Perché sempre più persone scelgono la vacanza outdoor? Non è solo una conseguenza della pandemia. Il Covid ha soltanto accelerato un fenomeno che già prima del 2020 si stava espandendo e che durante la pandemia è salito alla ribalta. Un fenomeno più ampio che, ancor prima che viaggiare, riguarda un rinnovato modo di vivere. 

Cambia il modo di intendere la vacanza outdoor e cambia anche il modo di presentarsi delle strutture, non solo quelle che si possono definire più propriamente outdoor come camping e camping village, agriturismi e rifugi. Come si devono porre le strutture rispetto al nuovo fenomeno dell’outdoor? Cosa cerca la nuova clientela che vuole fare vacanze outdoor?

Abbiamo individuato cinque trend che ci aiutano a capire perché il concetto di outdoor ci sta portando a riconsiderare il modo in cui eravamo abituati a passare le vacanze.

EVERYBODY GOES OUTDOOR.

Una volta vivere vacanze all’insegna dell’outdoor era considerato cheap, difficile, per pochi, ma oggi è diventato qualcosa di cool, facile e per molti.

Oggi è molto più facile vivere e fare esperienze outdoor grazie ai nuovi servizi e alla tecnologia. Pensiamo ai rifugi: una volta per arrivarci bisognava sudare, faticare e una volta arrivati si era accolti da un posto “spartano” con panche di legno e una cucina casereccia. Oggi si arriva ai rifugi con comodità, magari in sella a una e-bike, si trova una jacuzzi con vista sulle cime innevate dove rilassarsi e una prelibata cucina à la carte (come per esempio il Rifugio Scoiattoli a Cortina).

Ciò apre a una nuova domanda, che parte da esigenze diverse rispetto a quella classiche del mondo en plein air.

I SERVIZI FANNO LA DIFFERENZA.

Nel comparto outdoor, e in particolare nel mondo en plein air, sta accadendo quanto già si è visto nel mondo alberghiero. Sempre più l’evoluzione delle esigenze porta la domanda a richiedere nuovi e più articolati servizi.

Per esempio tutti i device e gli attrezzi a carica elettrica di cui oggi siamo dotati richiedono piazzole con allacci elettrici più potenti (basti pensare alla ricarica di una e-bike). Ma parliamo anche di servizi che permettono all’ospite di vivere esperienze aggiuntive, come per esempio servizi wellness, dalla sauna al bagno turco fino alle attività di yoga e forest bathing. Senza dimenticare una formula di ristorazione curata, oltre gli schemi classici del settore; ma anche dei market che propongano prodotti e vetrine del territorio.

RESPIRA. È IL BENESSERE OUTDOOR.

Il generale aumento di stress e ansia comporta, di conseguenza, la ricerca di relax, di maggiore tempo per se stessi, di maggiore cura verso il proprio corpo e la propria persona. In una parola: breathing. Respirare, in quanto il controllo del respiro permette di ritrovare equilibrio e allontanare lo stress. Una concezione di wellness diversa, o per meglio dire di wellbeing.

In particolare si ricerca un benessere a contatto con la natura, con gli spazi esterni, con le attività che si possono svolgere all’aperto. Questo benessere, per così dire naturale e a 360 gradi, è un qualcosa che il mondo open air può offrire con più facilità rispetto ad altre formule ricettive, innovando i classici schemi del settore benessere.

SHARING THE OUTDOOR

Che ci sia un incremento della domanda per il mondo dell’en plein air, ma anche un’evoluzione della stessa, lo conferma il boom registrato negli ultimi due anni delle piattaforme di sharing economy applicate al turismo all’aria aperta.

Realtà come Yescapa (piattaforma di affitto camper, +21% di utile nel 2020), Goboony (piattaforma di affitto camper, +220% di prenotazioni 2021 su 2020) e Click&Boat (piattaforma di affitto barche, 100 milioni di giro d’affari nel 2021) hanno visto aumentare vertiginosamente i propri movimenti tra il 2019 e il 2021. Questo è indice di una una domanda nuova che si avvicina al mondo en plein air e che per farlo sperimenta nuove formule ma che allo stesso tempo ha bisogno di servizi, attrezzature specifiche, esperienze e strutture ricettive pronte ad accoglierli.

ANCHE L’HOTELLERIE GUARDA ALL’OUTDOOR.

Una tendenza a cui stiamo assistendo oggi è l’ibridizzazione dei classici format ricettivi a cui eravamo abituati. Detto in altre parole, prendere spunto da altri format per innovare il proprio schema ricettivo. È così che assistiamo non solo alla rapida diffusione di format come il glamping, ma anche di realtà alberghiere che si aprono verso l’esterno.

Questo avviene creando nuovi concept di camere connessi con lo spazio circostante e zone benessere che si fondono con l’area esterna. Assistiamo sempre più spesso all’apertura hotel di lusso le cui camere sono tiny house con jacuzzi, come lo Small Luxury Hotel The Fish in Inghilterra; ma anche hotel le cui camere sono chalet in riserve del Wwf, come Oasy in Toscana, o hotel con aree benessere innestate nel giardino come Apfel Hotel in Alto Adige.