Funzionano ancora le proposte “all inclusive”? Sì, se adeguatamente promosse.
Quella dell’all inclusive è una tematica che è stata ampiamente dibattuta negli ultimi anni. Si tratta di una formula in via d’estinzione o destinata a evolversi? Ne abbiamo parlato con Gianni Bellagamba, presidente del consorzio All Inclusive Hotels. Che non ha alcun dubbio al riguardo.
La formula all inclusive è morta o sta semplicemente cambiando veste, adeguandosi alle nuove esigenze degli ospiti? Ha ancora senso di esistere o si tratta di una tipologia di proposta in via di estinzione? Queste sono le domande che molti addetti ai lavori si stanno facendo, anche alla luce dei repentini cambiamenti delle abitudini di viaggio e di acquisto dei nuovi turisti. Abbiamo rivolto queste domande a Gianni Bellagamba, presidente del consorzio All Inclusive Hotels, che ha le idee molto chiare sul futuro del tutto incluso.
we. Come e quando nasce il progetto All Inclusive Hotels?
All Inclusive Hotels nasce nel 2006 dall’intuizione di un gruppo di giovani albergatori di Bellaria. È stato il primo – e credo sia ancora l’unico – club di prodotto in Italia che aggrega strutture ricettive sia al mare che in montagna, che offrono vacanze in formula tutto compreso.
Oggi contiamo 110 hotel in otto regioni che promuovono tanti diversi modi di interpretare la formula all inclusive. Chi cerca una vacanza “tutto compreso” troverà sicuramente nelle nostre proposte la propria vacanza!
we. Quale tipo di clientela si rivolge a All Inclusive Hotels?
Nell’ultimo anno oltre un milione di viaggiatori hanno visitato il nostro sito, utenti alla ricerca di una vacanza all inclusive che trovano nel nostro portale la risposta.
Per il 70% parliamo di famiglie, il restante 30% è suddiviso tra coppie e gruppi. Giovani e meno giovani, gli utenti che si affidano al nostro portale sono un po’ di tutte le età, per questo parliamo di un’offerta davvero trasversale, che è la vera forza del nostro gruppo.
we. Perché creare un consorzio e non un semplice portale?
Perché non siamo una semplice vetrina commerciale, dietro a All Inclusive c’è molto altro. Ci avvaliamo della professionalità di molti consulenti che ci affiancano, ci danno supporto non solo nella vendita ma anche nella creazione e nella comunicazione del prodotto.
In questi quindici anni siamo cambiati molto. Siamo partiti in pochi, principalmente hotel dell’Emilia-Romagna, via via è cresciuta la domanda e siamo cresciuti noi. Oggi attraverso il nostro portale promuoviamo tanti hotel in decine di destinazioni diverse, ma nonostante questo siamo vicini.
Il bello del gruppo è anche la condivisione, lo scambio e il confronto tra colleghi sono indispensabili per crescere e per migliorarsi. Durante il primo lockdown ho personalmente parlato con tanti soci del gruppo, ci siamo scambiati ansie, paure, ma anche idee e progetti per ripartire. Sono convinto che questo scambio ci sia servito per arrivare pronti al momento della ripresa.
we. Quali i progetti e gli investimenti previsti nel 2022?
Nel 2022 investiremo un budget complessivo di circa 300.000 euro. Si tratta di risorse che provengono dalle quote di associazione e, in parte, da finanziamenti pubblici ottenuti grazie al lavoro di Hospitality Marketing che si occupa di pianificare e gestire tutte le attività del consorzio, oltre ai progetti di finanza agevolata.
Continueremo prioritariamente a investire sul mercato italiano, perché abbiamo ancora tanta domanda da saturare.
Nonostante l’instabilità attuale abbiamo deciso comunque di tornare sui mercati esteri, nel 2022 investiremo in maniera decisa sul mercato di lingua francese. Siamo convinti che questo mercato possa darci soddisfazioni e che sia necessario partire quest’anno per acquisire un importante vantaggio competitivoinel 2023 quando, ci auguriamo, non ci saranno più problematiche legate alla pandemia.
Sul progetto Francia, al di là delle attività di promozione, quello che faremo come consorzio è supportare i nostri associati aiutandoli a prepararsi al meglio per attrarre e ospitare questo tipo di clientela.
we. Perché un albergatore dovrebbe aderire a All Inclusive Hotels?
Innanzitutto perché siamo in costante crescita, negli ultimi anni il consorzio sta dando grandi soddisfazione a noi associati in termini di richieste. Abbiamo investito in un nuovo portale, una scelta vincente che ci ha premiato. Per dare qualche numero, nel 2021, nonostante la situazione pandemica in corso, il nostro portale ha generato oltre 150.000 richieste dirette per gli hotel, senza commissioni. Parliamo di oltre mille richieste di preventivo medie per socio che, considerando un tasso di conversione minima del 3%, significano un fatturato medio di oltre 30.000 euro, ovvero oltre tre milioni di nuovo fatturato per i nostri hotel.
Inoltre, al di là delle conversioni, parliamo di tantissimi contatti interessati al nostro prodotto vacanza, che quindi potrebbero non convertire subito, ma alla prossima occasione sicuramente.
we. Per quali alberghi ritieni che All Inclusive Hotels possa rappresentare un giusto investimento?
Per tutti, perché al momento non conosco altre realtà così performarti per un albergatore.
Sicuramente vorremmo ampliare la nostra presenza in diverse regioni, sia per la proposta mare che per la montagna. Introdurre anche la montagna è stata la scommessa del 2021, scommessa che possiamo dire di avere vinto considerando la grande soddisfazione dei cinque hotel del Trentino che ci hanno scelto!
Per quanto riguarda il mare, sicuramente in Emilia-Romagna e, in generale, sulla costa adriatica abbiamo davvero una bella offerta, ma abbiamo tanta domanda anche sulle altre regioni del centro e del sud Italia. E considerato l’investimento 2022 sul mercato francese, l’opportunità per hotel di Liguria, Piemonte e Valle D’Aosta sarà ancora più interessante.
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