Tra Croce Rossa e castelli in Baviera. Una conversazione con Eugenio Gallina, imprenditore dell’ospitalità.

“Faccio cose che mi divertono. Creo luoghi dove mi piacerebbe stare”, afferma Eugenio Gallina, imprenditore dell’ospitalità con 4 hotel tra Mantova e Brescia di cui l’ultimo, the Lake Garda Resort a Moniga, appena acquisito.

Nel 2012, ancora in tempi non sospetti, quando story telling ed experience erano termini sconosciuti, apre il JHD Dunant Hotel a Castiglione delle Stiviere. Dunant Hotel è un albergo unico al mondo che celebra la vita del fondatore della Croce Rossa internazionale, Jean Henry Dunant. L’hotel ha 78 camere, ognuna delle quali è dedicata a un momento della vita di Dunant attraverso una rilettura artistica della stessa. Le camere sono suddivise su tre piani: il primo racconta la nascita e la formazione culturale e religiosa, il secondo il periodo africano e il terzo la battaglia di Solferino, la nascita dell’idea della Croce Rossa e la diffusione dell’organizzazione nel mondo. Ogni camera è diversa dalle altre e offre ai visitatori un’esperienza unica e coinvolgente.

Alcune camere del JHD Dunant Hotel.

“Il Dunant Hotel si trova a Castiglione perché non avrebbe potuto essere da un’altra parte, è legato al suo territorio. Ma abbiamo voluto andare oltre e raccontare la storia della vita di Dunant, il suo percorso, ma anche il percorso umano, dalla nascita alla morte. ‘Siamo solo di passaggio’, recita una scritta all’ingresso. Effettivamente non è un hotel per tutti. Può piacere o può spaventare. Abbiamo avuto persone che, dopo una prima occhiata, hanno deciso di cambiare location. Il Dunant è una narrazione realizzata con opere d’arte, molto di arte povera, le sedie sono recuperate, ci sono pezzi originali Anni ‘50 e ‘60, il banco reception è una scultura on site realizzata appositamente. Come la panchina esterna che si srotola come un serpente, l’allegoria del Male tenuto fuori dal Bene, la Croce Rossa.”

La panchina del Dunanat che rappresenta un serpente.

we. Il JHD Dunant Hotel è il primo hotel affiliato Aiden by Best Western. Cosa significa per un hotel indipendente decidere di affiliarsi a una catena come Best Western?

Per noi è stato fondamentale perché, quando abbiamo iniziato nel 2009, eravamo nuovi del settore hotellerie e avevamo la necessità di apprendere velocemente skills che non avevamo. Affiliarsi è significato accorciare i tempi di apprendimento. E affiliarsi a una marketing company come Best Western che si occupa di standard di prodotto, di qualità, di immagine e comunicazione, ci ha aiutato a crescere velocemente, dandoci anche l’opportunità di confrontarci con altri albergatori.

1859, il ristorante all’interno del JHD Dunant Hotel. Il grande tavolo a spirale incarna i principi del fondatore della Croce Rossa: tutti fratelli seduti a un unico tavolo. Nessun capo nessuna differenza.
 

we. Ma quanto le catene intervengono nell’estetica degli hotel affiliati?

Nel 2009 quando sono entrato in Best Western, con l’hotel Cristallo, il nostro primo hotel a Mantova, per entrare in una catena dovevi rispettare le caratteristiche del brand. Fino al 2019 il Dunant non è potuto entrare in catena in quanto non aveva una immagine allineata con il brand. Ora non c’è più questa standardizzazione. Le catene cercano sempre di più alberghi unici che possano offrire esperienze diverse. Il Dunant ne è un esempio. Con l’esperienza acquisita, anche noi stiamo spingendo sempre di più sull’unicità.

Una suite del Ludwig House nested in the hills of Valpolicella.

we. A proposito di unicità, parlaci del Ludwig House nested in the hills of Valpolicella.

