Il cliente ha sempre ragione? E come gestire gli ospiti più esigenti e… “particolari”? Ecco una classifica semiseria degli atteggiamenti più comuni e difficili da affrontare per il personale di sala?

Non è difficile entrare in un ristorante e imbattersi in scene alquanto imbarazzanti, storie che se ascoltate fanno rabbrividire. Non sto parlando di errori commessi da camerieri inesperti o cuochi improvvisati. Mi riferisco ai clienti, quelli che ogni giorno facciamo accomodare col sorriso e accogliamo con professionalità ed entusiasmo e di cui cerchiamo di esaudire ogni desiderio.

Quei clienti quasi sempre simpatici e tranquilli ma a volte anche maleducati, arroganti e presuntuosi, pronti a scrivere quella recensione che ti rovina la media o pronti a infastidirti o addirittura a chiederti alternative improponibili alle mille proposte che offri.

Mi domando allora perché nessuno abbia mai pensato di fare una classifica dei peggiori clienti. Eppure se digitassi su google “classifica dei peggiori camerieri” mi si aprirebbero centinaia di pagine con elenchi di orrori commessi dai camerieri, mentre non capiterebbe lo stesso se lo facessi per i clienti. 

E allora eccola qua!

Er mazzetta 

Solitamente in hotel, il cliente facoltoso, appena arriva chiede di conoscere il maitre e con l’aria disinvolta e una cinquantina di euro si presenta e stringendoti la mano farcita della mancia si avvicina al tuo orecchio e ti chiede di trattarlo bene. In questo modo ti sta corrompendo,e sta prevenendo il fatto che tu possa in qualche modo non considerarlo. Tu ti senti, si in imbarazzo ma quasi in obbligo nei confronti di quel cliente, il problema è che una volta accettata la mancetta inizia la scalata della maleducazione. Da quel momento sei praticamente il suo schiavo e guai se non lo accontenti, ti rinfaccia il fatto di averti elargito qualcosa e ti mortifica davanti ai colleghi. 

Il Succube

Solitamente con moglie e figli piccoli al seguito, è quel cliente che si trova a discutere con chiunque lo contraddice per non far indispettire la moglie. Solitamente con la voce tremante, è agitato in ogni cosa e la moglie gli ricorda a ogni suo gesto la sua inadeguatezza. Quando si avvicina alla cassa cerca di pagare la metà delle cose per farsi bello con la moglie e puntualmente con lo sguardo rivolto verso il tavolo, i figli hanno buttato qualsiasi cosa per terra e girare intorno al tavolo è talmente pericoloso che un campo minato è più sicuro.

L’indeciso 

Solitamente arriva e ha sempre fretta, lo noti da come si guarda in giro. Appena ti vede ti rivolge mille domande su cosa può mangiare e bere e poi alla fine lascia decidere te. Ogni cameriere, esperto o meno, di fronte a questa tipologia di cliente va letteralmente in palla. Quasi sempre accetta quello che gli porti in tavola ma puntualmente lascia una recensione negativa sostenendo che non ha gradito il cibo anche se in quel momento ti ha rassicurato che tutto fosse di suo gradimento. 

L’amico del proprietario 

Si presenta appena arriva esordendo ad alta voce che lui è amico del proprietario. Pretende il tavolo migliore e di essere servito per prima e meglio degli altri, altrimenti poi lo riferisce al titolare, ma lo fa solo per avere un pasto a scrocco. Meglio perderlo che trovarlo. 

La famigliola (in)felice

Mediamente in quattro, due adulti e due bambini, anzi due pesti che iniziano a correre fra i tavoli rischiando di farti cadere ogni volta che li intravedi. Di solito i genitori si dimostrano incuranti, non perché lo siano veramente, ma semplicemente perché pensano che tu oltre al cameriere faccia anche da baby-sitter controllando che non si facciano male. Una volta mi è capitato di aprire la porta della cucina per entrare in sala e guarda caso dietro la porta c’era il bambino che si è beccato una sportellata in faccia cascando a testa in giù. Per fortuna non si è fatto nulla ma contenere la rabbia dei genitori per non aver fatto attenzione al figlio è stata la parte più difficile. In quel momento mantenere la calma è stato veramente complicato. 

Il Masterchef 

Con l’aria da saccente ti fa sentire il peggior cameriere al mondo, ha guardato due episodi di Masterchef e quattro di Cucine da incubo e pensa di essere l’esperto critico enogastronomico 

Il selfista instagrammista 

Ogni piatto che gli viene servito è seguito della foto di rito con scatti che neanche il miglior foodblogger con tanto di selfie, con la tavolata di amici che subiscono il fatto di mangiare fredda ogni pietanza.

Il disturbatore 

Udirai squillare il suo telefono almeno venti volte durante il pasto e dovrai sorbirti anche le sue chiacchierate a volume alto disturbando gli altri clienti. 

Il (finto) celiaco 

Arriva e ti dice che è celiaco (ma non potevi dirmelo quando hai prenotato?!) e lo vedi che mangia dal piatto del/della consorte perché quello che ha ordinato ha poco gusto. 

Il tirchio 

Paga in contanti posando sul tavolo le monetine in maniera precisa, non sgarra di un centesimo e tra l’altro non lascia mai la mancia. Controlla il prezzo sul menù e si fa il conto da solo con la calcolatrice del telefono.  

Il nostalgico 

Mangia fuori spesso, quasi sempre in compagnia, legge tutto il menù, mpiega dai sette ai dodici minuti per decidere e alla fine sceglie sempre la classica tagliatella al ragù e la grigliatina mista, abbondanti per favore, una porzione di verdure alla griglia, un quartino di vino, rigorosamente della casa, acqua naturale a temperatura ambiente anche con 40 gradi e un caffettino. Mi raccomando il limoncino. Dopo aver pagato, ovviamente. 

L’ingegnere 

Soprattutto in pizzeria, sabato sera, orario di punta, alle 20:45, dopo aver letto molto velocemente il menù pizze, sceglie di sua fantasia come farcire la pizza con mille gusti, mandando in caos il povero pizzaiolo che sta lì al calduccio dei suoi 65 gradi di fronte al forno, il che non sarebbe nulla di male se puntualmente alla cassa al momento di pagare, nota il sovrapprezzo e inizia a dirti che i capperi sul gorgonzola di fianco al salmone forse hanno reso la pizza troppo salata così come il conto. 

Il velocista 

In hotel con formula all inclusive, si fionda al buffet e sceglie il piatto più grande. Lo noti subito perché il suo piatto gronda di cibo. Evidentemente pensa che non ci siano rimpiazzi. Gli altri commensali lo guardano con disprezzo ma lui senza curarsene fa un altro giro e riempie il tavolo in stile Grande Abbuffata. “Tanto è tutto pagato”. Alla fine del pasto e dopo aver chiesto un caffè – rigorosamente con dolcificante per non esagerare con gli zuccheri – noti che ovviamente non è riuscito a finire tutto lasciando piatti ancora pieno di cibo. 

Il cameriere e – in generale – chi lavora a contatto con il pubblico deve armarsi di tanta pazienza e non solo. Qualunque cosa succeda, gli ospiti se la prenderanno con il loro interlocutore finale. Nel bene e nel male.