Difficile, quando siamo ospiti, resistere a qualcosa che è stato fatto apposta per noi.

Può essere la variazione di un piatto, una mise en place con pezzi unici, un messaggio privato che usa le parole giuste, un cosmetico personalizzato. Ma il segreto più irresistibile non è solo quell’idea di “fatto per te”. È anche il modo di comunicarlo.

Andare per esempi – gli esempi di chi ha fatto bene qualcosa – è sempre la strada migliore. Non necessariamente per ispirare copie, ma per ispirare tout-court.
Sulla base delle mie esperienze personali, continuo a esplorare gli interstizi dei riti ospitali cogliendo dettagli e trasformandoli in opportunità. Probabilmente il tratto comune di questa serie di esempi è l’attenzione mista a un atteggiamento gentile. La gentilezza è e sarà sempre una grande ispiratrice.

“Questo piatto è per te”.

È ovvio accogliere le segnalazioni del cliente riguardo a preferenze, intolleranze, allergie. In genere, chi cucina sa come fare e il menu prevede opzioni. Meno ovvio, ma molto gratificante, presentare un piatto come una realizzazione speciale, spiegandone l’unicità. Se La Madernassa mi ha colpita così tanto, è stato anche per il trancio di ventresca in cottura yakitori creato apposta per me dallo chef Giuseppe D’Errico. Con un mix di spezie, arancia, cardamomo. Irrorato di brodo dashi. Sapido, tenerissimo, verticale.

Il modo di comunicarlo? Al tavolo, sul momento, per l’effetto sorpresa del fuori carta. Un piatto assente in carta ma presente in tavola è veramente percepito come cucina fatta per il cliente, frutto di un’esperienza talmente profonda che permette di creare last minute.

Un centrotavola pezzo unico.

Apparecchiare è un’arte. Si può anche apparecchiare con l’arte. Anche con oggetti diversi, singolari e singoli. Per questo trovo molto interessanti le ceramiche pezzi unici di Frenz Cuttica, designer e scultore, soprattutto quelle ispirate al mondo dell’olio e delle olive che mi appassiona. Ce ne sono anche altre ispirate alla natura o ai maestri dell’architettura e i pezzi con elementi mobili. Queste ceramiche hanno le proporzioni ideali, in ingombro e in altezza, per unire i convitati in un’atmosfera che può avere un tema diverso da tavolo a tavolo e per creare relazione come il progetto della tavola insegna. Centrotavola con understatement.

Il modo di comunicarlo? Apparecchiando. Citando l’artista in menu.

“Ti piace la tua camera?”

Testualmente, “La chambre te plait?” questo il messaggio ricevuto poco dopo essermi sistemata a Villa Sparina sulle colline del Gavi. La persona che aveva organizzato il mio soggiorno, di madrelingua francese, conosceva i miei gusti in fatto di silenzio, spazio vitale, panorama e desiderio di fare movimento (comprese le scale a piedi). Ha sintetizzato tutto questo in poche parole ad personam. Questo, in linea con lo stile di ospitalità della struttura. E coerente con la cucina ingegnosa e amorevole dello chef Graziano Caccioppoli, che sposa Campania e Piemonte.

Il modo di comunicarlo? Un biglietto a mano. Addirittura, un messaggio whatsapp, come capita nella vita quotidiana per un’attenzione spontanea, espressa di slancio, prevista ma autentica. Con tutto il calore dell’immediatezza.

La crema fatta sul momento. E per la tua pelle.

L’Apotheke di Lac Salin SPA & Mountain Resort a Livigno è uno dei punti di forza della struttura. Collega il concetto di SPA alla farmacia di erbe. Lì il leit motiv sono le erbe alpine, presenti tutt’intorno e nel menu di alta cucina naturale del nuovo ristorante Stua da Legn che affianca il ristorante tradizionale. Nell’Apotheke (nome antico, bellissimo) Valentina prepara la crema base per i trattamenti ad hoc appositamente per il cliente. E personalizza il prodotto come se fosse un piatto espresso. Con proposte di alta cosmesi vegetale.

Il modo di comunicarlo? Scriverlo nel menu dei trattamenti, soprattutto. Ri-raccontarlo a voce di volta in volta. Viva il passaparola, in casi come questo.