Dal design di oggetti di largo consumo al Retreat Blue Lagoon una storia, partita da Milano, più di cinquant’anni fa.

E sì, qualcuno doveva pur inventarla quella penna-pennarello che ha fatto storia, Compasso d’Oro nel 1979. Ma non tutti sanno che chi l’ha ideata è Design Group Italia, uno studio oggi composto da 75 professionisti da 16 nazioni differenti con sedi a Milano, New York, Reykjavik e Silicon Valley. Fondato a Milano nel 1968, oggi lavora in tutto il mondo e in differenti settori, digital heath, prodotti di largo consumo, Internet of Thing, resort di lusso che diventano destination. E solo nel 2020 ha vinto ben tre premi, due iF Design Award, uno per l’elmetto 3M SecureFit X5000 e l’altro per il pluripremiato Retreat at Blue Lagoon Iceland, che si è appena aggiudicato anche l’AHEAD Global award for Sanctuary 2020.

Ma cosa ha di speciale Design Group Italia? Crea destinazioni.

Retreat Blue Lagoon. Vincitore nel 2020 dell’ iF Design Award e dell’AHEAD Global award for Sanctuary. Nel 2019 del Red Dot Award: Best of the Best e dello Skift Design Award.

Due esempi di destination: The Retreat Blue Lagoon e il Vök Baths

Nel 2018, Blue Lagoon ha completato il suo percorso, iniziato negli Anni ’90, con l’apertura del Retreat a Blue Lagoon Iceland che comprende una spa sotterranea, una laguna geotermica, un ristorante che reinventa le tradizioni culinarie islandesi e un hotel di 62 suite circondato dalle acque ricche di minerali della Laguna Blu.

L’edificio è stato studiato da Basalt Architects, e il design degli interni e anche dell’esperienza, in collaborazione con Basalt Architects, è stato curato da Design Group Italia (DGI), che ha iniziato a lavorare con Blue Lagoon nel 1997, con l’obiettivo di garantire un’esperienza per un numero di visitatori in continuo aumento.  Le linee guida del progetto ruotano attorno al principio estetico di raffinatezza senza tempo. Cosa significa ce lo spiega Sigurður Thorsteinsson, Chief Creative Officer e Partner di DGI.

Sigurður Thorsteinsson, Chief Creative Officer e Partner di DGI.

“Significa forme semplici. Significa colori tono su tono, alta qualità in termini di materiali e finiture, estrema attenzione ai dettagli. Ma deve anche trasmettere un senso di calore e un’atmosfera rassicurante. In cui sentirsi protetti. La timeless sophistication stabilisce una connessione umana con un ambiente straordinario.

Progettiamo momenti di coinvolgimento tra persone e brand. Lavoriamo sui ricordi che questi momenti creano.

Non si può pensare al Retreat Blue Lagoon in un altro contesto in quanto tutto parla del luogo, una terra di lava e dei suoi colori. Non si può parlare di un design di tendenza in quanto è intrinsecamente vincolato al alla location. Timeless è il termine più appropriato per definirlo: un lusso senza stravaganze

La palette dell’arredo è giocata sulle tonalità scure che si fondono con colori più metallici in armonia con il legno. E tutto è studiato per fare sentire bene. Anche la luce è finalizzata sulla user experience con un approccio human centric lighting, studiato da Liska / Verkis e guidato da Guðjón L. Sigurðsson, che si riassume in una luce dinamica, prodotta da un corpo illuminante al centro di ogni suite e che riproduce lo spettro luminoso dall’alba al tramonto modulandosi con le fasi diurne.

Lava e ancora lava anche nelle installazioni della famosa artista islandese Ragna Róbertsdóttir che ha creato un’installazione murale nel Moss Restaurant ma anche topografie “mindscapese” realizzate con il sale, altro elemento con il quale lavora, ispirata alla natura vulcanica, tettonica e oceanica dell’Islanda. E poi parlano dell’isola le collezioni ceramiche esposte che raccontano una tecnica del fissaggio della lava e dell’argilla e che ha reso unico quel momento artistico tra gli Anni ’60 e ’70.

La brand identity e l’esperienza basata sull’acqua per Vök Baths.

Sul lagoUrriðavatn, nell’Islanda orientale, con la particolarità di avere un’acqua così pura da essere certificata potabile, un gruppo di imprenditori locali ha avuto l’idea di creare una geothermal pool destination.

È stata sviluppata una brand identity e uno storytelling omnicanale basati sull’acqua, sul territorio, sulla tradizione e sul profondo rispetto nei confronti della natura. Il marchio nasce da “tuskuvakir”, un’apertura nel ghiaccio del lago che non gela mai. Leggende del luogo attribuiscono il fenomeno alla presenza di mostri marini e solo nel 1963 se ne scoprì la causa dovuta alla presenza di una sorgente di acqua calda. Il termine vok in islandese significa appunto sorgente.

“Non volevamo solo creare una piscina ma un’autentica esperienza multiforme con l’acqua unica di Vök, un ricordo che i viaggiatori avrebbero portato a casa e una destinazione di cui la comunità locale poteva essere orgogliosa”, spiega Sigurdur Thorsteinsson che, ancora con lo studio di architettura Basalt Architects con sede a Reykjavik, ha realizzato Vök Baths, con due piscine galleggianti, sauna, bar e ristorante.

Le due piscine geotermiche galleggiano nel lago, ancorate come barche, minimizzando il loro impatto ambientale e sono state realizzate con materiali particolarmente resistenti adatti alle temperature artiche.

Per creare una travel destination di successo lo storytelling è essenziale. Per questo è stata sviluppata un’identità del marchio e le basi della comunicazione per trasmettere i valori fondamentali di rispetto per la natura, genuinità e sostenibilità. Lavorando sulla destination, si è pensato al viaggio del cliente attraverso le varie esperienze di balneazione, studiando le abitudini locali per offrire servizi differenziati.

L’esperienza a Vök Bath inizia con una tazza di tisana preparata con l’acqua di sorgente ed erbe locali. Il bancone delle tisane nell’atrio di ingresso, studiato appositamente come tutti gli arredi da DGI, ha un tubo di rame che trasporta l’acqua calda direttamente dalla sorgente sotto il lago. L’acqua è il filo che collega la natura al benessere individuale delle persone e il bar delle tisane ne è la perfetta espressione, trasformando i visitatori in partecipanti attivi del loro benessere, versandosene una tazza.