Il Palazzo di Beatrice racconta le storie dei personaggi illustri collegati alle famiglie Portinari-Salviati: Francesco e Maria de’ Medici, Galileo Galilei, Federico IV di Danimarca. Tra marmi preziosi, affreschi importanti, dettagli rinascimentali: il senso dello stile interpretato da Spagnulo&Partners.

 

Ecco come rinasce un gioiello d’arte e di architettura. A due passi dal Duomo di Firenze, ha riaperto in seguito ai lavori di restauro e all’intervento architettonico e di interior design firmato dallo studio milanese Spagnulo & Partners Palazzo Portinari Salviati, un luogo simbolo della storia, dell’arte e dell’architettura della città.

Prospetto su via del Corso. Alle finestre del piano nobile, gli stemmi delle corporazioni fiorentine.

Costruito dalla famiglia Portinari, che diede i natali alla musa di Dante, Beatrice, fu acquistato da Jacopo Salviati, marito di Lucrezia de’ Medici, nel 1456, che lo ampliò e modificò in ciò che appare a oggi come un magnifico esempio dell’architettura rinascimentale fiorentina. Tra le corti e i saloni, tra soffitti affrescati e pavimenti marmorei, abitarono e soggiornarono alcuni grandi personaggi della storia della città che hanno ispirato il progetto d’interior di Spagnulo & Partners che ha convertito il palazzo in una dimora storica gestita da LDC Group. Al suo interno 13 suite, 25 appartamenti, un ristorante stellato e una SPA.

Corte di Cosimo.

“Il progetto si propone di creare un racconto che, attraverso i personaggi appartenuti alle due famiglie dei Portinari e dei Salviati, dispiega un percorso spaziale attraverso le vie di Firenze, riannodando i fili interrotti nel susseguirsi delle generazioni. Gli ospiti del Palazzo di Beatrice con stupore faranno la conoscenza di personaggi oggi sconosciuti ai più, un tempo protagonisti delle vicende che resero Firenze unica nel mondo”,spiega Federico Spagnulo, Founder e Senior Partner di Spagnulo & Partners.

Un luogo nel quale nel corso dei secoli si sono avvicendate le storie di grandi uomini e donne, come Jacopo Salviati, il Gonfaloniere, che firmò l’incarico a Michelangelo di scolpire il David, Lionardo Salviati, fondatore dell’Accademia della Crusca, o Filippo Salviati, uno degli amici più intimi di Galileo Galilei. Un palazzo che ha ospitato papi, cardinali, re e regine, da Leone XI, membro della famiglia Salviati, a Maria de’ Medici, regina di Francia, fino a Federico IV di Danimarca.

Corte degli Imperatori.

Con la precisa volontà di mantenere intatta la storia e le tante storie legate al palazzo, lo studio Spagnulo &Partners ha lavorato a quattro mani con i maestri restauratori di Faberestauro, responsabili del recupero degli affreschi e opere d’arte di grande pregio presenti nel Palazzo, tra cui i cicli di affreschi eseguiti da Alessandro Allori e aiuti nella Corte degli Imperatori e nella Cappella Salviati. L’intervento di restauro è stato realizzato sotto la tutela della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato.

Grottesche nella Corte degli Imperatori.

Dall’ingresso su via del Corso, si accede alla Corte di Cosimo che prende il nome dalla statua originale di Cosimo I de’ Medici in abiti da imperatore romano posta al centro. La corte è illuminata da luce naturale del lucernario in vetro e acciaio che all’occorrenza può essere aperto o chiuso.

Le pavimentazioni in marmo a scacchi si ispirano a quelle rappresentate nell’affresco Madonna con Bambino del XIII secolo, esposto nel porticato della corte. Adiacente è la Corte degli Imperatori, così soprannominata per le nicchie ovali dove un tempo erano esposti i busti degli imperatori romani; oggi ospita il ristorante Chic Nonna dello chef stellato Vito Mollica.

Master suite Francesco de’Medici.

Al piano nobile si accede alla Galleria, i cui splendidi affreschi sono stati oggetto di restauro integrale.

I pavimenti della Galleria così come quelli di alcune delle suite dello stesso piano sono realizzati in seminato, con chiaro riferimento a una tradizione storica tipica dei palazzi fiorentini.

Le cinque suite storiche al piano nobile, affacciate su via del Corso, si caratterizzano da grandi vetrate ornate con gli stemmi delle antiche corporazioni rinascimentali. La Master Suite Francesco I De’ Medici e la suite Dante Alighieri sono impreziosite da dettagli rinascimentali finemente restaurati tra cui i camini in pietra serena, il pavimento in cotto toscano e gli alti soffitti a cassettoni in cui sono ancora visibili i decori quattrocenteschi.