Esiste veramente un collaboratore “perfetto”? Che aspetto ha? E, soprattutto, quali caratteristiche deve avere per essere definito tale? Breve viaggio nel mondo delle risorse umane, tra best practices e vecchi errori.
 

Nell’arco della mia carriera professionale mi è capitato di cambiare datore di lavoro diverse volte, di incontrare persone che mi hanno dato molto in termini di professionalità, altre volte invece sono stato io a trasmettere loro qualcosa. La maggior parte delle volte, anche in maniera involontaria, chi fa questo lavoro da tempo e con passione sa a cosa mi riferisco, al fatto di commettere azioni e automatismi che si sono affinati con il tempo e con l’esperienza.

Una domanda che mi sono sempre fatto, prima da collaboratore di hotel e ristoranti, oggi da consulente, è: ma esiste veramente un collaboratore definito perfetto? A quali caratteristiche deve rispondere per essere definito tale? Deve avere delle doti particolari?

Per anni ho cercato di dare il meglio di me stesso correndo alla ricerca però del datore di lavoro perfetto, e l’illusione di averlo trovato mi capitava tutte le volte almeno per i primi mesi dopo l’assunzione.
Una risposta era arrivata: i datori di lavoro sono i migliori che tu possa avere per i primi mesi dall’assunzione, poi questa magia finisce, o per lo meno così sembrava essere.

Con il tempo, poi, sono arrivato alla conclusione che il collaboratore perfetto viene ricercato dal datore perfetto.

Se mi metto nei panni del datore di lavoro, quando sono alla ricerca del personale pongo sempre le domande sbagliate chiedendo dei requisiti che ogni cameriere, cuoco, barman deve avere, è ovvio, ma non elenco mai quali sono le cose che io offro a te che cerchi lavoro e che ti garantiscono un lavoro duraturo negli anni.

La richiesta parte chiedendo se quella specifica figura sia in grado di ricoprire quel ruolo, non parte mai parlando di formazione. Non ho mai letto un annuncio di ricerca del personale che indichi le possibilità di crescita tangibili e obiettivi da raggiungere.

Ma come si possono ottenere buoni risultati nella ricerca di un collaboratore?

PARTE TUTTO DALLA TUA AZIENDA
Tu e di conseguenza la tua azienda sei il riflesso di quello stai selezionando. Se le tue parole non rispecchiano la tua azienda ti troverai dipendenti che non sono quello che dicono di essere, o avrai dei collaboratori che si demotivano al secondo giorno di lavoro.

LA FORMAZIONE E LA CRESCITA PROFESSIONALE
Molte volte sento dire che la formazione costa molto, ma quanto costa avere dei collaboratori non formati?

LA GIUSTA MOTIVAZIONE
Non esiste un collaboratore motivato, esiste però un datore di lavoro che ogni giorno motiva i propri dipendenti e gli fissa degli obiettivi raggiungibili con conseguenti premi per incentivarli nella riuscita.

I PROCESSI E LE PROCEDURE
Rendere semplice il lavoro con delle procedure facili da capire e da mettere in pratica riduce e semplifica la catena del lavoro e fa sìche tutto sia rintracciabile e controllabile da punto di vista di verifica.

LA SELEZIONE
Se tutti questi punti si susseguono in maniera perfetta la selezione non è altro che l’esposizione di un progetto ben definito. In fase di ricerca occorre mettere in mostra i punti di forza e l’identità aziendale. In questo modo si potranno attrarre persone stimolate a collaborare.

Lavorare in un’azienda dove si vive bene è la miglior scelta che si offrire ai collaboratori che faranno a gara per essere perfetti.