La Folie Douce, la metamorfosi di un luogo storico.
Nel cuore di Chamonix, nel comprensorio sciistico di Brévent-Flégère, ai piedi del Monte Bianco, La Folie Douce è una nuova struttura all’interno di un antico palazzo degli anni Venti, uno scenario surrealista progettato dallo studio di architettura Bachmann Assocíes.
L’architettura nasconde una maestosa struttura dall’identità singolare, di cui è stato preservato il patrimonio storico valorizzandone appieno il potenziale.
Con l’obiettivo di aggiornare radicalmente la tradizione degli hotel di montagna, lo studio Bachmann Associés – su incarico dei gruppi alberghieri La Folie Douce e Les Hôtels Très Particuliers – ha ri-immaginato 18.000 metri quadrati per far rivivere lo spirito del luogo.
250 camere, 5 ristoranti, un bar e spazi comuni monumentali coesistono, tutti rivolti verso il Monte Bianco. Bachmann Associés ha scelto di esaltare la struttura esistente: l’hotel rivela così volumi straordinari, come la hall, dove sono stati portati a nudo i materiali grezzi in contrasto con il calore del legno e del velluto. Qui, sono state eliminate le pareti divisorie e i controsoffitti per creare un grande atrio con un’ampia scalinata.
Oltre venti luci a sospensione riprendono la maestosa silhouette dei lampadari di un tempo. L’illuminazione contribuisce ad accentuare le crepe e le trame irregolari delle superfici grezze cui si contrappongono arredi opulenti e finiture antiche.
La scelta progettuale di Bachmann Associés, condivisa con lo studio di interior design Trésor Publik che ha collaborato alla riqualificazione, è stata quella di alternare finiture opache e superfici lucide, materiali grezzi come pietra e cemento con superfici morbide come velluto e ottone per creare un luogo votato all’ospitalità al tempo stesso grandioso e intimo.
Alla base del know-how dello studio di Dinard, in Bretagna, fondato da Christophe Bachmann e Jérôme Gesret c’è infatti la capacità di osare combinando materiali estremamente eterogenei e talvolta sorprendenti, mantenendo un’estrema attenzione ai dettagli.
Attenzione che si riscontra nelle soluzioni adottate per gli spazi-filtro come scale e corridoi e nelle scelte decorative che richiamano l’immaginario della montagna: tappeti, sculture, oggetti sparsi dallo spirito domestico.
L’obiettivo di reinventare i codici dell’industria alberghiera classica trapela soprattutto nelle aree pubbliche, in cui spazi bui e intimi si alternano a generosi ambienti luminosi, spazi di libertà e convivialità con ampie viste sulle Alpi.
Tra i diversi ristoranti e punti di ristoro dell’hotel il più scenografico è il cocktail lounge Le Janssen, animato da un bancone rivestito in ottone, sormontato da un soffitto specchiante e circondato da vetrate ad arco. La sua area salotto riesce a essere accogliente e confortevole nonostante le ampie dimensioni.
ph. Gaelle Le Boulicaut
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