Il progetto Ludwig nasce con l’obiettivo di valorizzare il grande patrimonio e il potenziale delle dimore storiche italiane da adibire a strutture di accoglienza di lusso. Stiamo promuovendo il marchio come se fosse un brand di moda, tutta la comunicazione è mutuata dal mondo del fashion. È life style allo stato puro. Il servizio fotografico è in effetti un servizio fotografico di moda e l’architettura dell’immobile e il design vengono in secondo piano. Una scelta di stile.

we. Perché il nome Ludwig?

Dalla fascinazione del castello di Neushwanstein voluto da Ludovico II di Baviera, una residenza che nell’immaginario collettivo rappresenta l’idea del Castello. Walt Disney si ispirò a questo per disegnare quello della Bella Addormentata nel Bosco. È un omaggio a Ludwig, personaggio istrionico e rivoluzionario, e già lo si capisce dal castello e dall’interior, dai mosaici, dai dipinti ispirati alle opere wagneriane, dalle porcellane disegnate appositamente, le porte più grandi perché era molto alto. Ha segnato un nuovo confine del design. 

we. Nasce spontanea la domanda. Che cosa è per te il lusso?

Il lusso è ricerca, il piacere di andare a scoprire cose nuove, quelle peculiarità che non ti aspetti e che ti fanno tornare arricchito da un viaggio. È ricerca nel cibo, nel bere, nelle emozioni. È allargare i confini delle percezioni. Bisogna avere lo spirito giusto per andare a scoprire cose nuove. Se non hai lo spirito giusto, non facciamo per te.

we. Food&beverage e hotellerie, due aspetti sempre più interconnessi. Da questa intuizione nasce KIS Management, società specializzata nei servizi di ristorazione all’interno di hotel.

Kis nasce da un’esigenza interna, legata all’attività svolta all’Hotel Cristallo, l’hotel aperto nel 2009 a Mantova con il quale inizia la nostra attività nel mondo dell’hotellerie e che diversifica l’attività di famiglia rivolta al real estate. Il food&beverage non funzionava come avrebbe dovuto ed era un’attività in perdita. Insieme ad altri due soci, Sergio Legrenzi, attuale Amministratore Delegato della società, e Stefano Pierotto abbiamo creato la Kis Management, per la gestione della ristorazione nel settore dell’hospitality: colazioni, bar, banqueting per eventi e mondo MICE [Meetings, Incentives, Conferences, Exhibitions].

Di recente anche l’ albergo upper-upscale gestito da Fattore Italia, Tocq Milano, a pochi passi da corso Como, ci ha scelti per rilanciare il ristorante interno per il quale abbiamo già definito rebranding e linea.

Con il Tocq Milano, oggi gestiamo quattro ristoranti in hotel nel capoluogo lombardo, più altri tre nella zona limitrofa: due a Linate e uno a Cesano Maderno, per un totale di ventisei.

Il ristorante del Tocq Milano, in corso Como, ribattezzato Clorofilla, a indicare la tradizione vegetale della cucina.

we. Il mondo dell’hotellerie è pronto per affrontare il segmento F&B?

Ci sono ancora albergatori che vedono il ristorante più come un fastidio piuttosto che come un’opportunità. Io sono convinto che il F&B in hotel abbia grandi potenzialità, infatti mia è stata l’idea di aprire il ristorante 1859 al Dunant [l’anno della battaglia di Solferino, da cui poi nacque l’idea di creare la Croce Rossa]. Certo che per far diventare un ristorante dell’hotel una destination c’è un grande lavoro da fare sia sul contenuto che sul contenitore. Un lavoro a 360 gradi per aumentare la percezione del ristorante creando una sua identità. C’è bisogno però di albergatori che ci credono e con una visione.

we. Paragonerei la presenza del ristorante in hotel alla SPA. Oggi quasi non c’è hotel senza ristorante e senza SPA.

Con una differenza, secondo me. Il ristorante lo devi avere, la spa è una scelta.