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Due cantine sul podio di altrettanti prestigiosi premi dedicati all’architettura italiana. Riconoscimenti che mettono in evidenza quanto il settore enologico abbia negli anni acquisito un ruolo importante per la valorizzazione del territorio nazionale. La conferma arriva anche dall’istituzione della prima edizione della Medaglia dell’architettura del vino.

È una storia di successo quella che lega la produzione del vino e la sua architettura. Lo evidenzia l’analisi annuale che Nomisma, società che offre studi economici e di consulenza sui temi dell’economia reale, ha condotto per Federvini sull’ingente valore economico in Italia della filiera dei vini, spiriti e aceti con ben 38.000 aziende e attività immobiliari a esse connesse. Un settore quello dell’enoturismo in forte ascesa che trascina l’architettura e il paesaggio naturalistico e che ha indotto molte cantine esistenti ad ampliare i propri spazi d’accoglienza.

Cantina Vinicola Ceresé a Montevecchia in Brianza, ph. Francesca Iovene.

A testimonianza del crescente interesse per tutto quello che ruota attorno a questo comparto, l’assegnazione nel 2024 di due prestigiosi premi di architettura. Nella quinta edizione del Premio italiano di Architettura, promosso dal MAXXI e da Triennale Milano, la cantina vinicola Ceresé di Montevecchia (Lecco) di Pietro Martino e Federico Pizzi di Studio Pizzi è stata proclamata il miglior edificio realizzato negli ultimi tre anni “per aver saputo armonizzare le qualità simboliche e formali di una geometria pura, come quella del cerchio, e allo stesso tempio un legame forte con il luogo, i materiali locali, il paesaggio”.

La cantina Guado al Tasso a Castagneto Carducci (Livorno) su progetto di asv3 officina di architettura di Fiorenzo Valbonesi ha vinto invece la categoria opera di nuova costruzione della quarta edizione del Premio Architettura Toscana.

Ampliamento della cantina Gorgo di Custoza (Verona), ph. Filippo Bricolo.

L’architettura del vino, da quest’anno, ha anche un premio dedicato promosso dall’Ordine degli architetti di Treviso in accordo con il Comune di Valdobbiadene: la Medaglia dell’architettura del vino. Il premio, che valorizza il rapporto tra i luoghi del vino e le infrastrutture che contribuiscono a organizzare e definire i suoi paesaggi, in questa prima edizione è stato assegnato a Il brolo della cantina Gorgo di Custoza (Verona) progettata dallo studio Bricolo Falsarella Associati.

Premio italiano di Architettura: cantina vinicola Ceresé.

Un intervento architettonico dalla presenza discreta e in connessione profonda con il paesaggio circostante per l’uso delle terre del luogo, la forma circolare, la disposizione degli affacci e la copertura seminata con i fiori di campo. La linea rosa della copertura a doppia curvatura che domina i vigneti è il primo elemento che si intravede man mano che ci si avvicina all’edificio posizionato sul terreno in pendenza. La copertura, sostenuta da esili colonne in acciaio corten, ripara lo spazio della piazza aperta che è talmente vicina ai filari delle vigne e ai boschi circostanti da sembrare compenetrata al paesaggio naturale circostante.

Al centro, una grande apertura restituisce la vista delle terrazze verso il santuario della Madonna del Carmelo, che domina tutto il territorio dal crinale di Montevecchia e della Valle del Curone. I tre fronti della parte di fabbricato, visibile al di sotto della piazza, vibrano di luci e ombre per la tessitura a rilievo dei laterizi nei colori della terra. È questa la zona riservata agli spazi di lavoro, distribuiti in quattro navate principali, che sono aperti nella loro parte terminale verso il bosco confinante con il viale d’accesso. All’interno, una successione di archi in calcestruzzo a vista scandisce la profondità degli spazi della barricaia illuminati, nella prima e l’ultima navata, dalla luce zenitale che mette in evidenza il disegno delle pareti a casseri.

La prima navata accoglie collezioni artistiche e attività culturali mentre il volume sovrastante, che è riservato all’esposizione e alla vendita dei prodotti dell’azienda agricola, si apre con ampie vetrate verso la piazza coperta, inglobando frammenti del paesaggio circostante.

Premio Architettura Toscana: cantina Guado al Tasso.

