L’architetto visionario, che ha fatto della sua visione un metodo progettuale per la realizzazione di microricettività in natura. Completamente reversibili. Going green.

Immagina un modulo abitativo che puoi posizionare dove vuoi, che non ha bisogno di urbanizzazioni, autosufficiente per quanto riguarda acqua ed energia e completamente reversibile, cioè che puoi rimuovere quando vuoi lasciando il sito esattamente come lo avevi trovato prima dell’installazione. È House[Tree], il progetto di the ne[s]t, il virtuoso hub di architetti capitanato da Paolo Scoglio, architetto dalla visione green con un sogno che si è avverato.

Paolo Scoglio.

House[Tree] l’abbiamo presentato quest’anno al Sia di Rimini, e rappresenta l’apice di una lunga ricerca incominciata più di vent’anni fa. Ho lavorato per sedici anni in un’azienda che costruiva case in legno, nasco quindi come progettista di moduli abitativi prefabbricati, e ho poi fondato il mio studio, the ne[s]t, nel 2013. Da sempre coltivo questa idea, realizzare un modulo di microricettivita in natura completamente autosufficiente e reversibile. The House[Tree] è l’esito di questa lunga ricerca.”

House [Tree].

we. Sei stato un precursore, un apripista del glamping quando ancora questa parola non era stata inventata.

Mi sono da sempre interessato al mondo della progettazione ecosostenibile. Ho nel mio dna spazi abitativi che includono un rapporto con la natura innovativo, dalla scelta dei materiali alle tecnologie ecosostenibili, finalizzando le risorse naturali alla produzione di energia. E ho sempre pensato che queste modalità potessero funzionare molto bene nel settore del turismo. Consideriamo anche che è cambiato il modo di andare in vacanza, c’è un turismo più evoluto, con soggiorni più brevi.

Short stay, Smart Living. 

Esempi di microricettività sostenibile progettata da the ne[s]t.

we. Oggi, rispetto a qualche anno fa, il tuo lavoro è sicuramente più capito. Quanto ha influito il periodo post pandemico?

La pandemia ha rovesciato il paradigma dell’ospitalità, anche in Italia. Si cerca di stare il più possibile all’aria aperta, si rifuggono le aggregazioni forzate; si è scoperto un turismo a contatto con la natura, anche la più estrema. Il turista è diventato ecoturista. Tutto ciò ha creato un grande slancio verso soluzioni che permettono di godere appieno degli spazi aperti. Sia nella domanda che nell’offerta. Prima di the ne[s]t ho fatto un’esperienza all’estero in uno studio di Brema dove, tra l’altro, si progettavano case sugli alberi, fin dai primi anni del 2000. All’estero questi erano temi già trattati. In Italia, all’ora, erano pochissime le persone sensibili all’argomento.

we. Chi è il tuo cliente tipo?

L’imprenditore, sia con uno storico di attività ricettiva o anche senza esperienza nel settore ma che vuole investire in una nuova attività imprenditoriale. Sono sempre di più le persone interessate a un turismo green. Comprano per esempio un terreno e investono nella microricettività ecosostenibile.

we. Quali sono le pratiche comunali che autorizzano le architetture reversibili?

Sembra un paradosso ma, al momento, nella maggior parte dei casi, nonostante la reversibilità, i progetti vengono autorizzati con la pratica del Permesso di Costruire. Varia comunque da Regione a Regione e anche da Comune a Comune. Non c’è una normativa specifica recepita dai singoli Enti. Spesso i tecnici comunali non sanno cosa fare e mi metto anche nei loro panni: si trovano a dovere autorizzare progetti che ancora non sono entrati nella pratica comune. Da una parte l’architettura e la tecnologia sono pronte ad affrontare le sfide di una microricettività ecosostenibile, che può essere installata e poi rimossa senza alcun impatto ambientale, autosufficiente dal punto di vista delle urbanizzazioni, dall’altra parte la normativa ancora no. In questo senso c’è ancora molto lavoro da fare.

we. Parlaci di House[Tree]. Questo modulo abitativo prefabbricato che si sviluppa attorno a un albero.

È un progetto che trovo rivoluzionario. Un modulo prefabbricato autosufficiente, un ecosistema scollegato da qualsiasi rete di urbanizzazione. Alimentato da un dispositivo che preleva energia dalle risorse naturali, con un serbatoio d’acqua e un sistema di accumulo per il recupero dell’acqua piovana, autonomo anche per lo smaltimento delle scorie prodotte. Questi cluster possono essere posizionati ovunque, con la condizione che un domani è possibile rimuoverli lasciando il sito esattamente come l’abbiamo trovato. Anzi, forse anche meglio, perché questo tipo di turismo porta con sé un’attenzione e una cura del territorio che diversamente non ci sarebbe. Operazioni di questo tipo possono portare vantaggi per tutti.

Moduli House[Tree].

we. Che riscontro ha avuto House[Tree] al SIA?

Un ottimo riscontro. Si sono fermati non semplici curiosi ma persone che hanno strutture ricettive che desiderano implementare con soluzioni innovative. Stiamo valutando caso per caso. In tutti questi anni, infatti, ho imparato che non esiste l’oggetto perfetto che scegli da catalogo ma che ogni situazione va valutata. Il nostro è un sistema molto flessibile, scalabile e adattabile a tutti i contesti.

we. Quanti moduli ti vengono richiesti?

La richiesta va dai due, tre moduli a un massimo di venticinque. È un range che mi piace molto perché ci permette di progettare l’ecosistema e di controllarlo, non soltanto fornire i cluster. Con installazioni più grandi, per esempio di cento moduli, si rischierebbe di perdere il controllo progettuale dell’insieme.

we. House [Tree] è un progetto di microricettività in natura che si sviluppa attorno a un albero. Raccontaci le motivazioni?

Non è una proposta provocatoria o un fondale scenografico. L’albero è una infrastruttura vera e propria che crea benessere agli ospiti. Opportunamente posizionato, controlla le radiazioni solari creando zone d’ombra, è anche un sistema di purificazione dell’aria, ci sono infatti alberi che meglio di altri riescono a fissare le polveri sottili e altre sostanze inquinanti in modo da creare delle vere e proprie isole di benessere. Non ultimo è scientificamente provato che la presenza di alberi agisce positivamente sull’uomo. Il cortisolo, l’ormone dello stress, ha delle brusche riduzioni e anche la pressione sanguigna ne risente favorevolmente. 

NightSky.

we. Oltre ai sistemi prefabbricati come House[Tree], quali altri sistemi sviluppate?

Un’altra soluzione oltre al prefabbricato è quella delle architetture tessili, una ricettività outdoor ancora più estrema. Abbiamo fatto molta ricerca anche in questo settore, portando in Italia prodotti innovativi che abbiamo trovato in giro per il mondo. Coniugando microarchitetture turistiche con il mondo della tecnologia tessile, per esempio, è nato NightSky, a metà tra il modulo prefabbricato , che abbiamo realizzato a Locarno, sul lago e che sta avendo un ottimo riscontro.