Ristorante IYO a Milano.
Ristrutturato lo storico locale di Claudio Liu in via Piero della Francesca. Timeless, cosmopolita e sempre più da vivere; porta la firma di Maurizio Lai.
“Un progetto deve essere senza tempo, deve essere un’operazione che durerà sempre. Quello troppo chiassoso passerà di moda”, afferma Maurizio Lai artefice della ristrutturazione del Ristorante IYO, aperto in via Piero della Francesca nel 2007 da un allora ventiquattrenne Claudio Liu e recentemente inaugurato con una nuova veste.
Lo stile invece, resta, ed è questo quello che si nota nel nuovo IYO: niente di particolarmente modaiolo o di tendenza, ma un ambiente elegante senza essere eccessivo, “che fa da contorno all’esperienza del cliente senza voler essere protagonista”, continua Lai, da anni architetto del Gruppo IYO (suo anche il progetto del locale in piazza Alvar Aalto sempre del Gruppo).
Il progetto è una ristrutturazione radicale con l’aggiunta di 300 metri quadri di superficie, grazie all’accorpamento di uno spazio adiacente al ristorante, ma con soli due coperti in più rispetto alla versione precedente. Questo perché l’intervento ha voluto ottimizzare e massimizzare le aree di lavoro e di stoccaggio che rendono possibile una maggiore qualità di vita lavorativa e un ampliamento delle possibilità gastronomiche, con un laboratorio per la lavorazione del pesce e uno dedicato alla pasticceria.
“Oggi la ristorazione deve essere più inclusiva, diretta, esperienziale ma in un’ottica di comfort. I ristoranti sono sempre di più luoghi da vivere che vanno oltre il cibo, e se si vuole offrire una qualità estrema la si deve esprimere in ogni dettaglio del progetto”, spiega Claudio Liu.
Questo significa una professionalità non ostentata e più empatica nei confronti dell’ospite, che sappia rispondere alle sue esigenze di privacy, di comodità, di servizi. Sono nate proprio dall’esperienza e dal rapporto con la clientela più affezionata l’idea delle due nuove sale privatizzabili per cene, eventi o business lunch, dotate di ogni supporto tecnologico, o l’idea del lounge bar, dove poter fare un aperitivo, attendere i commensali prima della cena o proseguire la serata con un gin tonic.
Senza tralasciare alcun dettaglio, dalla texture di un tovagliolo alla finitura dei tavoli, al sistema di insonorizzazione – perché grande importanza è stata data alla qualità anche dell’esperienza auditiva, uno degli aspetti meno curati della ristorazione nazionale.
L’ interior design è punteggiato di design made in Italy e di soluzioni su misura in legno, marmo, pietra contraddistinti da una grande verità – come la definisce Lai. Il guardaroba in noce tinto accoglie gli ospiti, il pavimento in noce naturale oliato rende l’ambiente accogliente, le pareti con rivestimenti, dal legno all’acciaio, dal tessuto al vetro retroilluminato, giocano su una sapiente combinazione di materiali e finiture. Ci si accomoda ai tavoli nudi in marmo Patagonia che riprendono la finitura del banco bar, su sedie e poltrone dal rivestimento in tessuto e con strutture in essenza rovere Spessart, per un comfort e uno stile senza pari. «Oggi il lusso è permettersi di entrare in contatto con elementi che hanno valore, ma non dal punto di vista del denaro, ma delle sensazioni che ti trasferiscono. IYO è uno spazio fatto non solo per essere guardato da lontano, come una scenografia teatrale o a misura di un video per i social network. Ma un connubio di forme, texture, superfici scelte per essere toccate, apprezzate, vissute oltre l’apparenza, per una qualità intrinseca non solo estetica ma tattile, olfattiva, auditiva». Per un lusso non dettato dall’opulenza visiva o dall’ingrediente raro e prezioso, ma dalla capacità di far dialogare tutti gli elementi del progetto all’unico scopo di far sentire a proprio agio i clienti.
E se IYO, alla sua apertura 17 anni fa portava in tavola a Milano per la prima volta un Giappone contemporaneo e alzava l’asticella della qualità e della ricerca presente in città, oggi si apre a una clientela più cosmopolita e aperta alle innovazioni quanto estremamente competente quando si parla di alta cucina e di cultura giapponese. Oggi con il profondo restyling realizzato da Studio Lai si sancisce un nuovo cambio di passo: Milano non è più solo una città che recepisce le tendenze internazionali, ma è diventata una capitale gastronomica mondiale, un luogo in cui fervono idee in grado di espandersi e di contribuire all’evoluzione del settore.
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