Nella campagna toscana di Montemurlo, la rinascita di un antico complesso colonico ora ricettivo. I materiali locali ma soprattutto i tipici graticci in cotto dei fienili fanno sì che I Vivai al Parugiano mantengano il fascino rurale del luogo dove il relax è un bene assoluto.

A prima vista appare come un tipico borgo toscano immerso nella campagna attorno al borgo medievale di Montemurlo (Prato) dove, nel XV secolo ricche famiglie di mercanti fiorentini costruirono le loro residenze. Man mano che ci si avvicina si scopre una nuova struttura ricettiva che conserva tipologie e tratti antichi firmata da studio b-arch di Sabrina Bignami e Alessandro Capellari.

Muri in pietra e mattone, travi in legno, ferro, tegole in cotto e mandolati, i tipici graticci dei fienili adattati come filtri fra interno ed esterno, insieme all’ampio giardino coltivato, immedesimano I Vivai al Parugiano nel paesaggio agricolo circostante.

Il trattamento di materiali e finiture quali il ferro Calamina, l’intonaco in calce naturale lavorata grossa a mano e il cotto dalle tonalità calde sottolineano la cura nel riproporre l’immagine consolidata delle costruzioni toscane così ancorate all’immaginario collettivo.

Distribuito su più edifici, l’hotel comprende oltre alle camere anche mini appartamenti, un ristorante, una piscina esterna con pool bar.
Il prevalente utilizzo di materiali della tradizione locale minimizza i tratti contemporanei degli interni e delle soluzioni tecniche adottate per garantire elevati livelli di sostenibilità ambientale, risparmio energetico e comfort diffuso. Fra tutte proprio i mandolati in mattoni assemblati a mano che filtrano la luce conferiscono qualità climatiche agli spazi interni, un’inedita percezione del paesaggio, dell’identità visiva dell’architettura e dei volumi nuovi e antichi.

Qui lo studio b-arch definisce un percorso progettuale completo che parte dall’architettura fino al design degli interni, degli arredi, dei sistemi di illuminazione e dei complementi che appare subito evidente dalla reception con il bancone rivestito in formelle in cotto di Impruneta con motivo a foglie disegnate dallo studio spagnolo Masquespacio.

Tre le tipologie di camere distribuite fra l’edificio antico e quello ricostruito secondo l’esistente: Deluxe con evidente commistione tra architettura storica e design nella scelta dei materiali, colori e tessuti; Superior con l’affaccio su un piccolo giardino privato con vista parco come oasi insonorizzate così come le Suite, nei toni della terra, del legno e della natura, che hanno a disposizione anche un piccolo giardino privato, la terrazza o la vista sul parco e la piscina attrezzata con spogliatoi e bagni dedicati.

Le camere sono accomunate dallo stesso concept, alcune con cucina in ferro e marmo nero assoluto del Belgio, con arredi semplici e facilmente sostituibili su disegno sempre in ferro Calamina patinato, pavimenti in micro cemento strutturale, pareti in calce naturale. A incrementare l’atmosfera calda e accogliente concorrono gli imbottiti anch’essi su disegno, le stoffe realizzate da aziende toscane artigianali, i tappeti di Besana Carpet Lab, le luci soffuse di DCWéditions e delle iconiche lampade a sospensione Falkland di Bruno Munari per Danese.

I tanti spazi verdi sono il prolungamento del paesaggio agricolo circostante con ulivi, alberi da frutto, filari di piante aromatiche, un orto. Genius loci che ritroviamo anche nella cucina del ristorante e nella selezione di oltre 300 etichette della zona sotterranea adibita a cantina.

Il ristorante, all’interno del nuovo edificio con le facciate traforate in cotto, è un ambiente unico che può essere suddiviso all’occorrenza da tendaggi in lino grezzo a tutt’altezza che garantiscono un’ottima insonorizzazione.

La sottostante cantina è un caveau ovale in cemento armato concepito come luogo di convivialità per il grande tavolo centrale e l’ambiente circolare aggiuntivo, con umidità e temperatura controllata, per i vini più preziosi esposti a vista sulle pareti ma anche per un pranzo o una cena di lavoro, una degustazione o una cena intima.

°°°

ph. Monica Spezia.