Una linea appena sollevata dal terreno e degradante, che è posta al centro della tenuta e in posizione baricentrica rispetto alle principali vie di accesso e in adiacenza a Podere Guado al Tasso, è adibita alle attività di accoglienza. Il nuovo edificio ipogeo, che sostituisce la precedente barricaia interrata, si radica nel terreno ma si apre con tre accessi a diverse funzioni: il più grande per l’uva, uno per i visitatori e l’altro per gli ospiti dell’azienda. L’integrazione con il paesaggio passa anche attraverso la ricerca cromatica, dal calcestruzzo colorato in pasta agli intonaci, fino ai setti che esternamente emergono come fratture del suolo per identificare le aperture.

La cantina Guado al Tasso a Castagneto Carducci (Livorno), progetto di asv3 officina di architettura di Fiorenzo Valbonesi, ph. Pietro Savorelli.

Gli ambienti accessori adiacenti alla barricaia esistente fanno da cerniera con i nuovi volumi della vinificazione, divisi in due ambienti contigui, uno circolare e l’altro di forma allungata e irregolare, che sono dedicati a specifici vini. Da una parte vi sono pareti inclinate e la flessione centrale del soffitto per rendere lo spazio dinamico e teso, mentre dall’altra pareti circolari con intarsi ottenuti tramite sabbiatura. La vecchia barricaia contiene le barrique per il vino prodotto in piccolissimi numeri che sono disposte in grandi pannelli verticali a cerchio. È questo un intervento strutturato su spazi diversi per vini qualitativamente diversi, che sfrutta la naturale azione coibente del terreno e delle coperture verdi per il contenimento energetico.

Lo spazio di accoglienza e degustazione, il cuore della cantina, è rivestito in noce canaletto e bronzo ovvero nei materiali nobili della famiglia Antinori. La sala è raggiungibile dall’ingresso pedonale e si trova tre metri al di sopra del piano di lavoro, in modo da permettere una vista privilegiata su tutti gli ambienti sottostanti, compreso lo spazio a doppia altezza dedicato alla riserva storica.

Medaglia dell’architettura del vino: il brolo della cantina Gorgo.

L’ampliamento della cantina Gorgo si apre sulle colline moreniche del lago di Garda attorno all’edificato di Custoza. Si tratta di uno spazio aperto sul panorama, come nella grande tradizione dei giardini storici italiani, e reinterpreta la tipologia rurale del brolo, lo spazio ibrido tra interno ed esterno tipico delle campagne venete. Il nuovo brolo si integra agli spazi dedicati all’accoglienza realizzati dallo stesso studio di progettazione fra il 2005 e il 2016. È stato sviluppato sulla parte posteriore della corte come una composizione di nove elementi posizionati in base all’orientamento.

La cantina Gorgo di Custoza (Verona) progettata dallo studio Bricolo Falsarella Associati, ph. Filippo Bricolo.

La forma è quella di una stanza rettangolare allungata a cielo aperto che è chiusa sui lati a formare un grande vuoto centrale ovvero il perno fisico, architettonico e simbolico del progetto ma anche il luogo di contemplazione del paesaggio. Il legame profondo con il contesto viene evidenziato dall’aspetto grezzo tipico dei suoi edifici grazie all’utilizzo di materiali con superfici ruvide: pietra sbozzata, cemento armato a facciavista, legno spazzolato, ferro arrugginito. Nove sono i diversi elementi studiati come soluzione delle criticità del sito e che ne enfatizzano le potenzialità. Il lungo e basso muro in cemento grezzo che risolve il dislivello naturale dell’area formando due terrazzamenti a parterre; la quinta verde a est che impedisce l’introspezione interna ma consente la vista delle colline.

Il padiglione a nord che si pone a specchio con la casa padronale e si presenta dall’esterno come un muro in pietra sbozzata. Sullo sfondo del padiglione, centrata rispetto al parterre, una lunga finestra si apre sul principale vigneto della proprietà. Il grande camino posto nella parte rialzata è il centro della vita sociale e dei servizi per le degustazioni. Il cancello che protegge il giardino dalla vista esterna e si pone in continuità con la quinta verde sulla strada chiudendo il brolo a ovest. L’autorimessa posta tra la barricaia, il camino e le tre grandi figure circolari verdi ma lontana dalla vista. Al centro del parterre trova posto la grande vasca con fondo verde e blu scuro in asse con la casa padronale e il padiglione. La promenade d’ingresso con il vigneto didattico invece è ubicata in posizione parallela alla quinta verde.

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In apertura, la cantina Guado al Tasso, ph. Pietro Savorelli.