Dal “gustoso” alla “prelibatezza”. Le dieci parole vietate al ristorante.
Nella comunicazione dei ristoranti – dai menu ai social, dalle brochure al sito web – è ormai abitudine trovare sempre le stesse espressioni e gli stessi aggettivi per descrivere i piatti. Espressioni e aggettivi abusati, svuotati, che non hanno più alcun significato.
Perché perdere l’occasione di conferire personalità ai piatti proposti al ristorante utilizzando sempre gli stessi banali e inflazionati aggettivi che non hanno alcun senso per l’ospite che deve effettuare una scelta? Vediamo insieme le dieci espressioni più utilizzate e, quindi, più inutili.
1. Delizioso.
Ah. Certo. Mi aspettavo che mi dicessi il contrario. Ora sì che mi hai convinta.
2. Prelibatezze.
Wow! Sceglierò questo ristorante perché qui ci sono le prelibatezze in menu! Pensa che in un altro posto mi avevano proposto le schifezze!
3. Il Nostro.
Il Nostro spaghetto. La Nostra cheesecake. La Nostra cotoletta. Vi svelo un segreto: in realtà è un po’ come tutte le altre. O si è depositari di una antica e segretissima ricetta, o è meglio lasciar perdere altisonanti aggettivi possessivi che rischiano di generare nell’ospite aspettative che verranno poi puntualmente disattese.
4. Preparato dal nostro chef.
Ma guarda un po’. Credevo lo preparasse il lavapiatti.
5. Ingredienti freschi.
Ma davvero? Allora niente, io preferisco il cibo andato a male, sa?
6. Gustoso.
In verità, in verità vi dico: devo ancora trovare un ristorante che proponga piatti insapori.
7. La Passione.
Ormai ogni azienda sbandiera in modo assolutamente insensato e totalmente casuale la passione per il proprio lavoro. Quanto mi piacerebbe leggere nel sito di un ristorante: “Preferiremmo di gran lunga essere alle Maldive invece di stare qui a servire te. Però siamo poveri e ci tocca lavorare”.
8. Ampia selezione di.
Ampia? Ampia. Ma ne siamo poi sicuri? Non dimentichiamo che i concetti possono essere interpretati in maniera molto diversa da cliente a cliente.
9. Soffice.
Altro aggettivo abusato a cui nessuno crede più. Certo che se non trovi altra definizione per descrivere il tuo dessert, il dubbio che non sia poi così buono [né tantomeno soffice] può sorgere.
10. Come quello della nonna.
Sì, ma quale nonna? La nonna di chi? La mia ha sempre cucinato pasta scotta e ragù acido. Per dire.
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