What’s the next?
Di cosa ha bisogno il turismo italiano? Di una dimensione futuristica grazie anche all’aiuto della tecnologia. Più inclusione e meno turismo mordi e fuggi. Ne parliamo con Leonardo Tosoni, specializzato nella produzione di soluzioni innovative per un turismo futuribile.
Abbiamo visto che ciò che occorre alle nostre, pur meravigliose, destinazioni è un modo nuovo di proporsi, un nuovo linguaggio che sappia farsi ascoltare. Non si parla più di un’offerta di servizio, ma di proposte di esperienze differenziate per contrastare il turismo mordi e fuggi e il fenomeno dell’overtourism.
Non più turismo, ma “futurismo”. Ecco quello che serve alle nostre destinazioni turistiche.
Come aiutare le destinazioni a prolungare i tempi di soggiorno? Come parlare un linguaggio più al passo con i tempi e in linea con le attese del nuovo turista? Può la tecnologia aiutare ad attrarre un turismo più lento e consapevole e a superare le difficoltà di accessibilità di alcuni territori? Lo abbiamo chiesto a Leonardo Tosoni, founder e art director di Skylab Studios, l’azienda che da 25 anni progetta e realizza soluzioni tecnologiche innovative per coniugare arte, cultura e turismo creando esperienze memorabili.
Tosoni ci racconta: “Viaggiare è sempre stata una nostra passione. Durante i nostri viaggi ci capitava spesso di arrivare in una città straniera e di trovare una segnaletica utile e comoda che ci permetteva immediatamente di orientarci e conoscere l’essenziale di ciò che avevamo intorno. In Italia mancavano completamente questi punti di riferimento, fondamentali per il turista. Nessuna segnaletica e nessuna comunicazione utile. Nasce così nel 2008 l’idea di importare una nuova modalità di fruizione delle informazioni nelle località turistiche. Da allora sono stati messi a punto sistemi di segnaletica interattiva che, con un semplice accesso tramite QR code, ci aprono le porte di un nuovo modo di visitare.
we. Sono trascorsi parecchi anni, a che punto siamo con l’utilizzo di questi strumenti?
All’inizio è stato molto complesso, oggi il mercato è decisamente più maturo, tuttavia solo 200 comuni italiani su 8000 e 24 siti Unesco sui 54 del nostro territorio hanno deciso di fornirsi di segnaletica interattiva, di guide virtuali, o degli altri servizi di realtà aumentata che oggi mettiamo a disposizione. Questo dato, nonostante sia un ottimo risultato per la nostra azienda, ci consente di comprendere meglio l’entità del ritardo che dobbiamo registrare in Italia.
we. In che modo investire in questa tecnologia può aiutare le destinazioni turistiche?
Innanzitutto la tecnologia ci aiuta a conoscere meglio il nostro utente. A ogni accesso vengono raccolti dati che raccontano molte cose. Possiamo individuare quante persone utilizzano il servizio, ad esempio, in che orari, da dove provengono e qual è il tempo medio di fruizione. Tutte queste informazioni vengono trasformate in un report, che consente alla destinazione turistica di conoscere flussi, tempi e gusti dei propri ospiti. Elementi importantissimi per meglio calibrare e differenziare l’offerta. Inoltre sappiamo che, là dove esiste una tecnologia che consente l’interazione e fa conoscere virtualmente il territorio, aumenta il tempo medio di permanenza sul territorio stesso.
we. Puoi spiegarci meglio?
Prendiamo l’esempio di Tarquinia, dove abbiamo realizzato un sito che illustra in modalità interattiva non solo la zona archeologica, per cui la località è famosa, ma che consente di viaggiare anche virtualmente lungo le strade del borgo medioevale, nei palazzi rinascimentali della città, scoprire scorci interessanti e nuove esperienze di cui fruire. Questo ha aperto nuove occasioni per la città che ha in questo modo allargato la forbice di opportunità da offrire alle persone, differenziando l’offerta. In questo senso la tecnologia aiuta la destinazione ad attrarre un turismo più lento e consapevole e soprattutto più ampio.
we. La tecnologia che in assoluto vi viene maggiormente richiesta è la segnaletica interattiva, perché?
La segnaletica interattiva è la tecnologia più democratica, adatta a tutti e diretta a tutti. A cominciare dal font con il quale i testi vengono scritti, che aiuta la lettura, per continuare con il sommario delle informazioni presenti nella web app collegata dal QR code, che riduce e facilita i tempi di lettura. Una tecnologia che si rivolge a tutti, adulti, bambini e aiuta anche le persone con disabilità evidenti o invisibili.
we: In che modo la tecnologia può aiutare a superare le disabilità?
La segnaletica interattiva per esempio supporta un turista non vedente attraverso l’utilizzo di un’audioguida particolareggiata che descrive con precisione l’esperienza che gli altri utenti possono fruire in autonomia attraverso i 5 sensi. Per i non udenti, vi sono video che utilizzano la LIS, lingua italiana dei segni, ma la tecnologia è di supporto anche per chi soffre, ad esempio, di claustrofobia, di attacchi di panico o vertigini, disabilità motorie a volte temporanee e non immediatamente percepibili. Anche loro hanno la possibilità di fruire virtualmente dell’esperienza o, almeno, di acquisire le informazioni riguardo la realtà che li circonda, grazie a specifici tour virtuali. In questo senso la tecnologia consente di aiutare la disabilità.
we. Realtà aumentata, realtà virtuale, metaverso, intelligenza artificiale. Da addetto ai lavori come vedi il futuro della tecnologia applicata al mondo turistico culturale?
ll futuro, secondo me, sarà un mix tra contenuti virtuali, cioè simulazioni di un ambiente reale per mezzo di tecnologie elettroniche e informatiche, e contenuti aumentati, cioè composti da mondi virtuali immersivi e collaborativi. Credo che, se fino a oggi la parola d’ordine è stata accessibilità, da domani sarà automatismo. Oggi noi possiamo entrare nell’esperienza, ne possiamo mostrare e anticipare la bellezza. L’esperienza inizia prima e dura di più, attraverso la tecnologia. Domani dobbiamo immaginare di poter chiedere informazioni a un cartello intelligente ricevendone risposta. Questo è l’automatismo che è a nostra disposizione e che vogliamo e possiamo sviluppare tramite l’intelligenza artificiale.
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