A Venezia, nel sestiere Castello lungo la Riva degli Schiavoni, rinasce un complesso ecclesiastico risalente al 1272 che ha sempre funzionato come luogo di ospitalità, originariamente per pellegrini e donne in difficoltà. Ora è il nuovo Ca’ di Dio, luxury hotel frutto di un lungo lavoro di ricerca condotto dallo studio di Patricia Urquiola, che ne ha seguito il progetto di interior design e la direzione artistica, unendo rigore e raffinatezza.

Ca’ di Dio è il quarto hotel della collezione VRetreats, dopo Roma e Taormina: dimore storiche a vocazione internazionale, in cui il legame con il territorio emerge in ogni dettaglio.

Iniziato nel 2019, il progetto di ristrutturazione, voluto dal Gruppo Alpitour, che ha investito complessivamente 25 milioni euro, ha compreso l’intero edificio che oggi ospita 66 camere, di cui 57 Suite e 9 Deluxe, due ristoranti – Essentia e Vero –, un bar – Alchemia –, un’area wellness&spa, una sala lettura, oltre a tre caratteristiche corti, due giardini, un orto e due altane.

Nel progetto di Ca’ di Dio Patricia Urquiola ha voluto mantenere un forte legame con Venezia, sia nella progettazione degli spazi pubblici sia delle camere. L’essenza della città entra in tutti gli spazi, attraverso materiali, colori, finiture e ispirazioni. La palette è sobria e morbida, fatta di sfumature e trasparenze che rimandano ai riflessi dell’acqua, tema chiave ricorrente a Ca’ di Dio. In accordo con la sovrintendenza locale, il progetto si è basato sul totale rispetto della struttura originale dell’edificio.

“Come progettista, lavoro sempre verso una poetica inclusiva, rendendo il committente parte attiva del progetto, così da dare un carattere unico a ogni hotel” spiega l’architetto. “La visione con VRetreats è stata fin da subito concorde sul risultato finale: Venezia doveva essere il nucleo da cui tutto avrebbe avuto origine. L’attenzione nella scelta dei materiali, l’importanza del genius loci sono elementi fondamentali per me.”

Abbiamo fatto un grande lavoro di ricerca per esaltare la personalità di Ca’ di Dio, senza stravolgerne il passato, ma reinterpretandolo in chiave contemporanea.

Il ristorante Vero.

Il punto di partenza del progetto di Urquiola è stato quello di unire due diverse anime di Ca’ di Dio apparentemente inconciliabili: da un lato il rigore della struttura iniziale, esplicitamente richiesto a Jacopo Sansovino in occasione del suo intervento cinquecentesco, dall’altro l’aspetto raffinato dei palazzi veneziani con l’estrema attenzione ai dettagli che richiede un hotel a 5 stelle. L’idea è quella di accostare la Venezia delle calli nascoste in mattoni antichi alla Venezia dei palazzi nobiliari in marmo adornati da dettagli preziosi.

Ogni spazio presenta una ricercatezza materica caratterizzata da tessuti, vetri, pietre e marmi, lavorati nel rispetto delle tradizioni delle maestranze locali.

La lobby, originariamente una chiesa, è l’unico ambiente a doppia altezza dell’edificio ed è lo spazio più importante in termini di storia e identità. La scatola architettonica originale è stata mantenuta, nel grande rispetto della situazione esistente: il pavimento è ancora nel materiale originale – travertino iraniano che corre lungo tutto il piano terra – e le pareti presentano una finitura a marmorino in un colore neutro a gradiente che accompagna la vista fino al soffitto.

La lobby.

Il secondo livello di intervento è estremamente leggero e rispettoso: elementi tessili come il tappeto e le tende sono posati in modo discreto, incorniciando edicole, altari e nicchie sulle pareti. Un grande lampadario-scultura in vetro di Murano caratterizza lo spazio.

Il bar Alchemia.

Al piano terra sono allineati in fila la sala da lettura pensata come estensione dell’atrio, il bar Alchemia, i ristoranti Essentia e Vero, quest’ultimo aperto anche agli ospiti esterni, realizzato attraverso una combinazione di micro-salotti. La scenografica carta da parati che riveste l’ampio soffitto di Vero è stata disegnata da Patricia Urquiola ispirandosi ai pesci e agli ortaggi della laguna e realizzata da Jannelli&Volpi.

Le camere e le suite sono allestite con elementi di design che rimandano alla tradizione veneziana. I mobili dalle linee contemporanee semplici e arrotondate celano dettagli ricercati e funzionali: alcuni sono disegnati dalla stessa Urquiola per celebri aziende di design, altri personalizzati ad hoc per l’hotel, altri ancora sono stati realizzati su disegno da maestranze locali, come le luci decorative.