
Appennino romagnolo, villeggiatura d’autore.
Niente spiagge affollate né autostrade: l’Appennino romagnolo si riscopre d’estate come meta di villeggiatura lenta e colta, tra borghi sospesi nel tempo e soste gourmet, dal formaggio di fossa di Sogliano ai rossi di Mercato Saraceno.
Backbone del nostro Bel Paese. Le Alpi sono la trave e però la colonna vertebrale, l’asse portante, sono gli Appennini; sì, il backbone! Cordigliera che, a suo piacimento, divide oppure unisce i nostri mari. Presto detto: Ligure e Tirreno di qui, a Occidente, e Adriatico e Ionio, di lì, a Oriente.
Questi Appennini così frastagliati, quando austeri e quando vezzosamente dolci. Carezzevoli, talvolta. Emulano la trave Alpi e allora svettano e d’inverno le cime si imbiancano. Si scia. Si scia e però, perché tacerlo, ogni anno sempre di meno: è il cambiamento climatico.


Sono gli Appennini adatti per la vacanza estiva?
La risposta è rigorosamente No! No, se per vacanza estiva si vuole intendere intrupparsi in quei luoghi che diventano divertimentifici: forza e coraggio, miei cari consumatori, divertitevi (inebetitevi) e spendete, spendete, spendete!
Sì, fortemente e dolcemente sì, se la vacanza la si commuta in villeggiatura. Se ci si riappropria del tempo, magari relegando all’essenziale orologio e telefonino. Appennini correttamente declinati al plurale. Ve n’è più d’uno e però, quale magia orografica, tutti l’uno all’altro congiunti senza soluzione di continuità.
Siamo nell’Appennino romagnolo: vallate immerse nel verde e borghi senza tempo. A guidare, lentamente, e per forza lentamente, si nota e di ciò non ci si rammarica, un’assenza: il rettilineo! Benvenuti sono i tornanti, abilitatori di saliscendi: quando si sale verso la vetta e quando si scende verso la valle.

Rigorosamente senza imboccare l’autostrada, percorriamo le tortuose strade dal Cesenate al Forlivese e dal Forlivese alle vallate del Faentino.
Nella valle del Rubicone, rimembranze liceali con Cesare che pronuncia la famosa frase alea iacta est si fa sosta a Sogliano al Rubicone, tranquillo paesino famoso per il formaggio di Fossa di Sogliano Dop. Il particolare metodo di stagionatura in fossa gli conferisce caratteristiche organolettiche peculiari e un odore tipico, forte e persistente. Smart buys alle Fosse Venturi.
Oltre alla degustazione del formaggio, la visita a Sogliano al Rubicone ci rivela un’altra gemma locale che scoviamo nella frazioncina Montetiffi: la produzione artigianale della teglia in terracotta per cuocere la piadina. Maurizio Camilletti è l’ultimo artigiano tegliaio in attività.


Ci spostiamo nell’Alto Savio per giungere al grazioso borgo di Mercato Saraceno i cui circostanti vigneti sono coltivati a Famoso, uno dei vitigni a bacca bianca più singolari della Romagna. Piacevole e interessante degustazione, non solo di vini ottenuti con il Famoso, ma anche con l’Albana e il Sangiovese, nella Tenuta Casali. I vigneti sono situati su antichi terrazzamenti fluviali, beneficiano di forti escursioni termiche che conferiscono ai vini profumi intensi e perfetta acidità. Smart Buy imperdibile, a nostro sommesso avviso, è il Romagna Sangiovese Superiore Vigna Baruccia 2022.
Più che opportuna la non breve sosta a Sarsina (città natale di Plauto) per ammirare la cattedrale di San Vicinio e così conoscere la storia del collare miracoloso. Dacché siamo a Sarsina, ci si concede squisita sosta golosa alla pasticceria La Corte di Raffaello Rossi, ubicata nella centrale Piazza Plauto. Da provare La Dodicesima Notte e, nel propizio periodo, la Pagnotta Pasquale, che è dolce della Quaresima.

Imperdibile l’ascesa (in auto!) verso il Passo del Carnaio. In autunno splendido lo spettacolo del foliage. Si giunge così nella Valle del Bidente. Tra i piccoli tesori nascosti di cui l’Appennino romagnolo è pieno, tutti meritevoli di non frettolosa visita, non perdiamoci assolutamente il Castello di Pianetto, nei pressi di Galeata, nel forlivese. A seguire, visita alla abbazia di Sant’Ellero, complesso monastico fondato attorno al V secolo.
L’ora magica del crepuscolo, il desiderio del riposino, indi la cena e poi, nello stesso luogo, il pernottamento. Insomma, qui ci vuole un D&B (Dinner & Bed). E siamo capitati proprio bene! A Pianetto, frazioncina di Galeata, c’è il D&B La Campanara, di cui sono titolari Alessandra Bazzocchi (chef) e Roberto Casamenti, osti per vocazione. La struttura originale, del XVI secolo, fu la canonica dell’adiacente chiesa dei Miracoli. Sono sei le bellissime camere, alcune di esse con bagno turco. Ci sono anche un piccolo centro benessere, un grazioso giardino e la piscina per provvidenziale ristoro estivo. La grande sala del camino rende calda atmosfera, a facilitare una convivialità che rende amicale il rapporto con gli altri ospiti del D&B.
A cena, dunque.

Si comincia con Tortello sulla lastra con la giardiniera sott’olio fatta da noi. La golosa farcia del tortello è costituita da patate e zucca. Di impeccabile fattura, squisita, la Lasagna ai funghi di Campigna. Nel calice un brioso Sangiovese.
Memorabile il secondo piatto: Capretto nostrano al forno con patate. A chiudere un ottimo dolce: l’originale zuppa inglese Paciareda, fatta con l’alkermes prodotto in casa da Roberto.
Si resta a tavola ancora un po’. Poi pochi passi e… buonanotte! E buon risveglio con una corroborante prima colazione. Cosa si fa? Quei funghi di Campigna a sostanziare la lasagna di ieri a cena stimolano escursione nella foresta di Campigna, all’interno del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi.


E ci piace anche visitare la tenuta Pertinello, nell’Alta Valle del Bidente, contigua al versante romagnolo del parco. In meditata degustazione, plauso al Metodo Classico, un Blanc de Noirs elaborato con le uve di Sangiovese raccolte a inizio vendemmia, quando esprimono il massimo della loro freschezza acida. Perfetto per l’aperitivo. A concludere, il Giglio, vino dolce ottenuto da vendemmia tardiva di Albana e Riesling. La prima apporta densità, la seconda acidità. Proprio un bel sorso!
È l’Appennino romagnolo!
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In apertura, territorio del Parco nazionale delle Foreste casentinesi, ph. Nicola Andrucci.
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