: i complementi d’arredo, come i tappeti dai motivi organici e soprattutto la luce morbida diffusa da paralumi e lanterne, unificano gli ambienti e amplificano l’effetto di intima, raffinata accoglienza.

È nelle camere che questo si avverte con massima intensità. Prevalgono materiali nobili e naturali dalla piacevole tattilità, come legno, pelle, lana cotta; le linee sono essenziali, in particolare nei bagni, ma riservano sorprese nei dettagli trompe-l’oeil e nelle superfici in cemento modellato.

E poi c’è il grande valore aggiunto del verde: diverse camere e suite si aprono su terrazze private in cui è presente una vegetazione lussureggiante, reale privilegio per un hotel situato nel centro dell’importante città francese.

Il centro benessere è un’altra delle dimensioni tutte da scoprire del Mondrian Bordeaux Les Carmes. Se le camere sono state concepite da Starck come dei “bozzoli” dove l’atmosfera è intima e quasi sospesa, la zona wellness ricerca la stessa armonia puntando sull’effetto pacificante della luce naturale, che qui inonda gli ambienti.

Spa, hammam, sauna, bagno turco, sala fitness, una piscina con due grandi vetrate che la collegano alla terrazza e un soffitto in legno costituiscono la proposta benessere del cinque stelle, accanto a una serie di rituali pensati per rendere massimo il piacere del soggiorno.

Non è casuale la scelta del marchio dei prodotti, che ha individuato nel brand francese di cosmetologia vegana Codage il partner ideale per i trattamenti di bellezza e benessere.

Abituato a stupire a ogni nuovo lavoro, con il Mondrian Bordeaux Les Carmes, Philippe Starck fornisce un’ennesima dimostrazione del suo smisurato talento creativo, capace di rinnovarsi e spingersi oltre a ogni nuovo progetto. E poiché il tema dell’accoglienza e della convivialità è uno dei focus della carriera di Starck, nell’hotel di Bordeaux è da citare una soluzione di design che omaggia il genius loci della città ma non solo.

Ai margini del ristorante Morimoto l’architetto francese ha predisposto un tavolo per otto persone che, attraverso pannelli giapponesi, può essere schermato e reso privato. Una volta al mese, esso diventerà un tavolo gastronomico per una degustazione speciale che abbinerà cibo, vino e sake. E dove, se non a Bordeaux?

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ph. Gaelle Leboulicaut