“Il buffet è morto”, si sentenziava a qualche giorno dall’inizio del lockdown. Oggi, a cinque mesi di distanza, le cose non stanno esattamente così. Proviamo a fare qualche riflessione sullo stato dell’arte e gli scenari futuri.

Che fine farà il buffet? Era l’inizio di aprile, poco meno di un mese dall’inizio lockdown, e avevamo tutti lo stesso dubbio. In molti ne decretavano già la morte, altri erano più speranzosi. Qualcuno provava a ipotizzarne una nuova vita. Molte testate giornalistiche si ponevano tante domande e i fiumi d’inchiostro versati sul tema – si è detto tutto e il contrario di tutto –  non aiutavano di certo a trovare il bandolo della matassa.

Ogni qualvolta si leggeva qualcosa, con la speranza di avere una risposta, altri dubbi si aggiungevano a quelli esistenti. Un decreto dopo l’altro aumentava la confusione. Le domande erano molte e altrettante poche le risposte, ma quello che tutti ci chiedevamo era…  Che fine farà, realisticamente, il buffet? Che tipo di servizio offriremo ai nostri ospiti abituati ad avere tutto? Si tornerà al tutto confezionato? Dovremo tornare a prendere l’ordinazione  il giorno prima con le tanto desuete crocette?

Nessuno poteva immaginare l’inimmaginabile, nessuno poteva darsi delle risposte. L’unica cosa da fare era agire, in qualche modo. Ma in quale modo?I più coraggiosi hanno cominciato a sanificare tutti gli spazi e a crearsi protocolli che potevano aiutarli a trasmettere tranquillità ai propri ospiti e con tanta paura e, passati un po’ di giorni, si sono iniziate a vedere le riaperture dei primi hotel.

Ma la sala colazione? E i nostri buffet full optional e all you can eat? Potranno essere ancora allestiti E, se sì, come? Riusciremo a essere così flessibili da garantire comunque il massimo così da non tradire le aspettative del nostro cliente? Ogni regione ha contribuito a mettere ancora più confusione e ognuno ha dato libera interpretazione alle regole dettate dai millemila decreti ormai giornalieri. 

È bastato aprire le porte a quei pochi e coraggiosi ospiti per capire la direzione da prendere. Tante risposte hanno iniziato a riempire quei vuoti dati dai dubbi e dalle incertezze. 

La risposta forte è stata riaprire il buffet in totale efficacia e tranquillità per il cliente. Ma come? Proteggendo il cibo con dei paraspruzzi e cercando di assicurare il miglior servizio possibile. Ma non solo. In molti – e io mi auguro che siano sempre di più – hanno colto l’occasione per arricchire ancora di più l’offerta. Per esempio accompagnando il cliente in un’esperienza diversa, facendo una miscellanea di buffet/servizio e con meno sprechi di materia prima riusciremo, forse, a compensare l’aggiunta di quel cameriere in più che ci dà la possibilità di offrire un servizio migliore. 

Ovviamente non tutti hanno fatto questa scelta, alcuni hanno dato la possibilità di scegliere al momento quello che si desiderava, altri hanno preparato una lista infinita di prodotti da far scegliere al cliente, i più tecnologici hanno preparato QRcode o app da mettere a disposizione del cliente con orari e prodotti da scegliere, qualcuno ha optato per il room service o addirittura ha tolto la colazione dai propri servizi vendendo in room only.

La scelta, purtroppo – e sottolineo purtroppo – di alcuni è stata invece quella di tagliare molto il personale, a discapito di quanto detto poco fa, forse inconsapevoli o forse obbligati.

Oggi, dopo ormai 5 mesi a quel catastrofico 8 marzo, possiamo tirare, in parte, un sospiro, e forse possiamo tirare una primissima somma. Se c’è una cosa che possiamo dare per certa è che regione che vai, buffet e servizio che trovi.

Qualche giorno fa, come da ultimo decreto, il Presidente della Regione Trentino ha dato la possibilità agli albergatori di riaprire il buffet agli ospiti consentendo di avvicinarsi a essi con l’uso di mascherina e guanti monouso.  Un sospiro di sollievo per tutti quegli albergatori che stavano diventando matti per cercare di dare un servizio adeguato e di livello ai propri ospiti. 

Perché non possiamo avere o pretendere una regola unica che unisce i bisogni di tutti, albergatori e ospiti? Torneremo alla normalità o continueremo a dare questo tipo di servizio? 

A conti fatti credo che, per convenienza o perché il cliente rimane sempre e comunque al centro del nostro servizio, quasi sicuramente non torneremo più indietro, e forse molti cominceranno a rendersi conto che non è importante la quantità immensa di prodotti che offriamo, ma è la qualità, data da tantissimi fattori, a fare la differenza.