Un francese a Napoli. Monsieur Alain Ducasse apre il suo primo Ristorante Ducasse in Italia, all’Hotel Romeo Napoli. Un duetto tra cucina partenopea e francese.

Sarebbe potuto entrare a gamba tesa ma Monsieur Ducasse, lo chef con più stelle al mondo [14] no. Niente pasta nel suo primo Ristorante Ducassein Italia, al Romeo a Napoli. Scherza Ducasse: “Ogni italiano ha un suo posto preferito dove mangiare la pasta: a casa della mamma. Non ho voluto mettermi in competizione.” Ma anche niente sushi né pizza, “perché ci sono altri che li sanno fare meglio di me”, dichiara alla serata di inaugurazione il 27 giugno scorso al nono piano dell’Hotel Romeo, ex sede della Achille Lauro ristrutturata dall’architetto giapponese Kenzo Tange nel 2008 [splendida la facciata in vetro curvato che ricorda le onde del mare].

Stephen Petit, Alessandro Lucassino e Monsieur Ducasse all’inaugurazione del Ristorante Ducasse al Romeo di Napoli.

“Voi italiani pensate che noi francesi siamo arroganti, ma non è così”, afferma candidamente monsieur Ducasse suscitando l’ilarità della sala, tra amici, amici-chef, autorità francesi e italiane. A volerlo a Napoli è stato l’avvocato Alfredo Romeo, patron di ROMEO Collection, il gruppo italiano dell’hôtellerie di lusso che fa parte del prestigioso circuito Small Luxury Hotels of the World, per la sede di Napoli, ma non solo. A brevissimo aprirà l’hotel Romeo a Roma, progettato da Zaha Hadid e il Romeo di Massa Lubrense su progetto di Kengo Kuma, architetti di fama per gli hotel e uno chef altrettanto famoso per la cucina.

Chef Lucassino e la sua brigata. Perché un Negroni in primo piano? È il cocktail preferito di Monsieur Ducasse.

Da cosa nasce cosa e da un incontro tra chef Ducasse e l’avvocato Romeo a Roma, parlando del più e del meno e in particolare dell’hotel progettato da Zaha Hadid in fase di apertura, nasce la decisione di questa partnership. “Entrambi puntiamo all’eccellenza”, sottolinea monsieur Ducasse. Ma non è nuovo questo mix di cucine qui a Napoli, come spiega l’avvocato Romeo: “Maria Carolina D’Asburgo, quando venne a Napoli dopo avere sposato Ferdinando II, non soddisfatta dei cuochi di corte chiamò gli chef francesi al suo servizio, i famosi monzù, dalla storpiatura di monsieur, che introdussero la cucina francese a Napoli”.

A presiedere il ristorante Ducasse a Napoli è Alessandro Lucassino, classe 1991, originario di Follonica e con un innegabile talento, non a caso sono 12 anni che lavora con Ducasse. E come capita spesso tutto avviene quasi per caso, per Lucassino quando venne chiamato come extra al ristorante L’Andana, a Castiglione della Pescaia, all’epoca una tenuta della Maison Ducasse e subito notato da uno chef di Ducasse che gli propone di andare a lavorare al Jules Verne, il ristorante della Torre Eiffel. E il resto è storia.

Il menu del Romeo Napoli è stato studiato in tre mesi, un menu francese ma che coglie dalla dispensa napoletana e dal territorio, con proposte alla carta e con la possibilità di scegliere tra menu Scoperta ed Esperienza, il primo di 5 portate e il secondo 6 che mixano tra le due culture culinarie.

Provare per credere, ecco il menu Esperienza: Granchio blu del Mediterraneo, fagioli bianchi di Controne e agrumi. Raviolo di foie gras d’anatra e brodo di pollo. San Pietro delle nostre coste, riduzione di pesce di scoglio, agretti saporiti. Piccione di Laura Peri con ciliegie, verdi e bianchi di bietole. Fragole di bosco in succo tiepido, gelato al mascarpone. Bianco di bufala, latte di mandorla e polline croccante.

Ma il menu sarà in continuo divenire, perché chef Ducasse è, quello che si dice, un irrequieto. Ci sono chef che propongono per tutta una vita 20 piatti ma Ducasse no, è sempre in cerca di sperimentazioni e così anche Alessandro Lucassino e come lo sarà Stephen Petit, executive chef al Romeo di Roma e anche lui presente alla serata inaugurale.

Una parola sulla colazione: straordinaria.

La colazione è servita. Al nono piano del Romeo Hotel a Napoli.

Un’altra delle novità presentate al Romeo di Napoli è la piscina al decimo piano. Con una posizione privilegiata e i suoi 120 metri quadrati, offre una spettacolare vista sul blu del Mediterraneo, sul Vesuvio e su Capri. La ciliegina sulla torta in un hotel di cui c’è tutto da raccontare.

All’interno, gli spazi comuni e le 79 suites esprimono la visione dell’ospitalità di ROMEO Napoli. Gli ambienti rivelano una straordinaria cura dei dettagli resa possibile dal saper fare delle migliori maestranze italiane che si sono occupate di dar forma al progetto di interior design, celebrando materiali nobili come il marmo, l’ebano macassar e altre pregiate essenze lignee. Le atmosfere calde, razionali e contemporanee si animano di importanti pezzi di design firmati da grandi maestri italiani e internazionali e con una significativa collezione di opere d’arte che la proprietà arricchisce costantemente.

Opera site specific di Francesco Clemente. Sotto, un particolare della lobby con biliardo e juke box d’epoca. Sotto, a dx, un camino disegnato per il Romeo da Zaha Hadid (ce ne sono tre nell’hotel di Napoli).

I dipinti del ‘600 e le armature da samurai del Periodo Edo, gli scatti fotografici dei Fratelli Alinari, i paesaggi di Mimmo Jodice e le tele di Mark Konstabi, ma anche le virtuose interpretazioni del Vesuvio di Mario Schifano ed Andy Warhol, fino al gigantesco intervento parietale realizzato site specific dal maestro della Transavaguardia Francesco Clemente accompagnano il soggiorno degli ospiti, offrendo loro un’esperienza culturale unica nel suo genere.

Alla reception, il Vesuvio di Andy Warhol.

Punto di forza di ROMEO Collection è anche la wellness experience, interpretata dalla Spa Sisley Paris di oltre mille metri quadrati e ospitata in quella che un tempo era la Dogana del sale di Napoli di cui il portone in legno è conservato all’interno di una teca in vetro nella lobby dell’hotel. Attenzione al wellness anche nelle suite che rispecchiano uno dei trend del momento, e in alcuni casi diventano private Spa con sauna e bagno turco.

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In apertura, Alessandro Lucassino e Alain Ducasse. ph. Hangar Design Group.