Tutto quello che ci circonda cambia continuamente, si evolve spesso in maniera repentina, a volte incontrollata e, volenti o nolenti, o riusciamo a seguire il flusso o veniamo travolti miseramente senza aver alcuna possibilità di intervento. Tra le svariate realtà che subiscono mutamenti troviamo uno dei punti deboli dell’intera filiera lavorativa: il ricavo.

In questo periodo di continue mutazioni e perenni cambiamenti, aumenti di costi suffragati dal nulla, paure a volte reali e a volte immotivate che portano ad azioni dettate troppo spesso dal panico, si rischia di trovarsi invischiati in una rete di cui abbiamo costruito noi le maglie. Un esempio è dato dal fatto che anche nei momenti di crisi si tende a cercare la soluzione che solo alla apparenza è più rapida, più semplice, più efficace: l’aumento dei prezzi.

In realtà questa è la classica valanga innescata da una pallina di neve che crea una sequenza di fatti che non solo la accrescono, ma che la trasformano in un vorace mostro che distrugge tutto lungo il proprio cammino. Questo è il primo passo per comprendere la necessità di un controllo di gestione, dove “controllo” è la parola chiave. In questi momenti è autodistruttivo compiere azioni basate solo sul proprio istinto o su un’osservazione fugace e superficiale dei comportamenti altrui. Ogni gestione è diversa, ogni attività è diversa e ognuna di esse ha bisogno di sistemi diversi.

 

Detto questo, bisogna tenere conto del fatto che oggi molte imprese hanno margini ridotti e un piccolo ostacolo basta per farle inciampare. E gli ostacoli entrano in campo per via di una miriade di fattori incontrollabili che non possono essere gestiti manualmente.

Costi sugli acquisti, vendite, costi di esercizio, spese accessorie, servizi, forniture, costi del personale, spese straordinarie, statistiche e previsioni di vendita sono solo alcuni dei protagonisti. L’unica strada percorribile e funzionale è quella di incrociare tutti questi dati al fine di eliminare gli ostacoli appena citati perché, come detto, una semplice distrazione o mancanza rende inutile tutto il lavoro svolto.

Ogni passaggio di informazioni, come accade nel classico gioco del passaparola, raccoglie nel tragitto delle impurità che si ripercuotono, in maniera amplificata, al punto finale: il software di analisi.
Di conseguenza genera dati sbagliati e fuorvianti.

Nessuna analisi o previsione può essere corretta se le sue fonti sono imprecise, incomplete o addirittura errate. Per questo è fondamentale avere tutti i dati inseriti nello stesso software con programmi totalmente coesi che non implichino passaggi di dati, adattamenti di formati e che non si avvalgano di strani e improbabili aggregatori.

La risposta è una soluzione software in cui tutto nasce già integrato, senza dover ricorrere alle cosiddette “pezze”, artifici e aggiustamenti dell’ultimo minuto. Ogni software efficace oggi è interconnesso con tutti gli altri per formare un ecosistema bilanciato e preciso.

Un ecosistema con un potente cuore (e cervello) che, traslato nel mondo informatico, è chiamato Hub Cloud, il punto unico di origine e di arrivo di tutte le migliori soluzioni. Non ultimo, è fondamentale citare la semplicità di controllo su questo elevato numero di informazioni e la facilità di gestione per renderlo accessibile a tutti. L’inattività è fatale e la gestione ha bisogno del miglior controllo possibile, non per restare a galla, ma per lavorare con profitto e tranquillità.

Con una metafora finale, possiamo dire che il cavallo su cui puntare per raggiungere la vittoria è quello con un ottimo fantino, seduto su un’ottima sella ma, soprattutto, con le giuste redini per poterne mantenere il controllo indirizzandolo verso il giusto traguardo.