Sostenibilità, riuso e riciclo ma anche progetti materici e tattili, per una tavola personalizzata, dove l’intrattenimento è sempre più natural. Dimentichiamo mercati, generi e prodotti distinti e distanti: oggi tutto è contaminazione reciproca se non, addirittura, sovrapposizione.

Si è da poco chiuso uno degli appuntamenti internazionali più attesi per i beni di consumo legati al dining, al living e al giving: sotto un inusuale cielo azzurro tedesco, la fiera di Francoforte ha definito le tendenze e novità per il mercato tableware e kitchenware. 360.000 mq, 170 paesi da tutto il mondo, 4.928 espositori e circa 140.000 visitatori: questi i numeri della fiera Ambiente. All’interno dei padiglioni, una distesa infinita e inarrestabile di piatti, posate, bicchieri, accessori arredo, innovativi strumenti per cucinare e servire a tavola: creatività, design e tendenze sono le parole d’ordine.

Vidivi collezione High Vibes.

Quali saranno le tendenze, le forme, i colori e i materiali che attireranno i consumatori nel 2024?

Prima di tutto essere sostenibili.

La consapevolezza generale su questo tema è in continua crescita, assieme all’attenzione sul riuso e sul riciclo degli oggetti che accompagnano la vita quotidiana. La sostenibilità è diventata ormai imprescindibile, non solo nella selezione delle materie prime, nella produzione e nel packaging, ma anche all’interno delle aziende, come valore dato alle risorse umane.

Neriel Portugal.

Rustic & wabisabi.

“Buono, pulito e giusto”, come profetizzava qualche tempo fa Carlo Pedrini, fondatore di Slow Food – movimento che esprime la necessità di una cultura del cibo giusta per l’ambiente e per gli uomini – è una filosofia che si sta riflettendo anche sulla tavola apparecchiata.

Il piatto minimal, la tela bianca sulla quale ogni chef può disegnare il proprio progetto gastronomico, tiene la sua posizione privilegiata, ma stanno prendendo sempre più spazio oggetti “rustic”, ruvidi al tatto, dalle superfici tattili, con la riscoperta di materiali come il gres, la maiolica e la terracotta, magari rivestiti da smalti reattivi che ne determinano uno stile “corroso”.

Le portate vengono presentate in maniera più informale, naturale e artigianale, nel solco del wabisabi, una espressione japanese-sounding che esprime un concetto interessante: “l’imperfezione nella perfezione”, una delle tendenze consolidate nel tableware contemporaneo dove l’aspetto del “non finito”, dalle forme irregolari e, appositamente, dalle finiture imperfette, esprime la bellezza di un lavoro “artigianale” anche se industriale.

Mix and match vs matchy-matchy.

Non è più tempo di tavole anarchiche, con set spaiati e non coordinati (mix and match), caratterizzate da composizioni, anche solo apparentemente, casuali. Tra il chiassoso insieme di vetro, legno, pietra, porcellana, tessuto e metallo degli anni scorsi, si predilige la calma di pochi materiali da coordinare e per i quali emozionarsi, anche seduti a tavola.


Rak collezione Pose.

L’intramontabile piatto in set perfettamente abbinato (matchy-matchy), si riprende il suo ruolo centrale ma, nella decorazione, strizza l’occhio a un glorioso passato, soprattutto ai primi decenni del XX secolo oppure diventa la declinazione cromatica di uno stesso progetto grafico.

L’universo di coppe, vasi, ciotole, piattini diversi per forme, colori, materiali, finiture e grafiche, secondo un’influenza orientale, presenti attorno al piatto principale, viene lentamente abbandonato a favore della centralità del posto a tavola con un unico elemento che accoglie nuovamente l’intera portata.

Home e HoReCa sempre più vicini.

I giochi stanno cambiando: se prima l’imperativo era avere a casa strumenti e accessori tavola tipici di una cucina professionale, è oggi l’hotellerie e la ristorazione a invitare i propri clienti a sentirsi “come a casa”, ricostruendo atmosfere calde e accoglienti, eleganti, ma più “casalinghe”. In questo rapporto reciproco, a tavola, il mondo Home e HoReCa tendono ad avvicinarsi sempre più. Talvolta anche a sovrapporsi, parlando, ovviamente, di tendenze e non di numeri.

Il mondo dell’ospitalità è, poi, in pieno fermento: oltre ai ristoranti e agli hotel restaurant, ci sono anche nuove formule di accoglienza (student house, open house) con spazi dining privati ma completi di tutto quanto sia necessario alla permanenza dell’ospite. Ci sono poi gli home restaurant con tavole conviviali ma servizio puntuale, i country-resort con tavole dal mood rustico e familiare ma professionale, i b&b e tanti altri concept di hospitality f&b, molto vicini all’idea del “like at home” dove la tavola resta il centro importante di un momento di aggregazione e condivisione, in uno stile a metà strada tra casa e locale pubblico.

Tailor-made.

Cucinato su misura, in tutti i sensi: un numero crescente di chef si fa disegnare, decorare e produrre oggetti per il servizio e per la tavola, sempre più personali e personalizzati, dal design riconoscibile e fortemente caratterizzato, vicini al loro stile di cucina, al loro menu e al loro modo di ospitare.

I nuovi progetti decorativi e grafici tailor-made, poi, grazie alla stampa digitale su ceramica permettono la produzione di oggetti tableware particolari e innovativi, impensabili per numeri ed economie fino a qualche anno fa.

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ph. Petra Welzel, Alessia Cipolla.

In copertina una collezione di Serax.