Lenti, scomodi, vecchi, malfunzionanti, inadeguati o totalmente inesistenti. La tragica epopea prealessandrina del phon in hotel. E di tutto quello che ha a che fare con i capelli. Ma cosa vi hanno fatto i clienti senza problemi tricologici, esattamente?

Ormai ne sono certa. Quelli che progettano spazi e servizi dedicati al lavaggio e all’asciugatura dei capelli nei bagni degli hotel hanno certamente delle caratteristiche comuni: sono misantropi, calvi e rancorosi. Sì, altrimenti non si spiega l’estremo disagio a cui vengono sottoposti i clienti dotati di chioma più o meno folta.

La tragedia dell’affair capelli in hotel affonda le proprie radici nella notte dei tempi e non accenna a mitigare il proprio lirico afflato, inevitabilmente portatore di sventura. Fatto sta che se si è dotati di capigliatura si è costretti a portarsi il phon da casa – cosa non sempre possibile per motivi di spazio e comunque scomodissima – se vogliamo essere sicuri di avere un aspetto presentabile. Nel caso di un soggiorno molto breve, conviene lavarseli prima di partire. 

Eppure i benefits delle strutture alberghiere sono sempre più numerosi. Mi fornite i croccantini vegani per il cane, il latte di coniglia per i poppanti, le bacche di goji a colazione, ma asciugarsi i capelli nel vostro bagno è un’impresa impossibile. Dite che stiamo esagerando? Analizziamo insieme tutte le insidie che l’albergatore tricofobico semina lungo il nostro periglioso cammino verso la messa in piega.

Lo sputa-aria da piscina comunale di periferia.

Il Demonio.

Avete mai provato ad asciugarvi i capelli con questo attrezzo infernale? Farsi alitare in testa da un criceto con l’enfisema sortirebbe un effetto migliore. La leggenda narra di ospiti bloccati in albergo dal 1984 intenti ancora a togliersi l’umidità dalle punte.

Il modello Dea Kālī .

Sembrano innocui, vero? Non fatevi ingannare. E scordatevi una messa in piega decente. Questo modello di phon da parete solo apparentemente ergonomico, in realtà funziona soltanto tenendo premuto forte il pollice sul pulsante di accensione. Se avete capelli lunghi, vi ritroverete con i crampi alle mani. Se i vostri capelli necessitano di essere pettinati durante l’asciugatura – a volte capita! – sarete costretti a chiamare rinforzi.

L’imboscata.

La grande beffa.

Mettiamo che tu arrivi in bagno e trovi quel raro, prezioso, futuristico oggetto chiamato phon. Un phon normale. Di dimensioni normali. Dalla velocità normale. Che si regola e maneggia in maniera normale. È lì, bello e invitante dentro il suo sacchetto di stoffa. Non ci puoi credere. Te lo stringi fra le braccia danzando. Lo fotografi per mostrarlo con orgoglio ad amici e parenti. Lo spammi su tutti i social con l’hashtag #dioesiste e ti accingi a farti il tuo bello shampoo. Credi di avercela fatta ma tu, ingenuo e sprovveduto cliente, devi ancora fare i conti con le infinite macchinazioni che l’albergatore ha ordito a tuo danno. Quando infatti, seminudo e grondante, cominci a scuotere la testa bagnata in stile Flashdance e vai ad attaccare la presa del phon…è lì che scatta la trappola! La presa non c’è. O c’è ma serve un adattatore che ovviamente dovrai chiedere alla reception [sempre che ce l’abbiano].
Ci avevi creduto, eh?

A Whiter Shade of Pale.

Scenari satanici più luminosi dei bagni di certi hotel.

No, i Procol Harum non c’entrano niente. Togliti dalla testa ogni scenario romantico. Il fatto è che durante la veglia funebre della trisnonna Mariuccia l’illuminazione era migliore di quella che hai a disposizione adesso per asciugarti e sistemarti i capelli [e magari truccarti, farti le sopracciglia e altre cose strane…]. A completare il quadro cimiteriale manca soltanto l’effigie di Padre Pio, al quale dovrai comunque affidare la riuscita della tua messa in piega.

La vanità è pur sempre un vizio capitale.

Strumento di Satana.

Perché, quindi, indurre gli ospiti al mortal peccato mettendo a disposizione uno specchio mobile – magari ingranditore – in modo che si possa guardare e di conseguenza pettinare in maniera decente anche dietro? Giammai. Caro cliente, concentrati sulle recensioni e sulla prenotazione diretta e non sulle frivolezze di questa terra dove sei solo di passaggio.

Gli sciampini all’acido muriatico.

Don’t try this at home.

Sono belline. Sono colorate. Sono cicciotte. Sono chiuse da tappini leziosi. Sono loro, le temutissime boccette degli sciampini. Inutile metterti in guardia, tanto ci caschi ogni volta. E poi ti ritrovi con i capelli che hanno l’odore della plastica bruciata e la consistenza della lanugine delle spighe di granoturco a fine settembre.

Potrei aggiungere anche che in camera si possono trovare kit per il cucito, spugnette lustrascarpe, cotton-fioc, bibbie, vangeli, corani e antiche edizioni de La Gerusalemme Liberata, ma mai che si trovi una goccia di balsamo lasciata lì anche per sbaglio.

Cari albergatori, le cose sono due: o fondate un club di prodotto esclusivo per ospiti calvi [hairless hotels?] o, quando tra i servizi delle camere sventolate baldanzosamente l’infingarda icona del phon, cominciate a mettervi una mano sulla coscienza.