Il museo racconta i primi 200 anni di storia di Luxardo, azienda di liquori e distillati, nota in tutto il mondo per il suo maraschino e lo cherry Sangue Morlacco.

Un museo d’impresa ha un valore sociale oltre che comunicativo del brand e territoriale se dietro c’è una interessante storia da raccontare e se questa viene ben narrata. È il caso del museo Luxardo, inaugurato nel 2023 a Torreglia (Padova) nei Colli Euganei dalla Privilegiata Fabbrica di Maraschino Excelsior Girolamo Luxardo.

La nuova architettura è rivestita in lamelle di acciaio Corten.

L’edificio rispettoso del paesaggio collinare circostante e il percorso allestitivo-narrativo emozionante sono progettati da Studio Architetti Mar di Giovanna Mar. Questo è un museo d’impresa particolare, che non segue un unico filo rosso espositivo ma piuttosto una fitta trama di storie che si intrecciano all’interno delle sale, attraversando i 200 anni dell’azienda.

Vi è, per prima, la storia della ditta fondata nel 1821, a Zara in Dalmazia, da Girolamo Luxardo, patrizio genovese dedito al commercio marittimo, e, da allora, rimasta nelle mani della medesima famiglia tanto da poter entrare nella esclusiva associazione francese Les Hénokiens, che riunisce solo 51 aziende al mondo, con almeno una storia lunga 200 anni e di proprietà della stessa dinastia (13 delle quali sono italiane).

La hall di ingresso agli spazi espositivi.

Dal lontano 1821, dopo generazioni di prosperità e successo, vi è la storia della disfatta iniziata allo scoppio della Seconda guerra mondiale, con il bombardamento nel 1943 degli stabilimenti di Zara e l’arrivo dei soldati del generale jugoslavo Tito, che occuparono la Dalmazia a seguito della ritirata degli italiani e dei tedeschi, imponendo alla popolazione di trasformarsi in disperati esuli verso l’Italia. Ma vi è anche la storia della rinascita dell’azienda di famiglia con l’apertura della nuova fabbrica nel 1947, nella campagna padovana, sui colli, dove le marasche crescevano al meglio. Questa incrocia la storia privata dei Luxardo, dal tragico assassinio di Pietro e del fratello Nicolò con la moglie Bianca, per mano dei partigiani titini nel 1944 e l’arrivo in Italia dell’unico fratello superstite, Giorgio, con un bagaglio molto leggero, ma pieno di coraggio e di sogni.

E infine vi è la storia dei successi attuali, frutto di tenacia e determinazione, con la produzione di 6 milioni di bottiglie all’anno di liquori classici italiani, amari e distillati, grazie a una consistente presenza in Italia e in molti mercati esteri e, soprattutto, alle nuove generazioni in azienda.
Tutto questo è narrato nei circa 600 metri quadri del museo, adiacente la storica fabbrica dove si produce il maraschino e lo cherry Sangue Morlacco, nome dato da D’Annunzio, ma anche la sambuca dei Cesari, l’amaretto di Saschira e altri.

Il progetto del museo Luxardo.

All’esterno si trova uno shop con la vendita di tutti i prodotti Luxardo. Al museo si accede attraverso una rampa che ne percorre parte del perimetro, protetta da una struttura in lamelle di acciaio Corten. Le lamelle, che ritmano verticalmente la facciata, permettono alla luce naturale di entrare nel percorso, in maniera diversa a seconda delle stagioni. Piegandosi e ruotando in alcuni punti, formano il nome del museo, visibile da lontano. Geometrici tagli di luce, posti in corrispondenza di alcuni elementi in Corten, incorniciano il passaggio dei visitatori.

Attraversata la hall interna, il visitatore accede a una stanza immersiva di forma ovale, alle cui pareti vengono proiettati video che ruotano tutt’attorno, raccontando il territorio e le sue colline, i frutteti, i fiori di ciliegie. Sembra quasi di esserne parte.

Il mondo immersivo ricreato nel museo.

Nella sala successiva, all’interno di un sistema allestitivo tradizionale arricchito da video esplicativi e immagini storiche, sono esposte antiche macchine di lavorazione e produzione dei liquori.
Vi è poi una interessante ricostruzione storico-cronologica della famiglia Luxardo e a seguire il design dei prodotti come il celebre Maraschino nella tipica bottiglia impagliata e vivaci cartelloni pubblicitari d’antan, sotto un soffitto di bottiglie verdi appese.

Le emozioni crescono molto, poi, grazie all’allestimento di due sale particolarmente toccanti: tele di tessuto con le sagome di persone che cadono e gli interessanti video storici che raccontano dello strazio delle foibe per mano dei partigiani jugoslavi sulle popolazioni dalmate in fuga. Le immagini del commovente film Red Land (Rosso Istria) del 2018 del regista Maximiliano Hernando Bruno, su questo tema, impongono un momento di raccoglimento.

In mostra anche antiche macchine di lavorazione dei liquori.

Il percorso prosegue con i successi mondiali della Luxardo e, infine, con uno spazio dove è possibile degustare i prodotti, scoprendone, attraverso uno schermo interattivo, gli ingredienti e l’utilizzo nel vasto mondo mixology.

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Il museo Luxardo è visitabile su prenotazione dal mercoledì al sabato, con ingresso gratuito.