Dettagli preziosi che cambiano il progetto e gli ambienti. Ecco i particolari che fanno la differenza.

Visti e testati alla Design Week 2023. Lontano dalle logiche di Instagram, scegliamo di dare voce a ciò che rende unico e atemporale ogni oggetto, ogni soluzione progettuale: il particolare. Dettagli produttivi, invenzioni ingegnose, elementi senza nome cui spesso non si dà importanza. Forme familiari e introverse che nascondono un senso e un significato molto più profondi di tanto altro design da copertina. Perché parlano letteralmente a tutti i 5 sensi e non solo alla vista: senso dal facile entusiasmo e dall’altrettanta velocità di oblio.

Fa ballà i man, il Design dei Castiglioni guardato con mano. ph. Federico Ambrosi.

Questa riflessione è nata spontanea a partire dalla mostra Fa ballà i man, il Design dei Castiglioni guardato con mano curata da Marco Marzini per la Fondazione Achille Castiglioni in piazza Castello 27 a Milano: un invito a sperimentare, a guardare gli oggetti in modo diverso, non con la semplificazione e la rapidità dell’occhio, ma con la lentezza e la cura della mano, del tatto, per indagare meglio gli aspetti funzionali e pratici. Attenzione, non è quella mano che accarezza l’oggetto e ne apprezza e ne riconosce la forma, bensì è quella mano che compie il gesto funzionale per utilizzare l’oggetto stesso. È la mano che sposta una poltrona, che rovescia un bicchiere, orienta una luce, che accende e spegne una lampadina. Qui il gesto è il “componente principale di progettazione”, l’oggetto viene dopo.

“Io nasco in bottega”. Gianfranco Frattini vedeva gli artigiani e maestri falegnami della Brianza come suoi alleati nell’iter progettuale, dando al lavoro manuale la stessa importanza di quello creativo e intellettuale. Protagonista della mostra Gianfranco Frattini: ieri, oggi, domani allestita nelle sale affrescate del secentesco Palazzo Arese Borromeo, a Cesano Maderno, univa mestiere e competenza, etica del lavoro, passione per i materiali, rispetto delle loro qualità intrinseche e potenzialità progettuali. Tra i tanti esempi in mostra, tra i pezzi d’archivio, riedizioni contemporanee e ispirazioni per il futuro, la coerenza e l’intelligenza delle mani e del cuore sono evidenti nel tavolo Kyoto, prodotto con il maestro ebanista Pierluigi Ghianda nel 1974 e rieditato da Poltrona Frau nel 2020. Il suo incastro perfetto senza colle e senza viti esemplifica la capacità di far nascere le forme degli oggetti a partire dalla profonda conoscenza dei materiali senza bisogno di aggiungere nulla.

Colore, materiali e lavorazioni. Fluo 2023 progettata dal designer e fabbro marchigiano Marco Ripa, con la direzione creativa di Roberto Cicchinè, mette in luce le interazioni, inattese, effimere e giocose, tra superfici metalliche e colorazioni dirette e indirette.

Per la Design Week 2023 è stata proposta un’edizione limitata in cui protagonisti sono l’arancione, il giallo, il verde e il rosa, tutti in versione flou. Oggetti unici in ferro e acciaio diventano sculture metalliche d’uso quotidiano agili e sottili, componibili e versatili, in risonanza con le esigenze contemporanee. Agli strumenti e alle lavorazioni tradizionali si unisce la tecnologia: tutti i prodotti nascono in digitale con programmi 3D, per diventare poi pezzi unici finiti a mano con cura certosina. Le linee sono sempre geometriche, studiate come inizio di un gioco d’incastri per composizioni ogni volta diverse, personalizzabili.

Come afferma Alain de Botton in Architettura e felicità: “Dire che un edificio è bello […] implica un’attrazione verso il particolare stile di vita che l’edificio incoraggia attraverso il tetto, le maniglie, le finestre, le scale, gli arredi”. Seguendo il concept di Ento, che identifica la maniglia come un complemento d’arredo funzionale ed estetico e una risorsa preziosa per definire la personalità di un progetto, le collezioni 2023 rappresentano due nuovi esempi di design in grado di coniugare purezza e ricercatezza formale. “L’obiettivo è stato quello di realizzare un prodotto dall’aspetto gentile, che sia il primo punto di contatto con ogni nuovo spazio ed esperienza”. Sebastian Herkner sintetizza così l’idea alla base della nuova collezione Hansa. Cui fa eco Victor Vasilev, artefice del nuovo modello Lev. Nella sua visione la maniglia si inserisce armonicamente nel progetto se risolve la sua funzione attraverso un aspetto semplice e onesto. Il progettista crede che “la maniglia migliore sia quella che riesce ad andare oltre la semplice funzione, ma non diventa protagonista nello spazio”.

Ambientazioni da Butterfly Effect. ph. Giorgio Possenti, Federico Marin.

Butterfly Effect, installazione curata da Elisa Ossino e Josephine Akvama Hoffmeyer, le due fondatrici di H+O Apartment Gallery, in via Solferino 11 a Milano, ha preso ispirazione da una frase del film Fino alla fine del mondo di Wim Wenders: piccoli fenomeni possono portare a enormi effetti che si rispecchiano nell’ambiente che ci circonda man mano che crescono nel loro impatto, dimensione e materia. Spiega Elisa Ossino: “Oggi più che mai è importante scegliere con cura gli oggetti di cui ci circondiamo ed esaminare il processo che li produce. La qualità di un oggetto ha il potenziale di migliorare il nostro benessere e persino di creare una piattaforma per la socializzazione”.

L’appartamento di Brera è uno spazio evocativo, in cui il colore invade tutte le superfici, è un ambiente sensoriale che riflette le emozioni umane e le inquadra delicatamente in scenari di vita quotidiana. Utilizzando mobili e lampade di Muuto e accessori, come i radiatori Tubes e i forni V-ZUG lo spazio indaga l’impatto che elementi come colori, texture e forme possono avere sulla nostra vita.